Più tasse per oratori e parrocchie
Da notare che questi stabili di proprietà della Chiesa non sono da considerare fonti di reddito, bensì vengono utilizzati a fini sociali, servizi indispensabili che il settore pubblico non è in grado di svolgere e che invece la Chiesa svolge con pochi mezzi e grande impegno. Nell’ottobre del 2005 il governo Berlusconi affrontò la questione con un decreto in cui venne decisa l’estensione delle agevolazioni per gli immobili della Chiesa. Con il decreto Bersani la normativa fu di nuovo cambiata: “L’esenzione dell’Ici”, si legge, “si intende applicabile alle attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale”.
Incriminate nella nuova Finanziaria sono in particolare le “Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria”, vale a dire il decreto fiscale collegato alla manovra per il 2007. Un comma all’interno dell’art.5, quello dedicato alle decisoni in “materia di catasto”, colpisce con più tasse i beni immobili della Chiesa, già tornati a disposizione del fisco con il già ricordato decreto Bersani del 4 luglio scorso. E’ il combinato dei due dei due provvedimenti a cambiare le regole del gioco tra l’erario e il Vaticano.Non è tutto. Va inoltre segnalata la cancellazione dal bilancio statale della voce finanziamento del volontariato.