da La Nuova Bussola quotidiana
27 Ottobre 2018
Con una voluta ambiguità la Chiesa sta per oltrepassare un confine mai attraversato in duemila anni: dichiarare che un “abominio” è una forma autentica di amore. La spinta a usare la terminologia Lgbt nei documenti del Sinodo dei giovani è frutto di una corrente teologica le cui tesi sono già state condannate per eresia, perché portano al rifiuto dell’ordine della Creazione.
di Tommaso Viglezio
La Chiesa sta per oltrepassare un confine mai attraversato in duemila anni di storia: dichiarare che un atto di egoismo condannato dalla Sacra Scrittura come “abominio” è una forma autentica di amore.
Solo l’eresia gnostica, nelle sue varie forme storiche, era arrivata a dichiarare l’omosessualità, la fornicazione, l’aborto, l’adulterio, l’onanismo e ogni altra infrazione dei dieci comandamenti come espressioni di liberazione della scintilla divina nascosta nel bruto corpo umano. Ma era un’eresia, anzi sarebbe più preciso chiamarla non un’eresia ma l’eresia che culmina nel culto di Satana, considerato da tutte le sette gnostiche il vero amico dell’uomo.
All’interno della Chiesa cattolica solo il lassismo morale, attaccato da Pascal nelle sue Lettres Provinciales, si avvicina a quello che sta accadendo oggi: diversi teologi nel 1600, soprattutto gesuiti, formularono teorie per giustificare assassini, ladri, abortisti, bugiardi, adulteri, ecc. (vedere Denzinger, Propositiones damnatae in Decr. S. Officii, 28 agosto, et in Const. ‘Caelestis Pastor’, 20 novembre 1687); tuttavia non arrivarono mai a giustificare tali peccati di per sé ma volevano assolvere il peccatore la cui intenzione poteva essere interpretata come non-peccaminosa (dottrina dell’intenzionalità dell’atto) o era stato fuorviato dal parere probabiledi un teologo (dottrina del probabilismo). In ogni caso, nessuno dei sostenitori del lassismo morale ha mai pensato di qualificare l’atto peccaminoso in sé come una forma di virtù e, eventualmente, il lassismo morale fu condannato da Innocenzo XI nel 1687.
Le dichiarazioni di padre James Martin a Dublino (Incontro mondiale delle famiglie) sull’assoluta necessità non solo di accogliere le coppie LGBT nelle parrocchie ma di affidar loro compiti pastorali, poiché sono più compassionevoli degli altri parrocchiani e quindi più vicini agli ideali del Vangelo, sono un’assoluta novità nella storia della Chiesa cattolica. Fr. Martin, nominato consulente per il dicastero per la comunicazione, nel suo libro Building a Bridge sostiene le stesse idee ed è stato elogiato da numerosi vescovi e cardinali, tra cui Tobin, Cupich e Farrell, che, come prefetto del potenziato dicastero per i laici, ha invitato James Martin parlare all’Incontro delle famiglie di Dublino.
1. L’intervento ufficiale di James Martin a Dublino e l’Instrumentum Laboris
Con il discorso di Martin e l’Instrumentum Laboris del Sinodo per i giovani, si è attraversato un mai superato confine, un Rubicone spirituale che varcato provocherà un conflitto o l’imposizione di una nuova ortodossia. Martin afferma che gli uomini non scelgono la loro inclinazione sessuale o il loro genere: è loro dato; da chi? L’unica risposta è che sono stati creati da un Dio che ha assegnato loro sesso e genere sbagliati. Pertanto, non esiste più una differenza tra un atto sessuale al di fuori del matrimonio e un atto sessuale nel matrimonio, né tra relazioni omosessuali e relazioni eterosessuali.
Sulla stessa linea si situa l’Instrumentum Laboris che non parla più di tendenza omosessuale, come fa il Catechismo, ma di coppie LGBT che hanno rapporti sessuali. L’inclusione della terminologia LGBT nell’Instrumentum Laboris del Sinodo Giovanile è un novumassoluto. La frase dell’Instrumentum Laboris in cui il termine appare è estremamente ambigua, presentando una preoccupazione pastorale e nella forma di una domanda che cerca una risposta: “Alcuni giovani LGBT … vogliono godere di una maggiore vicinanza e sperimentare una maggiore cura da parte della Chiesa, mentre alcuni vescovi si chiedono cosa suggerire ai giovani che decidono di creare coppie omosessuali invece di coppie eterosessuali” (IL 197) .
