Taglio Laser, Centro Culturale il Faro
27 settembre 2019, San Vincenzo de’ Paoli
Giovanni Lazzaretti
La parola “Gretini” applicata ai seguaci di Greta Thunberg è un po’ abusata. Ma è comunque da incorniciare l’articolo di Franco Battaglia “Questi sono Gretini per davvero”: «Non potevo crederci. Il microfono usato da Greta a Roma il 19 aprile era alimentato dalle pedalate di 100 Gretini. Vogliono energia rinnovabile. Rimarranno delusi dall’apprendere che non solo Babbo Natale non esiste, ma anche che quella delle loro pedalate non era energia rinnovabile. A me deludere ‘sti ragazzini spiace assai. Ma v’è un momento in cui ai bambini vanno aperti gli occhi».
Ottimo anche il titolo di Libero “La Rompiballe va dal Papa”: il successo mediatico non fa di te un leader che può pretendere l’accesso a tutte le porte. Il vertice credo l’abbia toccato Maurizio Blondet, nella malinconia del suo titolo: “Ma come fate a credere anche a questo?” «182 appuntamenti in Italia, 300.000 in piazza, per il Clima.
Ora, se non capite l’artificialità di queste iniziative, l’evidente organizzazione internazionale, se non capite che vi state prestando a un gioco losco e falso da allegare i denti, dovremo concludere che siete pronti ad applaudire qualunque dittatura orwelliana che può farvi fare qualunque cosa pericolosa, folle e odiosa».
«Non vi offende nemmeno l’infantilismo per il quale pensano di convincervi con argomenti da bambini? Basta che ne parli la tv, ed ecco trecentomila neo-fanatici marciano per appoggiare una direttiva dettata dall’alto, dai circoli maltusiano – globalisti e della dittatura europea; circoli che hanno bisogno di trasferire il malcontento che hanno creato verso uno scopo da loro voluto: imporre nuove austerità per “il Clima”».
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La povertà di Greta Thunberg sta racchiusa in questa frase gridata all’ONU: «La scienza da trent’anni è chiara ma voi distogliete lo sguardo, come osate?» Greta ha 16 anni. Non conosco il livello delle scuole in Svezia, mi dicono sia inferiore al nostro, ma facciamo pure che sia uguale: Greta, ben che vada, sa risolvere le equazioni di secondo grado; non credo sia in grado di analizzare e confrontare tra loro diversi modelli scientifici.
La scienza di cui parla è la scienza di cui le hanno parlato i genitori o i media: la scienza della “maggioranza”, non la scienza in quanto tale. Intendiamoci: nemmeno io so analizzare e confrontare modelli scientifici sul clima. Ma ho un vantaggio su Greta: non credo ai media, e quindi per me lo scienziato di “maggioranza” ha la stessa dignità dello scienziato di “minoranza”.
Riassumiamo. Maggioranza: siamo in un tempo di Cambiamenti Climatici. Minoranza: non ci sono cambiamenti climatici, anzi siamo in un tempo di particolare stabilità. Maggioranza: aumentano gli Eventi Estremi.
Minoranza: gli eventi estremi sono in calo in numero e intensità. Sembrano in aumento perché i media dedicano loro ampio spazio. Ad esempio: servizi TG angosciati nel febbraio scorso per il basso livello del Po («Ci attende siccità e l’estate più calda del secolo»), nessun servizio sul Po gonfio d’acqua a maggio e sull’estate assolutamente ragionevole.
Maggioranza: c’è il Riscaldamento Globale. Minoranza: non c’è riscaldamento globale, le variazioni di temperatura sono minime, dell’ordine dello 0,3%; abbiamo avuto momenti di riscaldamento ben più intensi e, giova ricordarlo, benefici.
Maggioranza: il Riscaldamento Globale è Antropogenico, ossia generato dall’uomo. Minoranza: se così fosse, spiegateci i riscaldamenti del passato, dove l’attività dell’uomo era inesistente. L’aumento di CO2 planetario è paragonabile all’accensione di una candelina di compleanno in un salone di 100 metri quadri.
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Perché dare dignità alla minoranza? Perché la minoranza attenta fornisce dati e non slogan, e in genere ci azzecca (Iraq, Libia, emissione monetaria,…). Vi ricordate il “buco dell’ozono”? Maggioranza: «Ogni anno l’uomo getta nell’atmosfera 7.500 tonnellate di clorofluorocarburi, il CFC che provoca il buco nell’ozono. Di qui la decisione presa dal mondo intero a Montreal di interromperne la produzione».
Minoranza: «Il buco dell’ozono staziona sull’Antartide ed è causato dal vulcano del monte Erebus che erutta ogni anno 365.000 tonnellate di gas al cloro. A 10 km dall’Erebus sorge la base scientifica statunitense McMurdo che misura la concentrazione di CFC: misura quindi essenzialmente i gas del vulcano.
Il buco si allarga guardando i dati 1969-1985. Ma si restringe guardando i dati 1956-1985. Il buco è collegato al ciclo di 22 anni delle macchie solari.
La DuPont, massimo produttore di CFC, ha finanziato le spedizioni scientifiche che hanno scoperto il buco. Il Trattato venne firmato a Montreal, sede della DuPont. La multinazionale ha messo sul mercato un prodotto sostitutivo più costoso, affermando che non è pericoloso per l’ozono».
Vedete voi quale è l’ipotesi più credibile. Quello che è certo è che Greta avrebbe potuto incarnare solo gli slogan della prima ipotesi, la storiella di maggioranza guidata dalle multinazionali, non certo i dati della seconda ipotesi.
Poverina, ha detto ai grandi della Terra «Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia». Conoscete qualche bambino che perda l’infanzia al pensiero del riscaldamento globale? In Svezia, poi. E che sogni avrà mai avuto una ragazzina in Svezia? Attivare il termostato che regola il mondo?
Il penoso video della ragazzina al limite del pianto, applaudita dai grandi dell’ONU, mi rattrista. Ma mi rattristano di più le centinaia di migliaia che la seguono: che vuoto cosmico c’è dentro di loro, se bastano gli slogan di Greta a soddisfarli?
E la CGIL che proclama lo sciopero della scuola per il 27 settembre su sollecitazione del Fridays For Future? E il ministro dell’istruzione? «Si invitano i Collegi dei docenti a valutare la possibilità che tale giornata non incida sul numero massimo delle assenze consentite dal monte ore personalizzato degli studenti, stante il valore civico che la partecipazione riveste».
Autorizzati a saltare la scuola per seguire gli slogan di una ragazzina. «Ma come fate a credere anche a questo?»