(cavalieridellaverita@virgilio.it)
Il Cristianesimo è l’unica religione che impedisce l’insorgere della noia. Ciò perché la Vita di Grazia fa sì che ogni attimo, pur costretti a compiere la stessa cosa, si presenti sempre nuovo e meraviglioso
Queste parole sono tratte dal Diario di santa Faustina Kowalska. Sono parole importanti perché dicono qualcosa che ogni persona di buon senso può capire (e di fatto capisce), ma che purtroppo la cultura dominante non dice.
Questo qualcosa è: solo nella Vita di Grazia ogni istante si rende veramente nuovo.
Che cosa è la novità?
E’ nuovo non tanto ciò che appare diverso quanto ciò che è capace di meravigliare, di far sgranare gli occhi perché ancora non immaginato e non pensato.
Dinanzi ad un bello spettacolo della natura, che si vede per la prima volta, avvertiamo che gli occhi si spalancano perché c’è la meraviglia e lo stupore. Questa impressione ha un significato: quella bellezza che ancora non avevamo vista, si presenta ai nostri occhi e si presenta davvero “nuova”, “nuova” perché inimmaginabile tanto si presenta bella.
Tutto ciò che è già visto -o già pensato- perde i connotati della novità: si presenta tutto sommato prevedibile proprio perché pre-visto, cioè già pensato ed immaginato.
Dunque, la novità -quella vera- sta in due caratteristiche ben precise: la bellezza e l’inimmaginabilità.
Questa due caratteristiche devono però essere legate logicamente e mai separate. Infatti, una cosa bella rimane tale anche dopo averla già vista. Un bel paesaggio della natura rimane bello anche dopo averlo visto più volte. Così come una cosa inimmaginata, se non è bella, una volta vista, non è detto che stupisca e riempia il cuore di un senso di vera novità. Un fabbricato costruito con una forma nuova ma brutta, pur se non immaginato (e molto spesso la bruttezza è inimmaginabile), una volta che è visto non meraviglia il cuore, tutt’altro!
Adesso chiediamoci: quando e dove la bellezza e l’inimmaginabilità si presentano davvero unite?
La risposta è semplice: solo in Dio e nella sua vita trasmessa all’uomo, cioè la Grazia.
L’uomo che vive in Grazia, vive nel, con e per il Signore, cioè in, con e per Colui che è la Somma Bellezza e che, nella sua assolutezza ed infinità, è al di là di qualsiasi immaginazione.
L’uomo che vive in Grazia può anche essere costretto a fare le stesse cose, anche le più insignificanti e banali, vivrà però sempre nella dimensione della continua novità, perché vivrà sempre nella dimensione del meraviglioso.
Il meraviglioso è quando lo straordinario irrompe nell’ordinario, quando l’assoluto si fa compagno del limite. L’uomo che vive in Grazia è un uomo che fa irrompere lo straordinario nella sua ordinarietà, è un uomo che rende l’Assoluto compagno e soluzione del suo limite.
Questa bellezza di una novità continua e “sempre nuova” è solo nel Cristianesimo, perché solo la religione cristiana s’incentra sul concetto di “vita interiore” e si fonda sulla Vita di Grazia.
Ma torniamo a santa Faustina. Chi conosce la sua vita sa bene quanto la sofferenza invadesse le sue giornate e quanti affanni le procurasse, ma ella arrivò a dire: “(…) il grigiore e la monotonia scompaiono, quando considero ogni cosa· con l’occhio della fede.”
Sarà capitato sentirsi chiedere: Ma che si fa in Paradiso? Come si potrà essere sempre felici godendo solo della visione beatifica di Dio? E non ci si annoierà? La risposta è più semplice di quanto possiamo immaginare: la Bellezza, quella vera, è sempre nuova…e Dio, pur essendo lo stesso, nella sua Bellezza e nella sua inimmaginabilità è sempre nuovo.
In nessun’altra religione c’è questa meraviglia e questa bellezza. La bellezza di porre l’uomo nella dimensione di una continua ed inesauribile novità!