La voluta ambiguità è parte di un processo a piccoli passi verso il rovesciamento dell’insegnamento della Chiesa in materia di sessualità e antropologia, distruggendo il muro che Paolo VI e Giovanni Paolo II, ora entrambi canonizzati, avevano eretto contro la rivoluzione sessuale. Il 1° settembre, l’Osservatore Romano ha pubblicato un articolo che ha attaccato Paolo VI e l’Humanae Vitaeper poi lodare le donne che “hanno osato amare un uomo al di fuori del matrimonio“. Questo tipo di considerazione per il prezzo pagato da un’adultera può essere trovato in un romanzo come Anna Karenina, ma trovarlo in un articolo dell’Osservatore Romano è quantomeno sorprendente.
Possiamo prevedere che probabilmente anche il documento finale del Sinodo per la Gioventù eviterà affermazioni dogmatiche usando termini come accoglienza, accompagnamento, misericordia: ma se sarà confermato l’uso del termine coppie LGBT il confine dogmatico è stato ormai varcato. Vediamo perché.
2. La teologia LGBT
Padre Oko ha parlato qualche anno fa della cosiddetta omoeresia, ma si è limitato a indicare la diffusione drammatica dell’omosessualità all’interno del clero; tuttavia non ha esplorato la natura teologica dell’omoeresia. Con l’introduzione del concetto LGBT si è fatto un salto in avanti in quella che possiamo definire come la teologia LGBT. La teologia LGBT cerca di camuffarsi come “accoglienza” per persone “diverse”, presentando le coppie LGBT come un altro gruppo di persone emarginate e segregate da aggiungere alle tradizionali “comunità” dei neri, delle donne e degli ispani. In realtà abbiamo a che fare con un concetto completamente nuovo con implicazioni esplosive.
Tra i primi a negare l’identificazione di genere con il sesso biologico è stata Simone De Beauvoir che, nel suo libro Le deuxième sexe, ha scritto che essere una donna non è un fatto biologico ma artificiale: on ne nait pas femme, on le devient‘ , non si nasce donna, lo si diventa. La De Beauvoir, amante di Sartre, era come lui una discepola di Heidegger che adottò il marxismo e vide nella donna un ruolo economicamente e culturalmente imposto che doveva essere annullato per promuovere la rivoluzione.
Judith Butler ha seguito le orme della De Beauvoir e nel suo libro, Undoing Gender, afferma che tutte le identità di genere sono imposte dalla società e sono limitazioni allo sviluppo della personalità. Seguendo l’antropologia di Marx che afferma che l’uomo è l’unico animale senza un’essenza predeterminata, Butler applica questo concetto ai generi, affermando il diritto di scegliere il proprio genere come atto di liberazione e autoaffermazione: gli esseri umani hanno il diritto di determinarsi come loro desiderano. In questo pensiero, come in quello di De Beauvoir, l’uomo rivendica gli attributi di Dio in cui esistenza ed essenza coincidono; quando per l’uomo tale appropriazione non è più possibile, l’unico atto umano possibile è il suicidio.
Nel 1997, il cardinale Ratzinger, l’allora capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel libro Il Sale della Terra, scrisse che il concetto di genere “dissimula un’insurrezione contro i limiti che l’uomo porta dentro di sé come un essere biologico“.
LGBT non è una categoria per accogliere persone diverse, non ha nulla a che fare con la chirurgia o con patologie psicologiche o con la povertà e il rifiuto, ma propone una rivoluzione per potenziare l’uomo contro Dio. Non è un atto di riconoscimento di persone emarginate, ma la proposta di una missione e di un compito, è uno strumento costruito filosoficamente che nega l’ordine della creazione e promuove una rivoluzione da intraprendere in cui l’uomo crea se` stesso contro i limiti della cultura, della classe, della biologia e dell’intero ordine naturale.
Parlare di coppie LGBT come configurazioni diverse dell’essere persona significa affermare che essere omosessuale, lesbica, bisessuale, transgender o travestito non ha nulla a che fare con il concreto corpo umano. Il corpo umano è solo un accidente che non corrisponde a quello che è la vera persona. Il corpo è radicalmente opposto allo spirito e la società o la classe o la cultura o la biologia impongono ruoli che non corrispondono all’essere delle persone. Ogni persona ha il diritto di determinare il proprio genere in qualsiasi momento con totale e arbitraria libertà per creare se stesso momento per momento; è un’esaltazione dell’uomo senza Dio. In questo senso possiamo parlare di teologia LGBT.
