Che cos’è la massoneria: […] (note)

Saggio tratto da: CESNUR. CENTRO STUDI SULLE NUOVE RELIGIONI

Massoneria e religioni

a cura di Massimo Introvigne, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1994

(pubblicato per gentile concessione dell’Editore).

CHE COS’E’ LA MASSONERIA:

IL PROBLEMA DELLE ORIGINI, L’ORIGINE DEL PROBLEMA

di Massimo Introvigne

(1) Frances Yates, L’Illuminismo dei Rosa-Croce, tr.it., Einaudi, Torino 1976, p. 247.(2) Se esiste uno specifico relativismo esoterico, non tutte le forme dell’esoterismo sono relativiste: la presunta “concordanza” fra tutte le religioni (o fra tutte le religioni “tradizionali”) nel loro “nucleo segreto” è una caratteristica secondaria e non primaria dell’esoterismo, e non si ritrova in tutte le forme dello stile di pensiero esoterico (cfr. Antoine Faivre, L’esoterismo. Storia e significati, tr.it., SugarCo, Milano 1993, pp. 33-34).
(3) Cfr. sul punto il mio “Società complessa e conversioni religiose”, Ho Theólogos, anno X (1992), n. 3, pp. 287-311.
(4) Cfr. F. Yates, op.cit.; più diffusamente Roland Edighoffer, Rose-Croix et société idéale selon Johann Valentin Andreae, 2 voll., Alma Artis, Parigi 1982.
(5) Cfr., come rappresentativo di una vasta letteratura sul punto, Christopher McIntosh, The Rose Cross and the Age of Reason. Eighteenth-Century Rosicrucianism in Central Europe and its Relationship to the Enlightenment, E.J.Brill, Leida 1992.
(6) Cfr. David Stevenson, The Origins of Freemasonry: Scotland’s Century 1590-1710, Cambridge University Press, Cambridge 1988; Id., The First Freemasons. Scotland’s Early Lodges and Their Members, Aberdeen University Press, Aberdeen 1988. Ma cfr. già l’opera, tuttora indispensabile, di Douglas Knoop – G.P. Jones, The Genesis of Freemasonry. An account of the rise and development of Freemasonry in its operative, accepted and early speculative phases, Manchester University Press, Manchester 1947.
(7) Ibid., pp. 129-159.
(8) Ibid., p. 41. Non mancano, peraltro, teorie etimologiche secondo cui “mestiere” sarebbe derivato originariamente, appunto, da “mistero”.
(9) Cfr. Douglas Knoop – G.P. Jones – Douglas Hamer, The Two Earliest Masonic Mss. The Regius Ms. The Cooke Ms., Manchester University Press, Manchester 1938. Nei manoscritti troviamo anche elementi di tipo regolamentare e amministrativo che in parte saranno adattati e utilizzati anche per la massoneria “accettata” e “speculativa”.
(10) D. Knoop – G.P. Jones, The Genesis of Freemasonry. An account of the rise and development of Freemasonry in its operative, accepted and early speculative phases, cit., p. 77.
(11) Alexander Horne, King Solomon’s Temple in the Masonic Tradition, The Aquarian Press, Wellingborough (Northamptonshire) 1972.
(12) D. Knoop – G.P. Jones, op.cit., p. 87.
(13) Ibid., pp. 93-94.
(14) Per queste date di nascita e di morte – le più attendibili, ma oggetto di vivaci dispute – cfr. lo studio fondamentale su Robert Kirk: Mario M. Rossi, Il cappellano delle fate, in appendice a Robert Kirk, Il Regno Segreto, tr.it., 3a ed., Adelphi, Milano 1993, pp. 95-289 (la 1a ed.it. – Giannini, Napoli 1964 – comprende anche un’edizione critica del testo inglese, con testo italiano a fronte).
(15) R. Kirk, op.cit., p. 63.
(16) Ibid., p. 63, nota 1.
(17) Edinburgh Register House Ms., in Douglas Knoop – G.P. Jones – Douglas Hamer (a cura di), The Early Masonic Catechisms, Manchester University Press, Manchester 1943, p. 31.
(18) D. Knoop – G.P. Jones, The Genesis of Freemasonry. An account of the rise and development of Freemasonry in its operative, accepted and early speculative phases, cit., pp. 89-90.
(19) Ibid., pp. 132-135.
(20) Una buona edizione critica (in inglese con traduzione francese a fronte) è Anderson’s Constitutions – Constitutions d’Anderson 1723, a cura di Daniel Ligou, 4a ed., EDIMAF, Parigi 1990.
(21) È questa l’interpretazione autorevole di Henry Wilson Coil, Coil’s Masonic Encyclopedia, a cura di William Moseley Brown, William L. Cummings e Harold Van Buren Voorhis, Macoy Publishing & Masonic Supply, New York 1961, voce Religion, p. 516.
