E per metà degli intervistati l’11 settembre «non fu perpetrato dagli arabi»
di Magdi Allam
Il Paese più a rischio è indubbiamente la Gran Bretagna. A un anno dalle stragi di quattro terroristi suicidi britannici nel centro di Londra (56 morti), la Gran Bretagna scopre che la «fabbrica del terrore» sul proprio suolo è sempre più radicata e pericolosa. L’MI5 stima che circa 8 mila musulmani, lo 0,5% del milione e mezzo con cittadinanza britannica, sostiene Al Qaeda. Ma nel sondaggio del Pew, ben il 14% dei musulmani britannici affermadi nutrire molta o qualche fiducia in Al Qaeda, un dato che è addirittura del 16% in Spagna, del 7% in Germania e del 5% in Francia.
Ugualmente il 12% dei musulmani in Gran Bretagna, Spagna, Germania e il 9%dei musulmani in Francia pensano che la maggioranza dei musulmani nei rispettivi Paesi sostengono Al Qaeda. Ebbene se confrontiamo questi due primi dati, emerge che l’ideologia del terrore e del «martirio » islamico travalica Al Qaeda e appartiene a un ambito più ampio, quello di Hamas e dei Fratelli Musulmani che legittimano gli attentatori suicidi dei territori palestinesi, in Iraq, Afghanistan e Cecenia. Questa ideologia della violenza e della morte poggia sull’antiamericanismo, l’antiebraismo e più in generale l’antioccidentalismo.
Che si manifesta nel negazionismo e nel complottismo storico. Alla domanda «Gli attentati dell’11 settembre sono stati attuati dagli arabi?», rispondono «no» ben il 56% dei musulmani in Gran Bretagna, il 46% in Francia, il 44% in Germania e il 35% in Spagna. Il negazionismo dei musulmani britannici è a un livello addirittura superiore a quello dei pachistani (41%), dei nigeriani (47%) e dei giordani (53%). Mentre la maggioranza dei musulmani europei manifesta una opinione favorevole nei confronti dei cristiani (il 91% in Francia, l’82% in Spagna, il 71% in Gran Bretagna, il 69% in Germania), nei confronti degli ebrei le percentuali si riducono drasticamente (il 71% in Francia, il 38% in Germania, il 32% in Gran Bretagna e il 28% in Spagna).
E se consideriamo i Paesi musulmani interessati al sondaggio, colpisce il fatto che il più antiebraico è la Giordania (soltanto l’1% ha un’opinione favorevole degli ebrei), seguito dall’Egitto (il 2%), il Pakistan (il 6%), la Turchia (il 15%) e l’Indonesia (il 17%). La maggioranza dei musulmani britannici (62%) è convinta che le relazioni tra l’Occidente e l’islam siano cattive e che la colpa sia al 48% dell’Occidente. Percentuali simili tra i musulmani in Germania (60% e 46%) e in Francia (58% e 52%), mentre in Spagna solo il 23% dei musulmani dà una valutazione negativa e solo il 28% addossa la responsabilità all’Occidente.
Per un altro verso, nella vicenda delle vignette satiriche su Maometto, i musulmani spagnoli sono in testa (con l’80%) nel ritenere che sia da condannare la mancanza di rispetto da parte dell’Occidente, a fronte del 5% che punta l’indice sugli islamici intolleranti. La pensano allo stesso modo il 79% dei musulmani in Francia, il 73% in Gran Bretagna e il 71% in Germania. Eppure pensate che a fronte di questo quadro allarmante, il Pew ha ritenuto di accompagnare il titolo dell’inchiesta «Il grande discrimine: come gli occidentali e i musulmani consideranol’un l’altro», da un occhiello che recita: «I musulmani d’Europa sono più moderati ».
Si intende «più moderati» rispetto al passato, alla fase immediatamente successiva all’11 settembre 2001. Non so voi, ma a me non tranquillizza affatto questa valutazione relativa. Condivido piuttosto l’analisi del politologo Daniel Pipes che, analizzando il sondaggio, sottolinea l’affermazione del «fenomeno del Londonistan» in Gran Bretagna: più gli autoctoni si sottomettono, più gli islamici reagiscono in modo aggressivo a un comportamento percepito come un atto di debolezza. Se si considera l’insieme degli atteggiamenti dei musulmani, emerge che se la Gran Bretagna rischia perché in passato è stata permissiva al massimo, la Spagna rischia ugualmente perché attualmente promuove una politica lassista.