La teologia LGBT parte da una negazione dell’ordine di creazione e propone all’uomo la missione di ricreare il mondo e la società. Parlare di coppie LGBT quindi significa lasciare il campo della morale ed entrare nel regno della speculazione gnostica. Solo il suggerire che gli esseri umani e la creazione siano soggetti a un ordine naturale buono è un’offesa e una bestemmia contro le scintille divine gettate in corpi materiali sbagliati: criticare il concetto LGBT è un atto di oppressione e discriminazione contro quelle persone che stanno scoprendo chi sono veramente e che devono essere aiutate, esortate e motivate a svilupparsi contro il falso ordine della creazione. Il rifiuto della creazione e l’opposizione tra corpo e spirito sono il punto unificante tra teologia LGBT e eresia gnostica.
3. L’eresia gnostica
La diffusione di tale teologia nella cultura odierna implica il rifiuto della creazione: se mi trovo gettato in un corpo che non corrisponde alla mia persona, se il mio sesso è diverso dal mio genere, se la mia tendenza sessuale è contraria alla natura, se il sesso non ha nulla a che fare con il genere o con la procreazione, la conseguenza logica necessaria è che la creazione è malvagia e che è stata creata da un dio malvagio che mi ha imprigionato in un corpo opposto alla mia vera essenza.
Questo è il punto centrale dell’eresia gnostica: la negazione dell’ordine naturale e della bontà della creazione. La gnosi offre una risposta semplificata all’esistenza del male: come può Dio essere buono se il male esiste e la creazione è piena di sofferenza? La base del vangelo gnostico è una lettura invertita del peccato di Adamo ed Eva. Mentre la Rivelazione afferma che il male è il frutto della ribellione dell’uomo all’ordine di Dio, la gnosi legge la Genesi dalla parte del serpente: il Dio che ha creato l’universo e l’umanità era geloso e malvagio, la sua intenzione nel creare il mondo era quella di schiavizzare gli esseri umani nel mondo materiale. La conseguenza nell’insegnamento morale è che, poiché Dio è malvagio, i dieci comandamenti sono i suoi strumenti per asservire gli uomini e la via della libertà è quella di infrangere i dieci comandamenti.
San Tommaso era chiamato il filosofo a creatore, perché tutta la sua filosofia è una lode della creazione e del Creatore: esalta Dio in un bellissimo inno come Creator Ineffabilis che ha “squisitamente modellato e unito insieme tutte le parti dell’universo“. La teologia cristiana insegna che l’amore di Dio si manifesta in modo supremo nell’incarnazione, l’unione in Cristo della divinità con l’umanità, l’incarnazione in un corpo fatto di carne, così che ora gli uomini, corpo e anima, possono ricevere la vita divina e soprannaturale. La teologia LGBT implica di per sé una ribellione contro la creazione, contro l’ordine naturale, contro i dieci comandamenti, contro la legge naturale e un radicale dualismo tra spirito e materia.
La Chiesa ha lottato da quasi venti anni per risolvere e limitare gli abusi commessi ai minori. Questo problema è oggi in parte risolto, poiché la maggior parte degli abusi si è verificata negli anni ’70 e ’80. Tuttavia, con questa nuova affermazione teologica, la porta si apre a un abuso molto più grande: proporre una visione dell’essere umano e della sessualità completamente contraria alla rivelazione e all’ordine naturale. La teologia LGBT non solo è eretica, ma criminale, in quanto propone ai giovani un disordine radicale come via di salvezza.
Il deposito della fede che il papa e i vescovi hanno il mandato di difendere è un insieme organico che Israele e la Chiesa hanno difeso attraverso i secoli nel mezzo di un oceano pagano in cui ogni perversione era permessa e il sesso poteva rivolgersi a qualsiasi persona, animale o oggetto. Nei primi secoli della sua esistenza, e poi nei sette concili ecumenici, la Chiesa ha combattuto instancabilmente contro le eresie. Il rovesciamento del primo articolo di fede implica la distruzione del deposito della fede.
Negli ultimi duemila anni la Chiesa cattolica è stata non solo per i cattolici la custode della verità sugli esseri umani, difendendo la famiglia, la comprensione della sessualità e l’ordine naturale della creazione. L’introduzione in un documento della Chiesa di un concetto gnostico usato da filosofi marxisti per fomentare la rivoluzione realizza l’obiettivo di Karl Marx: liquefare tutto ciò che è solido e profanare tutto ciò che è sacro.