(22) The Working Group Established by the Standing Committee of the General Synod of the Church of England, Freemasonry and Christianity: Are They Compatible?, Church House, Londra 1987, p. 30.
(23) Richard Sandbach, Understanding the Royal Arch, Lewis Masonic Books, Addlestone, Weybridge (Surrey) 1992, p. 45. Al momento di pubblicare l’opera, l’autore era responsabile dell’Arco Reale in due provincie inglesi da quattordici anni.
(24) Stephen Knight, The Brotherhood. The Secret World of the Freemasons, Granada, Londra 1984, pp. 236-240.
(25) Roy A. Wells, Some Royal Arch Terms Examined, 2a ed. ampliata, Lewis Masonic Books, Londra 1988, pp. 54-58.
(26) Discours prononcé à la Réception des FreeMasons par Mr. de Ramsay, Parigi 1737.
(27) L’opera più completa su queste vicende è ancora quella di René Le Forestier, La Franc-Maçonnerie Templière et Occultiste aux XVIIIe et XIXe siècles, 2a ed. a cura di Antoine Faivre, 2 voll., La Table d’Émeraude, Parigi 1977.
(28) Naturalmente, il Rito scozzese è più antico della sua formulazione americana del 1801: cfr. l’opera molto importante di Claude Guérillot, La Genèse du Rite Écossais Ancien et Accepté, Guy Trédaniel Éditeur, Parigi 1993.
(29) Su Albert Pike circolano “demonizzazioni” antimassoniche e agiografie massoniche altrettanto esagerate, ma non mancano opere attendibili: cfr. Frederick Allsopp, Albert Pike, Parke-Harper Company, Little Rock 1928; Walter Brown, Albert Pike, tesi di dottorato, University of Texas 1955; Robert E. Duncan, Reluctant General. The Life and Times of Albert Pike, E.P. Dutton and Co., New York 1961.
(30) Su queste tematiche cfr. due opere, di autori favorevoli alla massoneria, che costituiscono le più complete messe a punto storiche disponibili oggi in lingua italiana: Michele Moramarco, Nuova Enciclopedia Massonica, 2 voll., Centro Studi Albert Schweitzer, Reggio Emilia 1989; Aldo Alessandro Mola, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, Milano 1992.
(31) Le Costituzioni di Anderson escludono gli “atei stupidi” e “soprattutto dopo il 1914 certi massoni belgi e francesi sostennero che l’accesso di un ateo non sarebbe stato vietato da Anderson e dai suoi amici purché si trattasse di un ateo non ‘stupido’” (cioè di un ateo capace di argomentare filosoficamente in favore del suo ateismo); ma anche un esponente del Grande Oriente francese considera questo argomento “anacronistico” rispetto alle intenzioni di Anderson (D. Ligou, op.cit., p. 49) e la Gran Loggia di Londra non lo ha mai preso seriamente in considerazione.
(32) Cfr. Giuliano Di Bernardo, Filosofia della massoneria, Marsilio, Venezia 1987.
(33) Sul tentativo di Fera di fondare una Chiesa nazionale protestante italiana cfr. Giorgio Spini, L’Evangelo e il berretto frigio. Storia della Chiesa Cristiana Libera in Italia, Claudiana, Torino 1971, pp. 171-221.
(34) Così Michele Moramarco, Piazza del Gesù (1944-1968). Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana, Centro Studi Albert Schweitzer, Reggio Emilia 1992, p. 15. Questo testo è fondamentale per ricostruire un albero genealogico degli scismi della massoneria “neo-ferana”.
(35) Per una mappa delle principali “massonerie di frangia” cfr. il mio Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, SugarCo, Milano 1990, pp. 157-175. Sui rapporti fra Cagliostro e le massonerie si troveranno utili informazioni in Daniela Gallingani (a cura di), Presenza di Cagliostro. Atti del Convegno Internazionale “Presenza di Cagliostro” – San Leo 20, 21, 22 Giugno 1991, Centro Editoriale Toscano, Firenze 1994.
(36) Cfr. il mio Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, cit., per la nozione di “nuovo movimento magico” e per le relazioni dei nuovi movimenti magici con la massoneria.
(37) Sui movimenti di tipo teosofico cfr. il mio Le nuove Religioni, SugarCo, Milano 1989, pp. 267-288.
