La Nuova Bussola quotidiana 27 gennaio 2020
Un’indagine condotta dal Ministero dell’Interno certifica che in Francia ci sono ormai 150 zone a predominio islamico dove lo Stato non solo è assente, ma addirittura interdetto. Vere e proprie aree fuori controllo che non riguardano solo le periferie delle grandi città.
di Lorenzo Formicola
Interi quartieri francesi e della Ville Lumiére sono ostaggio degli islamici. Lo conferma un documento diffuso dal Ministro dell’Interno transalpino, Cristophe Castaner, ai prefetti. Secondo l’indagine condotta dal DGSI – Direction générale de la sécurité intérieure – sono state individuate ben 150 zone a predominio islamico.
Territori più che quartieri in cui lo Stato non solo è assente, ma interdetto. A inizio gennaio, Castaner, aveva già inviato un telegramma ai prefetti chiedendo loro di riunire i GED, vale a dire i gruppi di valutazione dipartimentali, eppure questa volta, sul tavolo dell’ennesimo incontro, ci sono i 150 distretti che l’islam controlla radicalmente. Territori perduti dalla Repubblica.
L’attentato alla prefettura di Parigi, per mano di un poliziotto radicalizzato, aveva spinto il governo ad interrogarsi sulla lotta all’islamismo e alla tendenza musulmana al ritirarsi in comunità per analizzare “un nuovo piano d’azione”. Niente di fatto, da allora, è stato prodotto dal governo, sebbene secondo il JDD – le Journal du Diamanche -, il governo renderà noto un piano per combattere l’islamismo entro marzo. “Il piano non è stato messo a punto, ma sarà pronto prima delle elezioni comunali”, ha detto l’Eliseo al settimanale.
Adesso, però, emerge quanto analisti, giornalisti e ricercatori, come noi da queste pagine, scrivono da tempo: per la prima volta l’intelligence ammette che l’islam ha istituito ben 150 stati all’interno della Repubblica. Perché questo sono le enclave. Zone abitate da immigrati provenienti, soprattutto, dal Nord Africa e dall’Africa sub-sahariana, molti dei quali anche di terza generazione.
Dove la polizia cerca di non entrare, lo stato è assente e l’azienda di trasporti pubblici, la Ratp, ha dovuto assumere dipendenti legati ad ambienti islamici perché il resto si rifiutava di guidare in quelle zone, nel terrore di essere presi a sassate.
Zone dove la disoccupazione raggiunge anche il 60% per quanto riguarda quella giovanile. E poi traffico di droga, prostituzione, ricettazione, scontri tra bande.
Quando all’indomani dell’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo, quelli di Fox News – il canale televisivo americano – sostennero l’esistenza di no go zones nel cuore di Parigi, mandarono su tutte le furie i media francesi. Il fatto che nel bel mezzo della romantica Ville Lumiére ci fossero aree ostaggio in cui i non musulmani non sono ben accetti, e dove regna la shari’a, venne considerata una fake news.
Il Le Parisien condusse un’inchiesta su una di queste zone, il quartiere di Chapelle-Pajol, zona est di Parigi. Là, come in tutti gli altri territori censiti dall’intelligence, le donne sono continuo bersaglio di molestie e insulti. Odiate per il loro sesso e per i costumi così tremendamente occidentali. In tante si sono trasferite, altre escono solo se accompagnate.
Le 150 zone a predominio islamico non contano solo i più noti sobborghi di Parigi, Lione e Marsiglia, ma anche diverse città del dipartimento del Nord sono nel mirino dell’intelligenza interna. A Maubeuge, ad esempio, l’Unione dei democratici musulmani francesi (UDMF) ha ottenuto il 40% dei voti in un seggio elettorale.
Una “situazione allarmante” simile a quella dell’agglomerato di Denin o Roubaix, dove “sebbene storica, la situazione assume proporzioni preoccupanti” , spiega un prefetto citato da Le JDD. Tra i territori “detenuti” dall’islam salafita, anche l’Alta Savoia, Annemasse, Bourg-en-Bresse, Oyonnax e persino Bourgoin-Jallieu.
Due anni dopo l’attacco a Trèbes, quattro anni dopo gli attacchi a Magnanville, Nizza e Saint Etienne du Rouvray, cinque anni dopo gli attacchi a Charlie Hebdo e l’Iper-Kosher di Vincennes, Bataclan e Stade de France, otto anni dopo gli omicidi di Tolosa, a pochi mesi dall’attentato alla prefettura di Parigi e senza contare gli attentati da coltello, l’intelligence mette una bandierina islamica sui territori persi dalla Republique.
Quindici anni fa si scopriva che le autorità francesi avevano un elenco di 750 “Zones Urbaines Sensibles”, aree urbane cadute nell’illegalità, no go zone. Adesso, per la prima volta, si ammette l’esistenza del numero preciso di queste enclave nelle mani degli islamici plasmate a loro immagine.