La storia della pillola abortiva: dai campi di concentramento a Rockefeller, Clinton, Gates e Soros

Libertà e Persona 19 Ottobre 2020

 di Lorenza Perfori

http://https://youtu.be/-0ROKzBAskI

Una precisazione: la pillola abortiva è pericolosa e riprovevole perché uccide bambini e danneggia la salute psicofisica delle madri (con rischi anche letali), non perché è prodotta da una fabbrica di proprietà del regime comunista cinese e il principale azionista dell’azienda che l’ha creata produceva il gas usato per uccidere i prigionieri dei campi di concentramento nazisti.

Non vogliamo alimentare l’odio indiscriminato contro le case farmaceutiche: esse creano e rendono accessibili farmaci che salvano e migliorano la vita a milioni di persone ma questo non le rende esenti da critiche quando invece creano e distribuiscono sostanze che hanno l’unico scopo di uccidere esseri umani.

Le persone che si sono impegnate e ancora si impegnano (che tra parentesi sono al 99% maschi bianchi eterosessuali capitalisti) per diffondere il più possibile le pillole della morte sanno benissimo che esse non favoriscono l’emancipazione femminile: il loro scopo è attuare la pulizia etnica globale, colpendo le minoranze etniche e i poveri di qualsiasi colore nei paesi occidentali e tutti gli abitanti dei paesi asiatici ed africani.

Negli anni ‘70 hanno anche creato un’agenzia dell’ONU deputata a questo: la UNFPA (united nation family planning agency). La storia dell’eugenetica moderna-scientifica è lunghissima e non basta un libro per analizzarla tutta, proviamo a fare un breve riassunto.

Essa nasce nel Regno Unito nel XVIII secolo con la pubblicazione di Un saggio su principi della demografia del pastore anglicano Thomas Malthus, in cui scrisse: “Tutti i bambini devono morire, tranne quelli necessari per tenere la popolazione ai livelli attuali, a meno che sia lasciato spazio per loro dalla morte degli adulti. […] Invece di raccomandare ai poveri la pulizia dovremmo incoraggiare abitudini contrarie. Nelle nostre città dovremmo restringere le strade, affollare più gente dentro le case e ricercare il ritorno della peste”.

Nel 1871 Charles Darwin scrisse ne L’origine dell’uomo: “Noi uomini civilizzati costruiamo manicomi per gli imbecilli, i menomati e i malati. In questo modo i membri deboli della nostra società propagano la loro specie”. Fu proprio un cugino di Darwin, Francis Galton, membro della Royal society, convinto che bisognasse limitare la riproduzione degli “stupidi”, a coniare il termine eugenetica.

Queste teorie si diffusero velocemente nelle classi più agiate perché confermano la dottrina luterana della predestinazione secondo cui l’umanità si divide in due categorie: coloro che Dio ha predestinato al paradiso e coloro che ha predestinato all’inferno, condizione che le nostre azioni non possono modificare.

Nel 1907 Galton fondò la Società per l’educazione sull’eugenetica, che nel 1926 venne ribattezzata Società di eugenetica e nel 1989 in Galton Institute. La Società americana per l’eugenetica fu fondata nel 1926 con lo scopo “di studiare come migliorare il patrimonio genetico dell’umanità attraverso la riproduzione controllata delle diverse razze e classi di persone”.

Nel 1972 ha cambiato nome in Società per lo studio della biologia sociale. Sterilizzazioni forzate sulle minoranze etniche sono avvenute fino agli anni ’70 negli USA, in Canada e Australia e continuano ancor oggi in Cina.