di Rino Cammilleri
In tutti i Paesi d’Europa i cristiani stanno in un partito. Solo qui da noi i cattolici stanno di qua e di là. Conoscendo i nostri polli, il sospetto è che ci sia dietro una strategia ben precisa da parte di gerarchie ecclesiastiche per restare a galla qualunque vento tiri. Certi ex democristiani, infatti, non sono usi a prendere iniziative autonome, bensì a obbedir tacendo. Così, la furbata è fatta e la cadrega in ogni caso assicurata. Naturalmente, alla faccia del famoso bene comune nazionale.
Traggo riflessione, al proposito, da una querelle tra il sottoscritto e la per altri versi benemerita agenzia Zenit.org, che aveva, in data 4 aprile 2006, intervistato Alberto Gambino, docente all’università pontificia “Regina Apostolorum”.
Il qual docente, dopo una lunga, dotta e a mio avviso alquanto contorta dissertazione giuridica circa la posizione (legittima, a sentir lui) dello schieramento di centrosinistra in materia di unioni civili, alla domanda «I cattolici possono allora stare tranquilli anche votando per questo schieramento?», così rispondeva: «Dobbiamo essere il “sale della terra” e impegnarci per promuovere i nostri valori nell’ambito in cui ci muoviamo. Sostenendo le forze più in armonia su questi valori nello schieramento del centrosinistra si potranno realisticamente evitare in Italia derive zapateriste».
Immediatamente scrivevo all’agenzia alcune righe in cui esprimevo il mio disappunto e che, tra le altre cose, contenevano quanto segue: «So bene che molti democristiani non hanno mai perso il vizio di voler fare da “sale della terra” all’interno di schieramenti molto più furbi di loro. L’esperienza e la storia insegnano però che di solito si tratta di leniniani “utili idioti”, la cui ingenuità è pari all’orgoglio (non nel senso di fierezza ma di presunzione)». La risposta è stata: «Ci dispiace del suo disappunto, ma in questo caso Zenit ha scelto di operare secondo la “par condicio”. Così, all’articolo della dott.ssa Navarini di lunedì 3 aprile ha fatto seguito l’intervista al prof. Gambino del 4 aprile».
Insomma, una «par condicio» a cui niente la obbligava ha indotto la redazione di Zenit.org a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, ecchissenefrega del disorientamento degli abbonati. Tra l’altro, un esperto di comunicazione sa bene qual vantaggio ha chi parla per ultimo, e l’ultimo -guarda caso- era il Gambino. Naturalmente, l’agenzia in questione fa a gara con le chiese la domenica nel chiedere continuamente sostegno finanziario, con la sola differenza che essa lo chiede ogni giorno.
Sarebbe interessante tuttavia sapere da quali cattolici le provengono le oblazioni maggiori, se da quelli di centrodestra o da quelli di centrosinistra. Comunque, l’episodio è istruttivo ed emblematico del giro mentale che corre nei vari Bobba, Binetti, periodici paolini e clero nostalgico dei bei tempi dell’”ombrello” democristiano, quando la Balena Bianca firmava, sì, la legge 194 sull’aborto, pazienza, ma l’otto per mille, gli insegnanti di religione, le antenne di Radio Vaticana erano al sicuro.