Newsletter di Giulio Meotti
12 Luglio 2021
Intervista esclusiva a Bat Ye’Or, la grande storica della dhimmitudine. Alain Finkielkraut: “C’è un cambiamento senza precedenti da cui potremmo non riprenderci e le élite si flagellano”
di Giulio Meotti
“Sono molto preoccupato. Penso che siamo entrati in una crisi dalla quale non sono sicuro che potremmo riprenderci. Siamo sfidati da un’immigrazione incontrollata e stiamo attraversando un cambiamento demografico senza precedenti nella nostra storia. Di fronte a questa sfida, gran parte dell’élite sta reagendo con un’autoflagellazione sistematica e delirante. E quando una parte di un popolo perde il desiderio di rimanere fedele a se stesso, la situazione è gravissima”.
Parla così a Vanity Fair di questa settimana il filosofo Alain Finkielkraut. E non è il solo. “Chi chiede l’apertura delle frontiere è perché ritiene che l’avventura occidentale sia finita”, dichiarava nelle stesse ore a CNews Pascal Bruckner, che in Italia ha appena pubblicato Un colpevole quasi perfetto. C’è grande inquietudine in un pezzo di ceto intellettuale francese, quello che ancora ha la forza di pensare e di nominare la realtà.
“L’Islam sta emergendo come forza ideologica e geostrategica preponderante”. Parla così al settimanale francese Valeurs Actuelles in edicola Bat Ye’Or, citata da Michel Houellebecq in Soumission per il suo lavoro sull’Eurabia, la celebre storica nata in Egitto nel 1933 da una famiglia ebraica e che ha dedicato la sua vita allo studio delle minoranze nel mondo islamico.
Il dhimmi, spiega Bat Ye’Or, è “il nativo sconfitto che vive nel suo paese islamizzato dalla jihad, le cui leggi gli impongono di osservare la dhimmitudine, pena la morte. Possono sfuggire alla morte, alla schiavitù o alle conversioni forzate a cui li condanna la jihad cedendo il suo territorio al dominio islamico secondo la moderna formula ‘territorio in cambio di pace’ “.
“La versione islamica della storia attesta la perfezione della legge della sharia e la superiorità della civiltà islamica su tutte le altre. Proclama l’Islam una religione di pace e tolleranza la cui civiltà è stata la matrice del pensiero, delle arti e delle scienze di un Occidente immerso nella barbarie. Ebrei e cristiani vivevano pacificamente e felicemente sotto la protezione della giustizia islamica”.
“L’attuale ostilità dei musulmani nei loro confronti deriva dall’ingiustizia delle crociate, del colonialismo e del sionismo. Aderire alla visione del mondo islamica significa, per l’Occidente, accettare la demonizzazione del dar al-harb (di se stesso) e approvare la sua distruzione da parte del jihad e lo svilimento nella dhimmitudine. I capi di stato europei e i loro ministri hanno pubblicamente e fino ad oggi decantato la supremazia islamica sull’Europa barbara”.
L’occultamento della Jihad e della dhimmitudine, insieme all’auto-stigmatizzazione europea, ha diffuso la dhimmitudine culturale, spiega ancora Bat Ye’Or. “L’omissione della distruzione dei popoli indigeni, delle loro culture, l’insegnamento di una preminenza culturale islamica, hanno condizionato le menti alla dhimmitudine intellettuale”.
“E’ una cultura della menzogna interamente soggetta agli obiettivi politici del vassallaggio dell’Unione Europea all’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC). Questo vassallaggio si è espresso nelle politiche migratorie imposte alle popolazioni europee su richiesta dell’OIC, nella repressione dei nazionalismi e nella caccia alle streghe dell’islamofobia”.
“L’immigrazione ha accelerato la disintegrazione dell’obsoleto Stato-nazione europeo, la crescita dei poteri sovranazionali dell’Unione e le sue usurpazioni delle prerogative statali sovrane. E’ in corso l’islamizzazione di un continente senza che vi sia stata combattuta alcuna battaglia. La fusione economica delle due sponde del Mediterraneo e la riconciliazione islamo-cristiana hanno determinato gli assi principali della politica interna ed estera dell’Unione Europea. Finché la minima critica alla jihad e alla dhimmitudine rasenterà la blasfemia, non avremo gli strumenti intellettuali per difendere le nostre libertà”.
