Massimo Introvigne
La differenza fra i politici e le cartomanti è che entrambi spesso sbagliano le profezie, ma i politici possono cambiare le carte in tavola e modificare le leggi in modo che le loro previsioni sballate si avverino. Quando nello scorso novembre i quartieri musulmani della periferia di Parigi cominciarono a bruciare, Romano Prodi dichiarò che la stessa cosa avrebbe potuto presto succedere in Italia. La previsione si rivelò completamente sbagliata. In Italia nessun quartiere «etnico» seguì l’esempio francese.
Nel frattempo, l’analisi di quanto è successo a Parigi è passata dai politici ai sociologi, i quali hanno spiegato che – come ogni evento complesso – la rivolta delle periferie ha una pluralità di cause. Nei quartieri delle rivolte si sono incontrati un materiale infiammabile – ghetti etnici sovraffollati e con prevalenza di disoccupati – e gruppi di incendiari, rappresentati da imam ultrafondamentalisti e da musicisti musulmani hip-hop che predicano l’odio e l’antisemitismo, per anni tollerati in nome del multiculturalismo alla francese. Uno solo dei fattori non sarebbe stato sufficiente.
Il materiale infiammabile esiste a Parigi anche nei ghetti cinesi o peruviani, ugualmente sovraffollati, ma mancando gli incendiari non è esplosa nessuna rivolta. E imam scalmanati ci sono anche, per esempio, a Bordeaux, dove però non sono riusciti a scatenare violenze perché lì mancano ghetti etnici musulmani ad alto tasso di disoccupazione.
La profezia di Prodi era sbagliata perché in Italia ci sono gli incendiari ma il grado di infiammabilità del materiale cui cercano di dare fuoco è ancora ben lontano da quello francese.
Anche se i musicisti hip-hop musulmani non sono presenti a Milano come a Parigi, non mancano gli imam predicatori d’odio. Anche il nostro ministro degli Interni Pisanu ogni tanto ne espelle qualcuno ma ha una magistratura politicizzata (quasi assente in Francia) che spesso gli mette i bastoni fra le ruote e annulla le espulsioni.
Tuttavia i piromani non riescono a dare fuoco ai quartieri etnici – che a Milano, a Torino e altrove esistono anche da noi – perché questi sono assai meno sovraffollati e pieni zeppi di disoccupati rispetto a quelli parigini. Vigilando sull’immigrazione clandestina, espellendo i clandestini identificati, ammettendo all’immigrazione solo chi ha un lavoro la legge Bossi-Fini ha precisamente impedito la nascita di quei ghetti alla francese che brulicano di musulmani disoccupati.
Se la realtà non si conforma all’ideologia, un vecchio vizio della sinistra è cercare di cambiare la realtà. Se una legge impedisce che si realizzi la profezia di Prodi, si cambi la legge. È quanto è scritto nero su bianco nella bozza di programma dell’Unione: «Abolizione della legge Bossi-Fini» e ritorno al regime della vecchia legge Turco-Napolitano, con cui non si espelleva praticamente nessuno.
E con la legge Turco-Napolitano (il cui nome era ironicamente tutto un programma) torneranno, per dirla con Totò, i «turchi napoletani», immigrati veri o fasulli senza arte né parte, manovalanza per la criminalità organizzata se non per il terrorismo. Questa massa di precari musulmani non potrà che trascendere periodicamente in esplosioni di violenza alla parigina, realizzando così finalmente le previsioni di Prodi.
Se vogliamo evitare la violenza, dobbiamo avere il coraggio di rimettere la questione immigrazione al centro del confronto elettorale.