Il Timone n.156 settembre-ottobre 2016
Angela Pellicciari
Asino, cane, re dei ratti, coccodrillo, larva, bestia, drago infernale: queste alcune delle variazioni del bestiario luterano contro i papi. L’odio per i papi e per Roma (compresa la sua fase imperiale) accompagna tutta la vita pubblica di Lutero dal 1520 al 1545, quando scrive il suo ultimo libro Contro il papato di Roma fondato dal diavolo.
Nel corso dei decenni, grazie all’aiuto dell’amico pittore e incisore Lucas Cranach il Vecchio, il “profeta della Germania” diffonde una serie numerosissima di immagini che si ripromettono di insegnare ai tedeschi, ai tedeschi ignoranti, la vera natura della corte romana col suo stuolo di frati, vescovi, cardinali e papi. Nel corso dei secoli di queste immagini si è persa traccia per l’eccessivo disgusto che sprigionano. All’inizio del “Novecento” però sono state riprodotte in piccoli fascicoli da due gesuiti (Hartmann Grisar e Franz Heege: Figure di battaglia di Lutero) che hanno dedicato a quest’impresa un faticoso lavoro di ricerca.
L’ODIO PER GLI EBREI
Se l’odio per Roma è una costante dell’animo luterano, quello per gli ebrei si aggiunge verso la fine della vita quando il “Mosè tedesco” si accorge con stupore che gli ebrei rifiutano di convertirsi al “puro” vangelo da lui predicato. Il testo Degli ebrei e delle loro menzogne compare nel 1543: “Cosa potremo fare noi Cristiani con l’odioso e maledetto popolo dei Giudei?”, si domanda Lutero. La risposta è offerta in sette salutaria consilia. Ne trascriviamo 3:
1) “É cosa utile bruciare tutte le loro Sinagoghe, e se qualche rovina viene risparmiata dall’incendio, bisogna coprirla di sabbia e fango, affinché nessuno possa vedere più nemmeno un sasso o una tegola di quelle costruzioni”;
2) “Siano distrutte e devastate anche le loro case private. Infatti, le stesse cose che fanno nelle Sinagoghe, le fanno anche nelle case”;
7) “Sia imposta la fatica ai Giudei giovani e robusti, uomini e donne, affinché si guadagnino il pane col sudore della fronte”
Anche di questo lavoro si perdono le tracce fino a quando il nazionalsocialismo lo ripropone nel 1936 e fino a quando all’ingresso dei campi di concentramento non compare la scritta Arbeit macht frei.
LIBERTÁ SENZA VERITÁ
Lutero, il più grande rivoluzionario del secondo millennio, si muove in nome di due principi: libertà e uguaglianza. È il dramma moderno della libertà senza verità: in una contraddizione insanabile, Lutero predica la libertà (da lui intesa come libertà da Roma e libertà valida per i soli principi) ma contemporaneamente nega la sua concreta possibilità perché nega il libero arbitrio. Lutero invita sì i tedeschi a essere liberi, ma contestualmente nega che gli uomini posseggano una libera volontà e di conseguenza nega la responsabilità individuale (De servo arbitrio, 1525). Lutero teorizza la doppia predestinazione: Dio crea gli uomini predestinandoli all’inferno o al paradiso, senza che questi possono far nulla per modificare la propria sorte.
In nome della libertà (da Roma), Lutero teorizza il libero esame: ognuno, assistito dallo Spirito Santo, legge e interpreta la Bibbia a modo suo. Dal libero esame alla sistematica diffusione della gnosi il passo è breve: scomparsa la verità teologica inabissatasi col soggettivismo, a cercare la verità resta solo la filosofia che si vuole autonoma dalla rivelazione. Il rifiuto della ragione di servirsi della rivelazione nella ricerca della verità è foriero di drammi sconfinati: la ragione metterà se stessa al posto di Dio ed elaborerà ideologie che produrranno crimini ed ecatombi senza fine. L’esatto contrario dell’uguaglianza.
PRINCIPALI CONSEGUENZE DELLE SCELTE DOTTRINALI E PRATICHE DI LUTERO
1) la cristianità è spaccata (contro l’esplicito comando di Gesù che ordina l’unità);
2) viene a formarsi uno spaventoso assolutismo sconosciuto nell’Europa cattolica. La libertas ecclesiae è annullata per decreto di un’autorità spirituale;
3) inizia una campagna furibonda d’odio contro Roma e la sua civiltà;
4) la guerra contro Roma è portata avanti con tutti i mezzi: non solo con le armi, anche con una propaganda menzognera che riscrive la storia dell’Occidente e della Chiesa a partire dalla volontà di potere del mondo protestante;
5) la Germania è privata delle sue radici culturali e religiose (col tempo sprofonderà nella mitologia pagana nordica);
6) in opposizione alla Chiesa cattolica, cioè universale come universale è il messaggio di Gesù, si formano chiese nazionali;
7) nasce la prima internazionale: quella protestante anticattolica;
8) la possibilità dei principi di appropriarsi “legalmente” dei beni della Chiesa scatena la guerra civile in Germania dove la popolazione non accetta che ad arricchirsi siano solo i principi e, a seguire, la guerra della maggior parte dell’Europa centrosettentrionale dove, con la scusa della conversione al credo protestante, sono molti ad avanzare pretese sui beni dei cattolici;
9) nel 1525 nasce la Prussia, frutto della privatizzazione dei beni appartenenti all’ordine teutonico operata dal loro gran maestro Alberto di Hohenzollern;
10) la gestione privatistica dei beni della Chiesa porta ad un impoverimento della popolazione: con la riforma protestante arriva il pauperismo.