Per ora si interviene scegliendo l’embrione giusto, ma presto si modificherà il seme maschile
di Annalena Benini
Eugenetica? Sì, perché ci si sceglie la famiglia che si vuole, non più solo sana, anche perfettamente variegata. Si rideva volentieri in faccia a chi diceva che la diagnosi preimpianto apriva la strada agli occhi blu e ai capelli biondi in provetta, ora i medici americani raccontano che soddisfano volentieri le volontà monetizzabili di genitori decisi ad avere un maschietto.
“Sono i desideri dei pazienti – ha detto Jamie Grifo, direttore del centro di fertilità della New York University – chi siamo noi per decidere, per rifiutare, per gio care a Dio? Ho una notizia per voi: non cambieremo l’equilibrio di genere nel mondo. Abbiamo una manciata di richieste ogni anno, e le accontentiamo”. Spiega che si oppone al test sugli embrioni solo per la scelta del sesso, ma se bisogna già fare lo screening sugli embrioni per motivi medici, tanto vale regalare una femmina, se i pazienti la desiderano. Tanto vale.
Per ventimila dollari sarebbe scortese non includere anche la scelta del sesso. “Preferiamo farlo come bilanciamento familiare – ha spiegato il dottor Jeffrey M. Steinberg, che sta per aprire a Manhattan la sua quarta clinica che offre la scelta del sesso – ma non abbiamo mai mandato via qualcuno che arriva e dice: voglio che il mio primo figlio sia un maschio o una femmina. Se tutti dicessero che vogliono prima il maschio forse avremmo titubato, ma è cinquanta e cinquanta.
La scelta riproduttiva è una cosa molto personale: se non danneggia nessuno noi semplicemente andiamo avanti e diamo loro quello che vogliono”. (segue dalla prima pagina) Quello che vogliono è più spesso un maschio (in Cina, si sa, per via di questa preferenza mancano parecchi milioni di bambine e nel giro di quindici anni ci sarà un’eccedenza di trenta milioni di maschi), ed è in effetti questa l’unica preoccupazione etica dei medici: “Che la selezione del sesso solo perché i genitori la vogliono, senza ragioni mediche, possa incoraggiare pratiche discriminatorie”, come sta scritto in un editoriale sul giornale dell’American College of Obstetricians and Gynecologist.
Cioè si teme di diventare sessisti, ma non di praticare allegramente l’eugenetica e scegliersi la società umana che si preferisce, escludendo in maniera sistematica quel che non si desidera. Il fatto è, dicono, che gli scienziati stanno già mettendo a punto una nuova tecnica, per ora sperimentale, che potrebbe garantire ottime percentuali di riuscita nella determinazione del sesso del bambino senza toccare l’embrione, ma soltanto selezionando il seme.
Cioè: visto che è il seme e non l’ovulo che decide se il bambino sarà maschio o femmina, bisogna semplicemente modificare le cellule dello sperma (che di solito sono perfettamente bilanciate, maschili e femminili): rinforzare le cellule maschio, o viceversa a seconda dei desideri. “Seme arricchito”, lo chiamano, e l’arricchimento costa circa seimila dollari.
Novantuno per cento di successo in caso si desideri una femmina, settantasei se si vuole un maschio. Si chiama MicroSort, è “una conquista scientifica” da applaudire, e gli scienziati che la stanno applicando in una clinica della fertilità in Virginia spiegano che, per carità, accettano solo persone con disordini genetici o con necessità, appunto, di bilanciamento familiare: cioè non per i primi figli.
Dal secondo in poi, per variare, per bilanciare. Anche se qualcuno dice che comunque sarebbe ragionevole usare la scelta del sesso, non invasiva e che non comporta lo scarto degli embrioni sbagliati, almeno per il figlio unico. In modo da essere certi di non fallire.
E’ la famiglia su misura, quella magnifica nelle foto davanti all’albero di Natale, quella capace di soddisfare tutti i gusti, tutte le esigenze: adesso il fiocco rosa o azzurro, tra un’ora qualche altra caratteristica utile per un perfetto bilanciamento familiare.