Osservatorio internazionale cardinale Van Thuan
newsletter n.418 del 21 settembre 2012
di Stefano Fontana
Fa discutere il progetto del Presidente francese Hollande e del ministro dell’Educazione nazionale Vincent Peillon di introdurre nelle scuole francesi, a partire dalla prima classe elementare, l’insegnamento di “morale laica”. Chissà cosa ne nascerà in concreto, però già il solo progetto contiene elementi piuttosto inquietanti.
Lo Stato etico si ritiene la fonte e l’incarnazione della morale; lo Stato agnostico si ritiene senza morale: sono posizioni ugualmente sbagliate. Lo Stato trova altrove i fondamenti della morale e deve porsi a loro servizio. Trova anche prima di sé i soggetti primi dell’educazione morale e deve porsi al loro servizio: le famiglie. Lo Stato è doppiamente sussidiario.
Fino a quando erano più o meno diffusi e riconosciuti i principi della morale naturale, lo Stato se ne faceva interprete e li garantiva. Lo Stato “educava” non però in conto proprio ma per conto altrui, per conto della legge morale naturale. Nelle scuole della mia infanzia si insegnavano i valori della famiglia, del matrimonio, dei figli, della religione.
Nel passato lo Stato ha più volte imposto una sua morale sovrapponendola alla legge morale naturale, come per esempio è accaduto sistematicamente nello Stato italiano dopo l’unità, ma sotto era rimasta nel popolo una coscienza morale diffusa improntata ai valori della legge morale naturale garantita dalla religione cristiana.
Da quando lo Stato non ha più nessun aggancio con la legge morale naturale garantita dal cristianesimo – ed oggi non ne ha più nessuno – diventa pericoloso che insegni la morale. Se lo fa insegna per forza una morale sbagliata e bisogna impedirglielo. Da qui la strenua opposizione delle Chiese cattoliche a iniziative come quella voluta da Zapatero in Spagna dell’insegnamento dell’educazione civica. Anche in America Latina ci sono tentativi di questo genere, prontamente contrastati dai Vescovi cattolici.
A proposito della proposta francese, qualche giornale ha titolato “Tornano i Giacobini”. Ed in effetti viene subito alla mente l’infausta volontà di Rousseau di cambiare la natura umana per costringere gli uomini ad essere liberi. Della proposta francese colpisce l’aspetto propositivo e militante. Il ministro Peillon crede nella verità della morale laica, crede che essa esista e che sia superiore alla morale religiosa, tanto è vero che propone il suo insegnamento come antidoto alle morali “fondamentaliste”, termine con cui egli indica qualsiasi morale religiosa.
Svanisce quindi l’idea di una laicità come neutralità e come tolleranza di tutte le religioni e di tutte le morali. La laicità ora ha una sua morale e non è detto che domani non abbia una sua religione, perché cambiare la natura umana e costringere gli uomini ad essere liberi è un impegno che comporta un forza assoluta.
L’interesse del progetto sta quindi proprio in questo: la morale laica che alza la testa davanti alla morale religiosa e che rivendica una sua propria verità e una sua propria assolutezza, al punto da doverla insegnare obbligatoriamente nelle scuole. La morale laica che non rivendica semplicemente la libertà del cittadino di avere una morale e una religione, ma che rivendica la verità di se stessa e affida allo Stato un compito “educativo”.
La morale che non si limita ad eliminare materialmente e metaforicamente i simboli religiosi dalle aule scolastiche, ma che ora le riempie con i propri riferimenti assoluti. Chi sosteneva che una morale laica come neutralità non può esistere ora vede confermata la propria tesi.
Ma a ben vedere la morale laica qual è? Di morali laiche ce ne sono molte ed anzi appartiene alla posizione laica, investigativa e contraria al principio di autorità, compreso lo stesso principio di realtà, esprimere un pluralismo morale. Quale morale laica insegnerebbe quindi lo Stato francese?
Nella pratica si verificherà una delle seguenti possibilità: o l’insegnante insegnerà che non esiste una morale e che proprio in questo consiste la morale laica; o l’insegnante insegnerà la propria personale ed individuale morale; o l’insegnante insegnerà i principali luoghi comuni di una morale laica diffusa, la morale laica dominante che acriticamente impazza sui media. Per rifare la natura umana e costringere ad essere liberi sembrano tutti e tre strumenti piuttosto inadeguati.
Erano più seri i Giacobini.