21st Century Wire, 7 Marzo 2017
Theo Padnos, ostaggio statunitense sopravvissuto all’ordalia terroristica in Siria, consegna un impressionante messaggio alla combriccola USA-UK per il ‘cambio di regime’ in Siria.
[trad. Maria Carta, dal sito Ora pro Siria]
Nascosto sotto i volgari e sensazionalistici titoli in prima pagina ed i finti intrighi russi a Washington della scorsa settimana, il conduttore di FOX News Tucker Carlson ha diffuso una breve ma sorprendente intervista a Theo Padnos, giornalista americano che, per due anni (2012 – 2014), fu prigioniero in Siria dei terroristi di Al-Nusra, alias Al-Qaïda, sostenuti da USA-UK e dalle Monarchie del Golfo.
Nel corso degli ultimi sei anni, durante la presidenza di Barack Obama, funzionari statunitensi inadempienti, come Hillary Clinton e John Kerry, hanno occultato la vera natura dei cosiddetti “ribelli moderati” in Siria – etichettandoli ripetutamente come legittimi “combattenti per la libertà” “per una democrazia embrionale in Siria”. Padnos cancella l’inganno delle istituzioni governative statunitensi e dei media su questo tema, e ristabilisce la verità sulla violenza perversa dei cosiddetti “ribelli ‘, molti dei quali nemmeno siriani.
«Assassinano la gente per strada e utilizzano bambini come torturatori. Stanno distruggendo la società di quel Paese». «Alcuni sono interessati al denaro, altri al potere e altri ancora amano le armi. Per tutti loro, la jihad è una stagione meravigliosa (…). Hanno le chiavi di pickup nuovi fiammanti e del buon cibo gratis … »
«Laggiù, stanno edificando un vero e proprio arcipelago carcerario, con una moltitudine di prigionieri e una moltitudine di persone che a loro non piacciono».
«Un incredibile asse del potere per molti giovani uomini che nella loro esistenza non ne hanno avuto nessuno fino ad ora. Nelle regioni non controllate dal governo siriano, si sta sviluppando una situazione pericolosa».
L’intervistatore chiede poi a Padnos un giudizio sul governo di Assad, e alla CNN o alla NBC una risposta simile non si è mai sentita da alcuno degli “esperti” che, sin dallo scoppio delle ostilità nel 2011 e per tutti questi anni, hanno sostenuto pienamente il cambio di regime: «Il regime di Assad? In questo momento, circa 16 milioni di persone vivono in condizioni di sicurezza. Le scuole, le Università, e gli ospedali funzionano, e i vigili regolano il traffico nelle strade. Certo, non è la Svizzera – non è una società perfetta – penso che loro stessi lo ammettano. Chiunque voglia la pace in Siria saprà riconoscere e rispettare la pace che hanno in questo momento, anziché pregiudicarla e danneggiarla in qualunque modo – come ha fatto l’amministrazione Obama inviando missili e ogni genere di armi ai “ribelli” – il che mi è sembrato indecente perché ha distrutto la pace che c’era».
«Sussiste la realtà di “enclave” dei ribelli. Queste “enclave” non sono tranquille, certo che no. Sono state distrutte. Guarda, è una guerra civile. Nelle “enclave” dei ribelli vive solo una minoranza della popolazione. La maggior parte dei Siriani vivono in una relativa calma sotto il regime di Assad. Sì, questo è preferibile ai bombardamenti e alle crocifissioni nelle strade a cui si assiste, all’assassinio di cittadini, alle torture e all’imprigionamento indiscriminato che i terroristi [i terroristi “ribelli”] esercitano.