L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) «censura i dati sulle morti» registrate dopo l’assunzione della pillola abortiva Ru486 e «sottovaluta gli effetti collaterali» del farmaco.
Occasione per lanciare un appello alle istituzioni affinché «intervengano tramite decreto legge a bloccare l’eventuale introduzione del farmaco».«Le donne morte per sepsi dopo l’assunzione della Ru486 sono 9 – riferisce il Mpv ambrosiano in una nota – e non 6 come sostiene l’Aifa nell’articolo. Se a queste si aggiungono le altre 7 donne decedute per ulteriori complicanze intervenute a seguito dell’assunzione della Ru486, si contano almeno 16 decessi finora conosciuti per il periodo 2001-2006».
L’associazione sottolinea quindi i punti non tenuti in conto dal documento dell’Aifa sulla Ru486:
1) «l’Aifa omette di dire che la mortalità per aborto farmacologico è 10 volte maggiore di quella per aborto chirurgico, come sottolinea il “New England Journal of Medicine”»;
2) «l’Aifa non menziona la discussione in corso riguardo l’eventualità di un trattamento antibiotico di prassi durante l’uso della Ru486. È utile somministrare antibiotici in via preventiva, infatti, per evitare rischi di infezioni, anche letali»;
3) «il “nodo” misoprostol, il farmaco cui è associata l’assunzione della Ru486. L’assunzione della Ru486 è associata a quella di una prostaglandina (misoprostol), prodotta dall’azienda Searle con il marchio Cytotec che stimola le contrazioni uterine per l’espulsione del feto. L’Aifa non ha mai registrato il Cytotec come uterotonico, ma solo come antiulcera, e non ha mai fornito la documentazione scientifica per farlo», sostiene l’Associazione che evidenzia come «la Searle non solo non ha mai voluto autorizzare l’uso del Cytotec per indurre l’aborto, ma ha anche ufficialmente messo in guardia dal farlo». Inoltre, nel sito dell’agenzia regolatoria americana Food and Drug Administration (Fda) si legge che fra gli effetti della iperstimolazione dell’utero da Cytotec, oltre che emorragie e stati di shock, c’é anche la morte della madre. In secondo luogo, il farmaco è teratogeno (effetti di malformazione su embrione);
4) secondo l’Associazione «le controindicazioni all’uso della Ru486 sono sottodimensionate dall’Aifa». La Fda dichiara infatti «950 effetti avversi segnalati spontaneamente, 9 casi di pericolo di vita, 116 trasfusioni di sangue, 88 infezioni di cui 18 severe, 6 eventi trombotici e 232 casi di ospedalizzazione»;
5) «l’Aifa non verifica il modo in cui sono calcolati i dati relativi all’efficacia della Ru486, che secondo la Fda è del 92%». Sono infatti «escluse dal conteggio le donne che iniziano la procedura di aborto medico e chiedono di terminarla per via chirurgica». Senza contare che i dati di efficacia della Ru486 in letteratura «sono discordanti».
Ribadendo la contrarietà del Mpv ambrosiano alla pillola abortiva, il Presidente Paolo Sorbi commenta: «Ci allarma sapere che una fonte autorevole come l’Aifa ometta tali lacune nel testo ufficiale sulla Ru486. È molto grave che le donne non vengano informate sufficientemente degli effetti collaterali». Da qui l’«appello perché prevalga il senso di responsabilità da parte delle istituzioni» conclude Sorbi.
Resta il fatto che, al di là delle sue conseguenze sulla salute della donna che l’assume, la Ru486 ha effetti devastanti sull’essere umano che quella donna ha in grembo: sopprime una creatura innocente.