(38) Sull’origine e il significato di questi ordini un contributo importante – anche se eccessivamente influenzato da un accostamento psicoanalitico alla storia delle fraternità – è offerto da Mark C. Carnes, Secret Ritual and Manhood in Victorian America, Yale University Press, New Haven-Londra 1989.
(39) H.W. Coil, op.cit., p. 517.
(40) Andrea Tornielli, “Dio salvi la Regina e la sua loggia”, 30 giorni, anno X, n. 12, dicembre 1992, pp. 48-50 (p. 50).
(41) Alain Gérard, “Franc-maconnerie et catholicisme”, Humanisme, n. 181-182, settembre 1988, pp. 33-38.
(42) Cfr. la reazione alle accuse di “relativismo” di un massone della Gran Loggia d’Inghilterra: Christopher Haffner, Workman Unashamed. The Testimony of a Christian Freemason, Lewis Masonic Books, Shepperton 1989, pp. 166-174. L’autore cita un certo numero di teologi cattolici e protestanti contemporanei di cui fa notare che esaltano un relativismo più radicale di quello imputato al metodo massonico: in diversi casi ha ragione, ma questa circostanza non dimostra che il metodo massonico non sia relativista.
(43) Così, in una pregevole analisi del problema filosofico del relativismo in genere, Arturo Damm Arnal, Falacias Filosóficas, MiNos, Città del Messico 1991, pp. 38-48.
(44) Lynn Dumenil, Freemasonry and American Culture 1880-1930, Princeton University Press, Princeton (New Jersey) 1984, p. 70. Le due citazioni sono tratte da Masonic Proceedings of North Carolina, 1900, p. 39 e da Trestleboard n. 8, novembre 1894, p. 1.
(45) Cfr. per l’Italia Tina Tomasi, Massoneria e scuola dall’unità ai nostri giorni, Vallecchi, Firenze 1980; per la Francia Pierre Chevallier, La Séparation de l’Église et de l’école. Jules Ferry et Léon XIII, Fayard, Parigi 1981.
(46) Joseph Fort Newton, The Builders. A Story and Study of Freemasonry, 2a ed. accresciuta, Macoy Publishing and Masonic Supply Co., Richmond (Virginia) 1951, p. 263.
(47) Cfr. sul punto l’interessante testo di Jean-Claude Wartelle, Les Tribulations de GADLU, Grand Architecte de son état. Le problème de Dieu dans la Franc-Maconnerie, Éditions du Borrego, Le Mans 1993, che polemizza con alcune posizioni storiche del Grande Oriente di Francia da una prospettiva massonica che potremmo definire più “tradizionalista”. Anche in questa prospettiva “spiritualismo” si oppone a “materialismo”, non a “naturalismo”, dal momento che è certamente possibile – anzi, storicamente comune e diffuso – un naturalismo di tipo non materialista ma più o meno vagamente spiritualista.
(48) Anti-Masonic leaflet, 1698, in Douglas Knoop – G.P. Jones – Douglas Hamer (a cura di), Early Masonic Pamphlets, 2a ed., Q.C. Correspondence Circle, Londra 1978, pp. 34-35.
(49) Cfr. il mio “Il movimento “anti-sette” laico e il movimento “contro le sette” religioso: strani compagni di viaggio o futuri nemici?”, Cristianità, anno XXI, n. 217, maggio 1993, pp. 15-21. Per una valutazione teologica e pastorale dei movimenti “anti-sette” e “contro le sette” cfr. Mons. Giuseppe Casale, Nuova religiosità e nuova evangelizzazione, lettera pastorale del 6 marzo 1993, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 1993, pp. 35-38.
(50) Cfr. William Preston Vaughn, The Anti-Masonic Party in the United States 1826-1843, University Press of Kentucky, Lexington (Kentucky) 1983; Paul Goodman, Towards a Christian Republic. Antimasonry and the Great Transition in New England 1826-1836, Oxford University Press, Oxford – New York 1988.
(51) Gianni Cipriani, I mandanti. Il patto strategico tra massoneria mafia e poteri politici, Editori Riuniti, Roma 1993.
(52) Giuseppe De Lutiis, Prefazione, ibid., pp. XIII, XVII.
(53) G. Cipriani, op.cit., pp. 175-186.
(54) Si troverà qualche commento nell’opera della scrittrice russa Nina Berberova, Les Francs-macons russes du XXe siècle, tr.fr., Les Éditions Noir sur Blanc/Actes Sud, Parigi 1990.
(55) John Ankenberg – John Weldon, The Secret Teachings of the Masonic Lodge: A Christian Perspective, 2a ed. accresciuta, Moody Press, Chicago 1990, p. 78.
