di Marco Respinti
Oggi, 5 di giugno ricorre la giornata mondiale dell’ambiente. In questa occasione Roberto Leoni della Fondazione Sorella Natura; Rocco Chiriaco, presidente del Movimento Azzurro; Saverio Quartucci e Vincenzo Tuccillo, presidente e vicepresidente di Ambiente Azzurro; Antonio Gaspari, direttore di Green Watch News; e Paolo Gramiccia, presidente di Umana Dimora del Lazio, presentano ad Assisi — nella sala della Conciliazione del palazzo Comunale — la Charta dei cristiani per l’ambiente.
Questo il testo della Charta: “L’accresciuta sensibilità nei confronti del creato è sicuramente un fenomeno che indica un più alto livello di civiltà e una maggiore attenzione ai diritti di esseri non umani e del mondo inanimato. Quello a cui assistiamo oggi però fa parte di quella “babele dei diritti” in cui per moda o peggio per ideologia si propongono utopie radicali in cui la difesa degli animali, della flora e del mondo inanimato viene contrapposta alla vita umana.
Assistiamo ad un ritorno dell’utopismo romantico, dove prevalgono pessimismo, catastrofismo, irrazionalità, trasgressione, pensiero magico. Il tentativo della cultura ambientalista dominante è quello di capovolgere il mandato di Dio indicato dalla Genesi: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la Terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla Terra” (Gn 1,28).
L’uomo, posto da Dio nel giardino dell’Eden “perché lo coltivasse e lo custodisse” è stato considerato da una certa cultura ecologista il peggiore dei nemici. Addirittura il “cancro del pianeta” E la natura è stata divinizzata al punto tale da essere adorata come Gaia “Da questo punto di vista, l’approccio e la soluzione dei problemi ambientali è stato stravolto, perché la crescita civile e lo sviluppo’ economico, lavorativo, tecnologico e scientifico dell’umanità sono stati considerati come aggressioni alla “madre Terra”
In questo contesto e’ rilevante notare le differenze che esistono tra l’ideologia che caratterizza alcune tra le maggiori associazioni ambientaliste e 11 pensiero cristiano. Per un cristiano l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Per una certa cultura ambientalista l’uomo è “cancro del pianeta”. Per un cristiano la crescita demografica è una benedizione del Signore, per molti ambientalisti è una disgrazia, la causa di tutti i mali.
Noi cristiani abbiamo una visione teocentrica che tende alla verticalità, dove il creato ci è stato messo a disposizione del Signore per curarlo, svilupparlo e governarlo. Mentre una certa cultura ambientalista ha una visione orizzontale che tende verso il basso, con la tendenza a divinizzare la fauna e la flora.
Il Dio in cui noi cristiani crediamo è buono, e ama alla follia l’umanità, mentre una parte del movimento ambientalista parla di Gaia, una Dea pagana ostile e vendicativa che si ritorce contro l’uomo per ogni sua azione. Per questi motivi auspichiamo la nascita di una più avanzata cultura ambientale che attraverso le strade della fede e della ragione giunga alla scoperta della verità.
Proprio in questi anni a cavallo del nuovo millennio, durante i quali abbiamo vissuto e viviamo l’apparente paradosso della coincidenza fra il più elevato livello di modernità industriale mai raggiunto, avvertiamo il bisogno dell’affermazione di una cultura ambientale in cui l’uomo sia fedele al mandato biblico come custode responsabile dell’ambiente nel quale è posto a vivere. Una cultura ambientale che guardi all’uomo con più ottimismo. Un uomo che non è maledizione ma benedizione del pianeta “Uomo che è ricchezza e non impoverimento per il mondo.
Uomo la cui prole suscita speranza e non disperazione. Un ambiente inteso come casa e come risorsa. Un ambiente che si arricchisce del lavoro dell’uomo e che moltiplica i suoi frutti grazie allo sviluppo ed all’applicazione delle nuove tecnologie. Auspicando, una maggiore responsabilità etica dell’uomo verso l’ambiente affinché l’essere umano, unica creatura dotata del libero arbitrio, soprattutto se occupa posizioni di responsabilità, di amministrazione o governo, assuma decisioni mirate al bene collettivo ed alla salvaguardia e valorizzazione della risorsa “ambiente”, progettandone e favorendone la più equa fruizione e distribuzione possibile tra tutti gli esseri umani ed incoraggiando a ciò i popoli di ogni continente.
Coniugare la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche in una dimensione etica dello sviluppo economico significa corrispondere all’amore del Creatore. In questo modo il benessere e lo sviluppo dell’umanità risplenderà nella bellezza del creato. “Prega, lavora e sii lieto”, ha insegnato san Benedetto. “Laudato sii mio Signore per fratello sole, sorella luna, sorella acqua… “, ha recitato san Francesco. “L’uomo è fine dello sviluppo e del generare di tutto l’universo” ha insegnato san Tommaso.
“La tecnologia che inquina può anche disinquinare, la produzione che accumula può distribuire equamente, a condizione che prevalga l’etica del rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno” ha detto il Pontefice Giovanni Paolo II. “La difesa della vita — ha sottolineato il Santo Padre — e la conseguente promozione della salute, specialmente nelle popolazioni più povere e in via di sviluppo sarà ad un tempo il metro e il criterio di fondo dell’orizzonte ecologico a livello regionale e mondiale”.
“Questa è la cultura ambientale che i sottoscritti riconoscono come coerente con l’umanesimo cristiano del giusto del bello e del buono e per questo la promuoviamo. Quanto affermato ha, oltre alla valenza religiosa che attiene ad una scelta di coscienza individuale, una valenza etica che coinvolge anche tutti coloro i quali, anche se non cristiani o non credenti, si ritrovano nei valori etici che accomunano la più antica sapienza e saggezza dell’umanità in ogni tempo ed in ogni cultura”.