di Vittorio Sgarbi
La Croce Rossa senza più la croce. Non si vorrebbe quasi crederci, ed è forse sperabile che sia uno scherzo, ma l’immagine apparsa su alcuni giornali sembra dar ragione delle preoccupazioni espresse da Oriana Fallaci nella recente intervista sul Wall Street Journal. Ciò che Spengler aveva annunciato, il tramonto dell’Occidente, la Fallaci osserva atterrita e indignata: «Guardate l’odierno sistema scolastico dell’ Occidente. Gli studenti non conoscono la, storia! Per Dio, non ne sanno nulla. Non sanno nemmeno chi era Churchill! In Italia non sanno chi era Cavour… Non si può sopravvivere se non si (…) conosce il passato. Noi sappiamo perché le altre civiltà sono scomparse: per eccesso di benessere e ricchezza, e per mancanza di moralità e spiritualità… Nel momento stesso in cui rinunci ai tuoi principi e ai tuoi valori… in cui deridi questi principi e questi valori, tu sei morto, la tua cultura è morta e la tua civiltà è morta».
Che esageri? Che manifesti una intolleranza rispetto alla civiltà e alla cultura islamica? O che invece non registri proprio quella indifferenza per le radici che un giovane mi manifestava qualche sera fa a Milano, dicendo: «Mi sono laureato, ma non so niente. Ma perché soltanto in questi giorni ho saputo, con curiosità che si autoalimenta, che nel 1989 c’è stato il crollo del muro di Berlino? In quell’anno io ero bambino e la mia memoria non ha registrato l’evento epocale, l’inizio di una nuova era. Poi ho incominciato a interessarmi, assai recentemente, alla storia italiana, e ho cercato di capire la tragica vicenda di Aldo Moro. Come farò a colmare tante lacune, a sapere quello che nessuno m’ha insegnato?».
In questo pericolo dell’indifferenza, in questa agonia di valori, simboli e principi, era forse logico che si arrivasse alla contraddizione tra parole e segni. Ci può essere un’alternativa alla croce per la Croce Rossa? Certo, il richiamo cristiano è fortissimo, inevitabile, e un nuovo simbolo dovrebbe presupporre un nuovo nome, come è pure possibile che accada. Ma, per intanto, si è increduli nel vedere la nuova immagine: al posto della croce rossa in campo bianco, sui mezzi e i corredi di pronto soccorso, troveremo un rombo, già definitivamente in uso nelle zone di operazioni belliche.
Perché questa sostituzione? Per non turbare le coscienze delle associazioni non cristiane che compongono la Croce Rossa internazionale. Fra esse, oltre alla Mezzaluna Rossa, corrispondente islamica della Croce Rossa, c’è la Stella di David Rossa, esclusa fino ad oggi dalla federazione internazionale per non avere adottato il simbolo comune. Il rombo ipocrita sembra ora ricomporre le contraddizioni, evitando imprevedibili degenerazioni del fanatismo e garantendo. l’incolumità degli operatori che lavorano sotto quel simbolo.
Questa la spiegazione per il nuovo atto di abiura delle tradizioni cristiane di assistenza dei malati e dei feriti durante la guerra. Dovremo abituarci anche a questo, in una società dominata dalla paura, e nella triste minaccia ai valori cristiani di cui sembra di avvertire l’inesorabile dissoluzione, prima di tutto nella nostra coscienza.