Ho chiamato Bat Ye’Or per un commento per la newsletter su quanto ha detto alla rivista francese Valeurs Actuelles.
“Per quanto ne so, questa è la prima volta che certe pratiche di dhimmitudine sono state imposte a un insieme di paesi con una popolazione considerevole senza che vi siano stati combattimenti militari. Il primo processo è la vessazione terroristica che ha cominciato a manifestarsi nel 1969 contro gli ebrei europei e poi ha preso di mira altre categorie come gli intellettuali”.
“Il terrorismo mirava a imporre concessioni ai governi dei paesi attaccati, compresa la soppressione della libertà di critica e di opinione. Per evitare cicli di rappresaglie e guerre civili, i leader europei si sono sottomessi a queste richieste e si sono fatti gli strumenti di questa politica di censura islamica nei confronti del proprio popolo promulgando leggi che puniscono l’‘islamofobia’ “.
“Non parlo qui di razzismo, che va naturalmente combattuto, ma di fatti provati che sono caduti nel regno dei tabù. Questa censura è una delle leggi importanti della Sharia; proibisce ai dhimmi (indigeni soggetti all’Islam) qualsiasi critica alla teologia o alla sharia sotto pena di sanzioni. Possiamo così vedere che i leader europei eletti dal loro popolo per garantire il rispetto delle istituzioni democratiche del loro paese hanno imposto loro una legge della sharia”.
In Francia lo si è appena visto nel caso di Mila, di cui L’Express pubblica una drammatica intervista al suo avvocato, Richard Malka, che parla di “lapidazione”.
Poi, dicevamo, c’è la trasformazione dell’immigrazione di massa in un tabù. “Un altro aspetto di questa islamizzazione risiede nelle condizioni permissive dell’immigrazione, accettate dai leader europei contro la volontà del loro popolo, in particolare il Patto di Marrakech, rifiutato da alcuni paesi ma accettato da altri e che sopprime i diritti e i privilegi nazionali dei popoli ospitanti” mi spiega Bat Ye’Or.
“Infine, si può anche citare, tra molti altri elementi, la discriminazione positiva richiesta dai paesi di emigrazione e che promuove i propri cittadini in posizioni di responsabilità, non sul criterio della competenza ma su quello dell’etnia. L’immigrazione a porte aperte e globalizzata nei paesi in cui i leader si rifiutano di imporre ai migranti il rispetto delle loro leggi, della loro storia, della loro civiltà, dei loro costumi, della loro cultura, per paura di rappresaglie da parte di governi stranieri, sono paesi che si disintegrano per il flusso incontrollabile di migranti”.
“Quello che è tabù e che si vuole nascondere è che la stragrande maggioranza di questi migranti proviene dalla civiltà del jihad, da una tradizione fondamentalmente ostile all’Occidente. Per ragioni di interessi geostrategici, economici, ideologici e politici tra l’UE e i paesi della Lega Araba e dell’Organizzazione della Conferenza e Cooperazione Islamica, che riunisce 56 paesi musulmani, questo argomento è diventato tabù”.
Bat Ye’Or conclude per la newsletter con un commento sul futuro dell’Europa: “Non sono pessimista, ma preoccupata. Temo la violenza delle guerre civili, lo scontro di odio e fanatismo che farà molte vittime da entrambe le parti. Le soluzioni a queste situazioni, che derivano dall’incompetenza e dal tradimento di chi è al potere, rischiano di essere molto severe. Vedo un futuro cupo soprattutto in tempi di pandemia. Ma sono certa che gli europei, fedeli al razionalismo e ai valori giudaico-cristiani di libertà, dignità e responsabilità, che hanno fatto la grandezza della loro civiltà, sapranno liberarsi dai conflitti e dal servaggio della dhimmitudine”.
In caso contrario sarebbe difficile anche solo immaginare come potrebbe finire. La Soumission…