Il 10 novembre 2006 il Presidente della Repubblica di Cipro, Tassos Papadopoulos, è stato ricevuto in udienza da Papa Benedetto XVI, cui ha donato un libro di fotografie sulle chiese distrutte nella parte settentrionale dell’isola occupata dalla Turchia.
Nel pomeriggio il Presidente cipriota ha tenuto una conferenza stampa con i giornalisti, e, rispondendo alle loro domande, ha rinnovato la grave denuncia. Lo stesso Papadopoulos ha rivelato anche che il Pontefice, vedendo queste immagini, ha confessato di essere «profondamente preoccupato», e ha deplorato l’occupazione e dissacrazione di chiese e monasteri, patrimonio religioso e artistico dell’umanità, denunciata recentemente anche dal Parlamento Europeo attraverso la risoluzione del 6 luglio 2006.
Preoccupazione è stata espressa anche per la comunità maronita rimasta nella parte occupata e sottoposta a pesanti discriminazioni dalle forze di occupazione. In effetti, come ha ricordato il Presidente Papadopoulos, nella parte dell’isola occupata dai turchi quasi tutte le chiese, «tranne quelle che si possono contare sulle dita di una mano, sono diventate night club, hotel, stalle e siti militari».
Dal 1974, anno dell’occupazione militare, 133 fra chiese, cappelle e monasteri sono stati dissacrati, 78 convertiti in moschee, 28 utilizzati per fini militari e installazione di ospedali e 13 come depositi. Circa 15.000 icone sono state rimosse illegalmente e a tutt’oggi sono disperse.
Papadopoulos ha chiarito che Cipro non si oppone pregiudizialmente all’ingresso di Ankara nell’Unione Europea, ma chiede che questo avvenga secondo i criteri di Copenhagen, con l’adempimento di tutti i doveri della Turchia verso la UE e i suoi Paesi membri, incluso il loro riconoscimento. Quindi, con l’evacuazione dall’isola delle truppe turche e con la riunificazione e liberazione della parte occupata.