(56) Un esempio evidente è il libro di William Schnoebelen, Masonry Beyond The Light, Chick Publications, Chino (California) 1991. Ho descritto la carriera, a suo modo straordinaria, di William Schnoebelen, autore di opere anti-massoniche, anti-mormoni e anti-cattoliche che afferma falsamente di essere stato un sacerdote cattolico, nel mio “Quand le Diable se fait Mormon. Le Mormonisme comme complot diabolique: l’affaire Schnoebelen”, Politica Hermetica, n. 6 (1992), pp. 36-54.
(57) Cfr. Robert Bellah – Frederick E. Greenspahn (a cura di), Uncivil Religion: Interreligious Hostility in America, Crossroad, New York 1987.
(58) Léo Taxil, “Discours prononcé le 19 avril 1897 à la Salle de la Société de Géographie”, Le Frondeur, 25 aprile 1897 (tr.it.: La più grande mistificazione antimassonica, Edinac, Roma 1949; reprint: ECIG, Genova 1993). In questo discorso Taxil si confessa tra l’altro autore di una “circolare dogmatica” “scritta da me a Parigi ma gabellata come giunta da Charleston” (ibid., pp. 73-74) datata 14 giugno – altre volte citata, forse in omaggio alla Rivoluzione francese, con la data del 14 luglio – 1889 firmata “Albert Pike”, dove si menzionano Lucifero “Dio della Luce e Dio del Bene” e Adonai (il Dio dei cristiani) “Dio delle Tenebre o del Male”. Secondo questo documento “l’assoluto può soltanto esistere in forma di due dei”: così “Lucifero è Dio e sfortunatamente Adonai è anch’egli dio”. La “circolare” apocrifa firmata Albert Pike ha avuto una singolare fortuna: riprodotta da Edith Star Miller, “Lady Queenborough”, Occult Theocrasy, 2 voll., presso l’Autrice, Parigi 1933, vol. I, pp. 220-221, è passata – attraverso il successo di questa autrice, ingenua nel prestare fede anche sui punti più incredibili a Taxil ma più volte ristampata – in una parte della letteratura anti-massonica contemporanea, anche cattolica, che o ignora il collegamento con Taxil oppure – per non citare Taxil – cita la Miller o il giornalista anti-massonico francese Abel Clarin de la Rive (1855-1914) che aveva riprodotto la “circolare dogmatica” nel suo La Femme et l’enfant dans la Franc-Maconnerie universelle. D’après les documents officiels de la secte (1730-1893), Delhomme et Briguet, Parigi 1894, p. 588. Nel 1934 la polemista anti-massonica (e antisemita) russo-americana Paquita Shishmarev, che scriveva con lo pseudonimo di Leslie Fry, in un’opera discutibile quanto all’impostazione ma ricca di documentazione prima inedita (Léo Taxil et la Franc-Maconnerie. Lettres inédites publiées par les amis de Monseigneur Jouin, British-American Press, Chatou 1934) ha mostrato come nelle parti relative ad Albert Pike La Femme di Clarin de la Rive dipendeva da Taxil, che Clarin de la Rive non mancava del resto di ringraziare. Clarin de la Rive – dopo il caso Taxil – proseguì la sua carriera di polemista anti-massonico in una chiave meno “diabolistica”, senza più far ristampare La Femme.
(59) Se ne troverà una ricostruzione dettagliata nel mio Indagine sul satanismo. Satanisti e anti-satanisti dal Seicento ai nostri giorni, Mondadori, Milano 1994.
(60) Tra i primi a smascherare Léo Taxil come impostore vi fu monsignor Henri Delassus (1836-1921), che pure non era certamente secondo a nessuno per il vigore della sua critica anti-massonica. Léo Taxil cercò – invano – di screditare monsignor Delassus insinuando che si trattava di un infiltrato della massoneria.
(61) Cfr., per una prima introduzione, François Vindé, L’Affaire des Fiches. 1900-1904. Chronique d’un scandale, Éditions Universitaires, Parigi 1989; Pierre Chevallier, Histoire de la Franc-Maçonnerie Française. III. La Maçonnerie: Église de la République (1877-1944), Fayard, Parigi 1975, pp. 71-116.
