Contro la costruzione di una strada per poter continuare a produrre droga: questa la protesta degli abitanti di Malana, un piccolo villaggio nel distretto di Kullu, nello Stato indiano settentrionale dell’Himachal Pradesh.
Contrariamente a quanto normalmente accade nella restante parte dell’India, in cui la popolazione chiede al Governo centrale migliori infrastrutture che consentano più facili collegamenti e un miglioramento delle condizioni di vita, gli abitanti di Malana vogliono esattamente il contrario, restare isolati. Tutto questo per una ragione ben precisa. Il villaggio, sin dai primi anni Ottanta, è conosciuto per essere il posto dove si produce e si vende il maggior quantitativo di hashish in India.
La polizia del distretto ha più volte cercato di frenare questo commercio di droga: secondo i dati disponibili, solo l’anno scorso sono stati distrutti oltre 11.300 acri di campi coltivati a cannabis. Ma la impraticabilità delle vie di collegamento al villaggio (non esistono strade percorribili che lo colleghino alle città vicine) ha finora reso difficile alle forze dell’ordine effettuare interventi costanti e risolutivi e, col passare degli anni, la produzione e il commercio della droga ha proliferato.
Ecco perchè l’annuncio nei giorni scorsi, da parte del Ministro Capo dello Stato Virbhadra Singh, che il Governo avrebbe iniziato a breve i lavori per costruire una strada di collegamento con Malana percorribile anche da mezzi a motore, ha spinto gli abitanti del villaggio ad opporsi, anche con la forza, alla sua costruzione. La maggior parte degli agricoltori della zona ha abbandonato le tradizionali coltivazioni di patate, orzo, mais, miglio, a favore di quella della cannabis, da cui appunto si ricava l’hashish.
Malana è così divenuta, in breve, la meta abituale dei consumatori di droga, provenienti non solo dall’India, ma anche da altre parti dell’Asia. Eppure, nonostante i ricchi ricavi, qui si registra uno dei tassi di analfabetismo più alti di tutto il Paese. Pochi sono infati i bambini che vengono mandati a scuola perchè la maggior parte viene impiegata nei campi, a coltivare la cannabis. (CR 924/05 del 10/12/05)