L’amore a Maria accomuna cristiani e fedeli di Allah. Perché non pregare insieme?
Gheddo Piero
In India, al santuario di Gunadala (Andhra Pradesh), sorto attorno alla statua di Maria portata da padre Paolo Arlati del Pime nel 1924, nella festa della Madonna di Lourdes Maria è incoronata da un musulmano e portata in processione da islamici nel loro quartiere. Nel mondo missionario ho sentito testimonianze simili; ricordo il santuario di Kibeho in Ruanda, per non parlare di Egitto, Libano e Siria, dove le chiese dedicate a Maria sono visitate da non pochi musulmani.
Nel 1999 il vescovo di Dinajpur (Bangladesh), mons. Moses Costa, incarica padre Cesare Pesce di fondare un santuario mariano a Rajarampur; due anni dopo l’ho visitato, nel settembre 2001. Padre Cesare mi dice: «Alla domenica ho 500-600 pellegrini ma in pochi anni saranno molti di più; siamo in un ambiente musulmano e i fedeli dell’islam hanno una forte devozione per Maria».
A Tewatte, in Sri Lanka, nell’ultima domenica di agosto si svolge un pellegrinaggio nazionale al santuario di Nostra Signora di Lanka. Asia News segnala che nel 2006 i pellegrini sono stati più di 300 mila, con la partecipazione di molti musulmani e buddhisti; anzi, quest’anno i pellegrini musulmani sono stati molto più numerosi: a causa della guerra fra esercito e ribelli tamil, il tema fondamentale è stato la domanda della pace a Dio.
L’islam viene da radici ebraico-cristiane. Maometto sentiva il fascino del monoteismo di ebrei e cristiani che erano in Arabia. Riceve dall’arcangelo Gabriele le rivelazioni di Dio, la missione di predicare il Dio unico e di combattere il politeismo. Il Corano si sofferma sulle figure di Abramo, Mosè e Gesù, che avrebbe preannuziato le venuta di Maometto, il quale chiude la rivelazione.
A Gesù sono attribuiti vari miracoli, ma il Corano nega che fosse Dio. Maria, la madre vergine, è tra le figure bibliche più ricordate e venerate. Il Corano dedica a lei la sura XIX (la «sura di Maria») e ne fa per 40 volte il nome. La devozione alla «Signora Maria», l’unica donna (con la figlia di Maometto, Fatima) fra i grandi personaggi vicini a Dio, è molto diffusa fra i musulmani.
Per creare buoni rapporti con loro, in genere ci riferiamo al dialogo teologico e culturale, alla solidarietà, agli accordi politici. La nostra mentalità laica (a volte laicista) ci impedisce di capire che l’approccio della fede e del sentimento religioso sono importanti, mentre non ne parliamo mai. In Italia i fedeli di Allah sono 1,5 milioni e hanno le loro associazioni.
L’egiziano Magdi Allam ha firmato in luglio sul Corriere della Sera questo appello: «Musulmani italiani, fratelli miei, facciamo del culto di Maria un momento unificante con i cristiani e del pellegrinaggio a Loreto e in ogni altro santuario dedicato a lei un momento di condivisione e di fratellanza tra le persone di buona volontà».
Un’ipotesi che potrebbe diventare realtà, se i cattolici italiani prendono l’iniziativa, spiegando bene le grandi differenze fra cristianesimo e islam: non si tratta di andare verso il sincretismo e il relativismo, ma di incontrare l’islam e rafforzare la nostra fede e identità cristiana, andando contro-corrente rispetto all’opinione pubblica del muro contro muro! In molte diocesi italiane ci sono organismi che promuovono il dialogo e la solidarietà verso i musulmani.
Perché non lanciare, a livello di Chiesa italiana o di singole diocesi, iniziative di pellegrinaggio a Loreto, a Pompei, alla Consolata di Torino, alla Madonna della Guardia di Genova? Se la devozione mariana è così diffusa nell’islam, dobbiamo pregare e sperare che, con la grazia di Dio, il luogo d’incontro fra i credenti delle due religioni sia proprio la casa della Vergine Maria.