Ildegarda di Bingen, mistica medievale e santa

Ildegarda_Bringendal sito Vatican Insider 3 ottobre 2012

Benedetto XVI la proclamerà dottore della Chiesa durante la Messa di apertura del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova evangelizzazione

Giuseppe Brienza

Il 7 ottobre, Benedetto XVI durante la Messa di apertura del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova evangelizzazione, proclamerà la monaca benedettina Ildegarda di Bingen (1098-1179) Dottore della Chiesa. Sarà la quarta donna dottore della Chiesa Universale dopo Teresa d’Avila, Caterina da Siena e Teresa di Lisieux.

Nella biografia appena uscita sulla mistica tedesca, pubblicata dall’editrice cattolica “Città Nuova”, se ne descrive la straordinaria poliedricità, essendo stata Ildegarda predicatrice e fondatrice di un monastero femminile e, insieme, pittrice, musicista, cosmologa, poetessa, drammaturga, naturalista, filosofa, consigliera di pontefici e imperatori, tra i quali Federico il Barbarossa (cfr. Lucia Tancredi, “Ildegarda, la potenza e la grazia scritta”, Roma 2012, pp. 256, € 15,50).

Benedetto XVI, nel corso del Regina Caeli del 27 maggio scorso, l’ha definita «autentica maestra di teologia e profonda studiosa delle scienze naturali e della musica» (cfr. “Durante il Regina Caeli, il Papa annuncia due nuovi dottori della Chiesa, in “Zenit”, 27 maggio 2012).

In alcune catechesi a lei dedicate nel 2010, il Papa ne aveva già richiamato la «saggezza spirituale e santità di vita» (cfr. “Benedetto XVI: la teologia ha bisogno della sensibilità delle donne”, in “Zenit”, 8 settembre 2010).

A fronte delle osservazioni di chi, in Curia, gli aveva fatto notare che la monaca tedesca non era allora stata ancora nemmeno beatificata, come ha riferito padre Luigi Borriello in una conferenza organizzata a Roma dall’associazione ISCOM sul nuovo dottore della Chiesa, Benedetto XVI ne ha autorizzato in brevissimo tempo quella canonizzazione “per equivalente” che, dal 10 maggio 2012, ne ha fatto, in pratica, una santa “de facto” (cfr. “I Dottori della Chiesa sono come un Magistero per la nostra epoca”, http://www.iscom.info/, 26/09/2012).

Nel senso, cioè, che esercitando la facoltà che spetta solo al Papa, Benedetto XVI ne ha esteso il culto liturgico dalla Germania, dove è da sempre molto intenso, a tutta la Chiesa universale.

In una conversazione tenuta con il clero della Diocesi di Roma nel primo anno del suo pontificato, il Santo Padre aveva già avuto modo di evidenziare il valore anche ecclesiale della profezia della monaca tedesca. In quella occasione si era chiesto provocatoriamente, fra la sorpresa di alcuni dei prelati presenti: «Come si potrebbe immaginare il governo della Chiesa senza questo contributo [delle donne], che talvolta diventa molto visibile, come quando santa Ildegarda critica i Vescovi?» (cit. in “Il Papa affronta la possibilità di affidare più responsabilità alle donne nella Chiesa”, in “Zenit”, 6 marzo 2006).

Lo stesso Borriello, che ha collaborato con la Congregazione vaticana dei santi per la “causa” di Ildegarda in quanto esperto della sua opera mistica (ha curato, ad es., la traduzione italiana del “Liber scivias”, uno dei suoi più importanti scritti, cfr. “Conosci le vie”, Libreria Editrice Vaticana, Città del vaticano 2002), ha ricordato come la monaca fu anche assertrice dell’autonomia religiosa e civile dei conventi nei quali fu madre superiora. Con ciò ha quindi  confutato ulteriormente la versione di una Chiesa medievale che ha annichilito la figura femminile, ancora portata avanti da alcuni Autori.