di Rino Cammilleri
Solo dopo il crollo del blocco sovietico si è venuti a conoscenza delle apparizioni mariane avvenute in Lituania nel 1962. Il luogo, Skiemoniai, si trova nella diocesi di Panevezys e sul territorio dell’allora fattoria collettiva Janonai. Il venerdì 13 giugno del 1962 la contadina diciottenne Francesca Romana Macuys verso le undici di sera vide la Madonna che stava in piedi su un altare circondato da candele accese.
Le sue mani erano sollevate in atteggiamento di preghiera, i capelli le ricadevano sulle spalle, portava un abito bianco cinto da una fascia azzurra. E taceva. Questa fu la prima apparizione.
La seconda avvenne l’indomani, stessa ora. Questa volta sull’altare c’era una tovaglia bianca con tante piccole croci sopra. La Vergine teneva le mani giunte. La ragazza, preso coraggio, le chiese come mai si mostrasse a lei e non ai preti o ai vescovi. Le fu risposto che il motivo stava nella sua bontà personale. Seguì un colloquio, in cui la Madonna reiterò l’invito alla preghiera, al sacrificio, al digiuno e all’osservanza dei precetti della Chiesa.
Poi aggiunse che, in caso di persecuzione, avrebbe pensato lei a proteggere la veggente. Infine, promise un miracolo e disse che non sarebbe più apparsa. La notizia si diffuse e in quel luogo venne costruito un altare con sopra l’immagine di Maria secondo le descrizioni della veggente. Cominciarono i pellegrinaggi spontanei e il 25 luglio la folla poté vedere una luce accecante illuminare l’intera zona. Seguirono, ovviamente, arresti, minacce e interrogatori. Perfino un incendio doloso all’altare e all’immagine.
Il Giornale 13 giugno 2005