(62) Il nome di Bidegain è sinonimo di “traditore” per la massoneria francese, e sembra certo che egli ricevette del denaro per la sua attività di infiltrato: tuttavia anche la storia di Bidegain – come quella di Taxil – è più complicata di quanto non sembri a prima vista. A un certo punto almeno della sua avventura egli sembra essersi davvero convertito al cattolicesimo e fu l’eloquenza di Bidegain (che evidentemente doveva sembrargli sincera) a convincere il futuro monsignore Ernest Jouin (1844-1932) a dedicare la sua vita alla lotta contro la massoneria.
(63) Ho discusso questo problema nella parte introduttiva del mio Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, cit.
(64) “Incompatibilità tra fede cristiana e massoneria”, L’Osservatore Romano, 23 febbraio 1985, e in questo volume, Appendice IV.
(65) Ibid.
(66) Cfr. il n. 7-8 Mafia del settembre 1989-gennaio 1990 di Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali; e Paolo Pezzino, Una certa reciprocità di favori. Mafia e modernizzazione violenta nella Sicilia postunitaria, Franco Angeli, Milano 1990.
(67) Il collegamento dottrinale sarebbe in questo caso l’anticlericalismo che si sarebbe espresso in Sicilia, sul piano pratico, nell’acquisto dei beni ecclesiastici punito dalla Chiesa con la scomunica ma che, secondo queste ipotesi storiografiche, oltre a favorire lo sviluppo di un ceto possidente filo-piemontese e liberale, si situerebbe alle origini del potere economico della mafia moderna (cfr. P. Pezzino, op.cit.). Naturalmente il fatto che nell’Ottocento si trovino sacerdoti cattolici siciliani sia nella mafia che nelle massonerie (ibid.) non è sufficiente a confutare questo quadro ipotetico, dal momento che una minoranza del clero manteneva certamente un atteggiamento “liberale” e ostile alla gerarchia.
(68) Catechismo della Chiesa cattolica (1992), nn. 1882-1885.
(69) Cfr. David Brion Davis, “Some Themes of Countersubversion: An Analysis of Anti-Masonic, Anti-Catholic, and Anti-Mormon Literature”, Mississippi Valley Historical Review, vol. 47 (1960), pp. 205-224.
(70) Ho descritto questo processo nel mio Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, cit.
(71) Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia dalle origini alla Rivoluzione francese, La Nuova Italia, Firenze 1984, p. 29.
(72) Cfr. Vincenzo Ferrone, I profeti dell’Illuminismo. Le metamorfosi della ragione nel tardo Settecento italiano, Laterza, Roma-Bari 1989.
(73) Abbiamo affrontato questo interrogativo in M. Introvigne – Michael W. Homer, Introduzione. Cottingley, o il trionfo del positivismo, in Arthur Conan Doyle, Il ritorno delle fate, ed.it., SugarCo, Milano 1992, pp. 7-45.
(74) Cfr. sul punto il mio Il ritorno dello gnosticismo, SugarCo, Milano 1993.
(75) Scottish Rite Journal, febbraio 1993.
(76) Home Mission Board, Southern Baptist Convention, A Report on Freemasonry, 17 marzo 1993.
(77) Interfaith Witness Department, Home Mission Board, Southern Baptist Convention, A Study of Freemasonry, Home Mission Board of the Southern Baptist Convention, Atlanta 1993.
(78) Cfr. per esempio James L. Holly, The Southern Baptisty Convention and Freemasonry, vol. I e II, Mission and Ministry to Men, Inc., Beaumont (Texas) 1993.
(79) Home Mission Board, Southern Baptist Convention, A Report on Freemasonry, cit., p. 6.
(80) Cfr., sulla “grande controversia” tra i Battisti del Sud, James C. Hefley, The Truth in Crisis. The Controversy in the Southern Baptist Convention, 5 voll., Criterion Publications (vol. 1) – Hannibal Books (voll. 2-5), Hannibal (Missouri) 1986-1990; Ellen M.Rosenberg, The Southern Baptists: A Subculture in Transition, University of Tennessee Press, Knoxville (Tennessee) 1989; Bill J. Leonard, God’s Last and Only Hope. The Fragmentation of the Southern Baptist Convention, William B. Eerdmans, Grand Rapids (Michigan) 1990; Nancy Tatom Ammerman (a cura di), Southern Baptists Observed. Multiple Perspectives on a Changing Denomination, University of Tennessee Press, Knoxville (Tennessee) 1993.
(81) […]
(82) Mons. G. Casale, op.cit., p. 88.
(83) Per questi dati cfr. il mio Società complessa e conversioni religiose, cit.

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