Fisici a convegno a Bologna. Un appello per il dopo petrolio. In cima al Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna svetta un “tetto solare” progettato dall’Enea. E’ grande quasi 14 mq ma riesce appena a produrre l’equivalente del fabbisogno di energia elettrica di tre persone (2080 KWh). E, naturalmente, solo se il sole splende a dovere. E’ solo uno dei tanti esempi emersi dal Convegno “Energia e Clima”, che ha riunito a Bologna i fisici Franco Prodi, Franco Battaglia, Giorgio Giacomelli, e Gianni Mattioli, insieme a Piero Angela, in città ieri per presentare il suo ultimo libro “La sfida del secolo”.
di Alessandra Nucci
Varie le obiezioni al solare, i costi stratosferici (25 centesimi / KWh, contro i 6 del nucleare), lo spazio necessario e la mancanza di autonomia (con l’eolico e il solare devono essere mantenuti gli impianti tradizionali, per coprire i momenti in cui il sole non c’è o non soffia il vento) In minoranza l’ex-Ministro per le Politiche comunitarie ed esponente dei Verdi, Mattioli, che ha premuto sul tasto del rischio scorie, ma concordato infine “guai a non continuare la ricerca sul nucleare”.
Molti i luoghi comuni aggrediti: la Danimarca ricava sì il 20 % dell’energia dall’eolico, grazie al vento di cui dispone, ma è uno dei paesi che più inquina in Europa perché il resto lo prende dal carbone. La Germania ha sì installato 18 gigawatt di potenza eolica, ma nel 2005 ne ha ricavato 6 gigawatt, ed è sempre a rischio blackout. «L’energia solare ed eolica vanno sviluppate al massimo ma rimarranno un fattore marginale», ha concluso Piero Angela, che ha insistito sull’importanza del fattore umano.
«Senza l’invenzione del motore non servono a niente né il petrolio né l’uranio – ha detto – e senza energia non c’è neanche democrazia. E’ l’energia infatti che ci permette di studiare, ragionare, associarci; di energia abbiamo bisogno se vogliamo essere una società libera, anche mentalmente»