L’Osservatorio Permanente sui Libri di Testo segnala alcune pubblicazioni scolastiche “fuori dal coro”
Piero Mainardi
Lo studente era immerso nel un pensiero unico, in categorie interpretative che vedevano le motivazioni economiche come motore prevalente della società e un costante movimento evolutivo che, dai “secoli bui” del Medioevo portava alle “radiose luminosità” del mondo moderno. Molte di queste illusioni si sono dissolte col crollo dei muri e con le difficoltà della società contemporanea: difficoltà economiche, ma, soprattutto di ordine sociale, antropologico e morale.
Il 2000 si è aperto con nuovi fronti di instabilità e il crollo delle ideologie ha plasmato un mondo (quello occidentale) sempre più incline al nichilismo. È il relativismo ad aver preso campo. In quasi tutti i campi del sapere la verità sembra che non esista. Solo l’evoluzione del mondo dalla materia inanimata fino all’uomo moderno è considerata una verità assoluta e indiscutibile, anzi tanto valida che è entrata in tutti i campi della conoscenza. Tutto il resto è opinabile. Ciò che non muore mai sono i luoghi comuni che aumentano progressivamente man mano che la storia si fa attualità, mentre lo sguardo sulle epoche più lontane risulta più distaccato e obbiettivo.
Potrebbe sembrare un passo avanti il fatto che lo studente si trovi di fronte ad alternative del tipo: Tizio pensa così, Caio la vede in un altro modo, ma, se riflettiamo bene, questo tende a relativizzare tutto, a far scomparire la verità che diventa una, nessuna o centomila per parafrasare un maestro del relativismo moderno come Luigi Pirandello.
Il quadro, per fortuna, presenta anche delle tinte meno fosche. Dopo aver preso in esame sedici manuali di storia (tra scuola media inferiore e superiore) si aprono spiragli che lasciano ben sperare per un futuro con testi sempre meno ideologizzati e attenti alla realtà dei fatti. Ovviamente gli autori hanno il loro bagaglio culturale e di idee che traspare dalla lettura, ma ciò, in certi casi, è di stimolo per la riflessione e il confronto culturale.
In questa prima fase del nostro studio vogliamo fornire tre indicazioni che possono avviare un confronto con i lettori. Si tratta di tre manuali ad uso della scuola secondaria inferiore e delle superiori. Un testo che ci ha stupito per la precisione e la qualità dell’informazione e della riflessione storica è quello preparato per la secondaria inferiore da Roberto de Mattei, Enrico Nistri e Massimo Viglione: Alle radici del domani (Agedi, 2005) è un’opera in tre volumi dove il primo è dedicato al Medioevo, il secondo va dall’Umanesimo alla rivoluzione francese e il terzo tratta l’Ottocento e il Novecento.
Per il biennio della scuola superiore è certamente meritevole di attenzione Popoli, tempi e storie (Archimede, 2010), ultimo sviluppo del già apprezzabile I giorni della storia, realizzato da Marco Meschini e Roberto Persico.
Per il triennio, dopo un’attenta lettura di alcuni tra i più diffusi manuali, ci sentiamo di consigliare Dentro la storia (D’Anna, 2008) di Zefiro Ciuffoletti, Umberto Balocchi, Stefano Bucciarelli e Stefano Sodi. Questo manuale è attento a diverse visioni del mondo, che rispecchiano la storia e la provenienza culturale dei vari autori, ma che non travalica in descrizioni ideologiche fuorvianti.
Questo breve elenco è un solo uno spunto per aprire un confronto con i lettori, per scambiarci idee e informazioni riguardanti quanto consigliato o dissentire su quanto proposto. Contiamo di ampliare le nostre informazioni e conoscenze grazie al contributo di quanti vogliano partecipare a questa ricerca che intende, non solo denunciare quello che non va nei manuali, ma anche fornire indicazioni su quanto di positivo il panorama editoriale scolastico riesce a fornire.
Anche perché l’importanza della storia è sempre maggiore, come ha ricordato ai giovani a Sulmona (4 luglio 2010), papa Benedetto XVI: “la memoria storica è veramente una “marcia in più” nella vita, perché senza memoria non c’è futuro. Una volta si diceva che la storia è maestra di vita! La cultura consumistica attuale tende invece ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani. Quindi, cari giovani e care giovani, voglio dirvi: il cristiano è uno che ha buona memoria, che ama la storia e cerca di conoscerla”.
Per info: osservatorio2000@virgilio.it