“Università di Casa Famiglia” – Carnago (Varese)
a.a. 2009-2010
Questioni di attualità storico-religiosa
di Andrea Menegotto
Il «panico morale» riguardante i preti pedofili e la «Lettera ai cattolici dell’Irlanda»
di Papa Benedetto XVI
- Un problema che «non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa» («Lettera ai cattolici dell’Irlanda»)
- Chiesa ferita e disorientata, «crimini abnormi», «vergogna e disonore», violazione della dignità delle vittime, colpo inferto alla Chiesa «a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione
- Mancata applicazione del Diritto Canonico, al contrario di quanto vorrebbe la stampa laicista che attribuisce grossolanamente ad alcune norme del Diritto Canonico una leggerezza nel condannare gli abusi (la scomunica nell’Istruzione Crimen sollicitationis del 1962 [riedizione del 1922] era per chi non denunciava gli abusi, non per chi li denunciava).
- Trascuratezza della vita spirituale dei sacerdoti
(a) Il concetto di «panico morale» [Philip Jenkins]
Il concetto è nato negli anni 1970 per spiegare come alcuni problemi siano oggetto di una «ipercostruzione sociale». Caratteristiche principali:
– problemi socialmente costruiti, caratterizzati da una amplificazione sistematica dei dati reali, sia nella rappresentazione mediatica sia nella discussione politica
– problemi sociali che esistono da decenni sono ricostruiti nelle narrative mediatiche e politiche come «nuovi», o come oggetto di una presunta e drammatica crescita recente
– la loro incidenza è esagerata da statistiche folkloriche che, benché non confermate da studi accademici, sono ripetute da un mezzo di comunicazione all’altro e possono ispirare campagne mediatiche persistenti
– fondamentale il ruolo nella creazione e gestione dei panici di «imprenditori morali» le cui agende non sono sempre dichiarate.
(b) Un problema comunque reale
-
Intediamoci: i panici morali hanno ai loro inizi condizioni obiettive e pericoli reali. Non inventano l’esistenza di un problema, ma ne esagerano le dimensioni statistiche
-
Infatti, esistono preti pedofili e se anche ci fossero soltanto due casi, sarebbero due casi di troppo. Alcuni casi sono insieme sconvolgenti e disgustosi, hanno portato a condanne definitive e gli stessi accusati non si sono mai proclamati innocenti. Questi casi – negli Stati Uniti, in Irlanda, in Australia – spiegano le severe parole del Papa e la sua richiesta di perdono alle vittime
-
USA – Il 4% dei sacerdoti americani sono «pedofili», come spesso affermano i mass-media? Niente affatto: il 78,2% delle accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pubertà. Avere rapporti sessuali con una diciassettenne non è certamente una bella cosa, tanto meno per un prete, ma non si tratta di pedofilia.
1950-2002 (studio Jay College)
– totale preti cattolici: oltre 109.000 – preti accusati: 958 (media: 18/anno) -
– preti condannati: 54 (media: 1/anno)
-
IRLANDA (Rapporto Ryan, 2009)
– totale allievi di collegi: 25.000
– accuse di abusi sessuali da parte di ragazzi: 253
– accuse di abusi sessuali da parte di ragazze: 128
non tutte da parte di sacerdoti o religiosi e poche condanne
-
USA – la presenza di pedofili è – a seconda delle denominazioni – da due a dieci volte più alta tra i pastori protestanti rispetto ai preti cattolici
-
numero professori di ginnastica e allenatori di squadre sportive giovanili giudicato colpevole per il reato di abusi su minori dai tribunali statunitensi sfiora i 6.000 in un periodo in cui si contano circa 100 condanne per lo stesso reato a carico di sacerdoti cattolici
la maggior parte dei pastori protestanti è sposata, così come professori di ginnastica e allenatori
(e) Omosessualità e pedofilia
Per oltre l’80% i pedofili sono omosessuali, maschi che abusano di altri maschi
Oltre il 90% dei sacerdoti cattolici condannati per abusi sessuali su minori e pedofilia è omosessuale.
(f) Gli «imprenditori morali»
Perché riesumare nel 2010 casi vecchi o molto spesso già noti, al ritmo di uno al giorno, attaccando sempre più direttamente il Papa?
-
«indebolimento della fede»
-
«tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo»
-
«Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede e la rendono capace di crescere, come ad esempio la frequente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annuali [furono] disattese»
-
«perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti»
-
«Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo fu a volte frainteso»
-
Ermeneutica della discontinuità e della rottura
-
La grande maggioranza delle persone si dichiara ancora credente, ma in alcuni Paesi il numero di praticanti cattolici e protestanti è sceso in modo particolarmente drastico negli ultimi cinquant’anni
-
Dal divorzio all’aborto e all’omosessualità la società e le leggi tengono sempre meno conto dei precetti delle Chiese
C’è stato del resto un Sessantotto nella società e anche un Sessantotto nella Chiesa: proprio il 1968 è l’anno del dissenso pubblico contro l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI
Punto di non ritorno nella crisi del principio di autorità nella Chiesa Cattolica
Negli anni 1960 ci fu un’autentica rivoluzione, che assestò un colpo durissimo alla «tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici» (Plinio Corrêa de Oliveira: Quarta Rivoluzione, in interiore homine)
Essa contagiò «anche sacerdoti e religiosi», determinò fraintendimenti nell’interpretazione del Concilio, causò «insufficiente formazione, umana, morale e spirituale nei seminari e nei noviziati»