19 Febbraio 2021
Il linguista della Columbia John McWhorter denuncia: “Mi vedranno come un traditore, ma non accetto l’idea che l’America non ha fatto progressi. L’accusa di razzismo è diventata un randello”
di Giulio Meotti
“Per tutti tranne pochissimi, essere definiti razzisti è così intollerabile oggi che si preferirebbe tollerare qualche dissonanza cognitiva. Questo non avrebbe funzionato altrettanto bene, diciamo, nel 1967. In quell’America, molti bianchi chiamati razzisti da questo tipo di persone, nel bene e nel male, avrebbero semplicemente risposto con ‘Vaffanculo!’”.
E’ il libro che sta scrivendo John McWhorter, intellettuale afroamericano e linguista docente alla Columbia University, che nella sua newsletter anticipa i contenuti del suo prossimo libro sull’antirazzismo come religione. “The elect”, questo il titolo.
Non capita tutti i giorni che ad attaccare gli antirazzisti sia una personalità di colore, per questo la critica di McWhorter è tanto più rara e merita di essere conosciuta al pubblico italiano.
“Si può dividere l’antirazzismo in tre ondate. La prima ha combattuto la schiavitù e la segregazione. La seconda, negli anni ’70 e ’80, ha combattuto atteggiamenti razzisti e ha insegnato all’America che essere razzisti era un difetto. La terza, diventando mainstream negli anni 2010, insegna che il razzismo è radicato nella struttura della società, quindi la ‘complicità’ dei bianchi. Questa terza ondata di antirazzisti è una religione e ha riorganizzato la definizione di razzismo dall’essere un’accusa onesta e utile a un randello retorico (…)
I consigli scolastici di tutto il paese stanno costringendo insegnanti e amministratori a sprecare tempo in infusioni ‘antirazziste’ che non hanno più senso di qualsiasi cosa proposta durante la Rivoluzione culturale cinese (…) Molti mi vedranno come un traditore nello scrivere questo libro in quanto persona di colore. La terza ondata antirazzista sfrutta la paura degli americani di essere ritenuti razzisti per promulgare non solo l’antirazzismo, ma un tipo ossessivo, totalitario e assolutamente inutile di riprogrammazione culturale (…)
Non sto attaccando la sinistra. Sto attaccano un particolare ceppo della sinistra che è arrivato ad esercitare una grave influenza sulle istituzioni americane, al punto che stiamo iniziando ad accettare come normali i tipi di linguaggio, politiche e azioni di cui George Orwell aveva scritto come finzione (…)
Chiameremo queste persone ‘gli Eletti’. Nel 1500 si trattava di non essere abbastanza cristiani. Nel 2020 si tratta di non essere sufficientemente antirazzisti. Non vedono che anche loro stanno perseguitando le persone per non aderire alla loro religione. Ma come la maggior parte di noi può vedere, c’è una differenza tra l’essere antirazzista e l’essere antirazzista in modo religioso, fingendo che l’America non faccia mai alcun reale progresso e privatamente quasi sperando che non lo faccia, perché li priverebbe di uno scopo”.