di Antonio Gaspari
Sarà per il freddo e la neve che ha colpito tutto l’emisfero Nord del Pianeta, sarà per la crisi economica e finanziaria, sarà perchè l’ideologia ecologista catastrofista sta mostrando tutte le sue contraddizioni, sta di fatto che da più parti d’Europa sta emergendo una vera e propria ribellione contro le politiche dei sostenitori della teoria del global warming.
Come è noto, da oltre un decennio alle Nazioni Unite, all’Unione europea, ma anche nei vari governi, nei mass media, nelle associazioni ambientaliste, ci sono persone convinte che il mondo abbia la febbre. La causa, secondo i sostenitori di questa teoria, è che le attività industriali e lavorative condotte dall’umanità. stiano surriscaldando il pianeta. Per questo motivo con il protocollo di Kyoto hanno tentato di imporre severe politiche di riduzione dei gas serra, in particolare dell’anidride carbonica (CO2).
Politiche costose e inefficaci, ma che vengono continuamente riproposte. Dopo anni di accettazione passiva però, ci sono segnali forti di ribellione proprio in Europa.Già il governo di Silvio Berlusconi aveva fatto da apripista, chiedendo a dicembre di rinegoziare le quote in occasione dell’approvazione del pacchetto clima della Ue. Fu duramente criticato dall’opposizione e dalle associazioni ambientaliste, ma alla luce di quello che sta accadendo, la posizione del governo italiano è risultata in anticipo sui tempi.
A respingere le teorie catastrofiste del global warming e proporre un realismo produttivo ed un ambientalismo favorevole allo sviluppo sono stati il ministro dell’ambiente dell’Irlanda del Nord, ed i governi di Polonia e Repubblica ceca. Sammy Wilson ministro all’Ambiente dell’Irlanda del Nord, ha respinto la diffusione di una campagna pubblicitaria che sosteneva le teorie catastrofiche del global warming.
Il ministro irlandese ha spiegato di non credere che il fattore antropico sia la causa principale dei processi che determinano il clima. Secondo Sammy Wilson messaggi come quelli che suggeriscono che lo spegnimento di un apparecchio televisivo piuttosto che la messa in stand-by potrebbero salvare il pianeta, sono un evidente «nonsense». Il ministro ha precisato di essere assolutamente favorevole ad una politica di efficienza energetica, ma ha anche chiesto di voler capire meglio il legame che intercorre tra le emissioni di anidride carbonica e il riscaldamento globale.
Secondo quanto riportato dalla radio polacca il 10 febbraio, la Polonia ha denunciato la Commissione Europea perchè la richiesta della riduzione di un terzo (33%) nella produzione di CO2 nei prossimi tre anni interferisce nei programmi di sicurezza energetica ed in quelli di interesse economico della Nazione. La Polonia dipende per il 90% della sua produzione energetica dall’utilizzo del carbone e le politiche di riduzione della CO2 la metterebbero in serie difficoltà.
Il Governo polacco, che dibatterà la questione al Tribunale Europeo di Lussemburgo, è sostenuto nella denuncia anche dai governi di Slovacchia, Ungheria e Lituania, mentre la Commissione europea avrà dalla sua parte il governo della Gran Bretagna.
Vaclav Klaus, presidente della Repubblica Ceca, Paese che ha appena assunto la presidenza di turno dell’Unione Europea, in un articolo pubblicato sul Financial Times del 6 gennaio ha scritto che il governo ceco «non si farà paladino dell’allarmismo sul riscaldamento globale. I cechi sono persuasi che la libertà e la prosperità sono molto più a rischio di quanto non lo sia il clima.
Che i livelli attuali di innalzamento delle temperature globali siano straordinari non è provato. La spiegazione dei fattori che contribuiscono al global warming non è né chiara, né persuasiva. Qualsiasi azione mirante a mitigare il mutamento climatico si dimostrerà inutile e, quel che più conta, il genere umano ha dimostrato di essere sufficientemente adattabile ad un clima soggetto a cambiamenti incrementali. In realtà dovremmo volgere la nostra attenzione ad altre, più preoccupanti, questioni».
In Germania, paese che si è molto impegnato per raggiungere le quote di riduzione della CO2, come richiesto dal protocollo di Kyoro e come stabilito dalla Commissione europea, lo Spiegel Online, nella edizione del 10 febbraio, ha rivelato che «nonostante il boom di investimenti e di costruzioni di impianti solari ed eolici in Europa le emissioni di CO2 non sono diminuite di un solo grammo.
La rivolta contro le teorie del global warming si sta estendendo anche in Gran Bretagna. Il Catholic Herald del 6 febbraio ha rivelato che una associazione cattolica ha lanciato un durissimo attacco contro il movimento dei Verdi, descrivendo gli eccessi dell’ambientalisti come un ideologia più perniciosa del comunismo.
Per documentare quanto esagerata sia la teoria del global warming e quanto inaccettabile sia la richiesta di ridurre le nascite e limitare la produzione, la «Catholic Truth Society», un associazione londinese che gode del patrocinio del Vescovo ausiliare Paul Hendricks del Southwark, ha pubblicato un libro con il titolo Global Warming: How Should we Respond? L’autore è Russell Sparkes, un esperto di investimenti etici, il quale illustra come le tattiche politiche dei verdi sono simili a quelle dei marxisti, i quali invocavano il comunismo come unica soluzione per i mali del mondo.
I verdi infatti annunciano catastrofi e cataclismi se non vengono adottate le politiche da loro indicate. Sparkes si dice preoccupato perchè anche persone contrarie all’ideologia comunista e alcuni vescovi e preti cattolici hanno cominciato a credere alla teoria del global warming. Secondo l’autore britannico «chi sostiene che l’umanità è una specie tra le altre» e chi suggerisce che «l’umanità ha meno diritti degli altri animali a causa dei tanti danni che ha apportato al pianeta» esprime un punto di vista «incompatibile con il pensiero cristiano». Per questo motivo Sparkes è convinto che l’ideologia verde è contraria agli insegnamenti della Chiesa cattolica.