per Rassegna Stampa 30 Agosto 2021
Cercare di ri-fare cultura riproponendo i “diritti di Dio” nella società
di Giuseppe Brienza
«Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai,
e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa,
in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita»
[beato Manuel Lozano Garrido(1920-1971), giornalista]
Qual è lo stato di salute dell’informazione cattolica oggi in Italia?
Fino a diversi anni fa l’editoria cattolica era molto dinamica e poteva contare su numerose testate grandi e piccole diffuse su tutto il territorio nazionale con un numero di lettori probabilmente pari se non superiore a quello delle “grandi” testate giornalistiche “laiche”. Poi purtroppo i crescenti costi di gestione e le crisi economiche hanno ridotto le risorse e i lettori decretando la fine o il drastico ridimensionamento di molte testate. Ormai resistono solo media “storici” con alle spalle grandi ordini religiosi, come ad esempio i Paolini, che continuano a stampare Famiglia Cristiana nonostante sia passata in poco più di dieci anni da una media di 3 milioni di copie vendute a poco più di 214mila; oppure riviste “di nicchia” che hanno saputo negli anni costruirsi una solida reputazione e conquistarsi un affezionato pubblico, come Studi Cattolici.
Vi sono poi le eccezioni, come Radio Maria, che dopo aver iniziato a trasmettere nel 1982 come radio parrocchiale è arrivata ad avere dopo poco più di trent’anni più di 800 ripetitori in tutta Italia e ascolti giornalieri che superano abbondantemente il milione, o Radio Mater, che dopo vent’anni è la seconda radio cattolica più ascoltata
Per quanto riguarda la carta stampata è da segnalare il Timone, nato come bimestrale nel 1999, con 20 pagine e una tiratura di 3.000 copie nel 2011 era già arrivato a 68 pagine e una tiratura mensile di 15.000 copie, di cui 10.000 in abbonamento
A fornire una panoramica dell’editoria e della comunicazione cattolica è siticattolici che ha censito 103 settimanali diocesani e 174 giornali e riviste
Ma se l’informazione cattolica non se la passa troppo bene tra i media tradizionali al contrario è particolarmente prolifica sul web, dove i costi si riducono e anche con poco è possibile realizzare “prodotti” di buona qualità.
In rete semmai il problema è rappresentato proprio dall’elevatissimo numero di blog, siti e testate ed è veramente difficile orientarsi in questo mare magnum in cui non tutte le voci sono autorevoli e non tutta la “dottrina” è sana, certa e affidabile. Purtroppo l’autocertificazione di “cattolicità” che siti, blog e portali telematici si attribuiscono non assicura sempre una informazione professionale e in linea con il magistero dei papi, i quali peraltro in epoca moderna hanno sempre mostrato di tenere in gran conto la comunicazione, ben consci del bene, e del male, che si può fare alla società e alla Chiesa se non si “usa” correttamente
1. tradizionalisti o progressisti?
Come purtroppo ci è dato di costatare nella Chiesa vi sono diversi “orientamenti”, talvolta dialetticamente contrapposti, che oltre a creare confusione sul piano dottrinale creano anche divisione e confusione tra i fedeli i quali magari sul medesimo argomento ricevono indicazioni e “letture” anche molto diverse tra loro. La stessa cosa la costatiamo nei media tradizionali e telematici. Questo non è certamente un bene e sono di gran lunga preferibili quei media che dichiarano di rifiutare l’etichetta di testata tradizionalista o progressita per non correre il rischio che tale attribuzione contribuisca a dare luogo ad una divisione errata nella Chiesa e nella società.
Dividersi fra cristiani tradizionalisti e progressisti, oltretutto, non fa che indebolire le già scarse forze disponibili alla Buona Battaglia delle idee. Una divisione che intacca anche la capacità di confronto sui problemi e sulle varie questioni d’interesse ecclesiale, sociale e politico.
Eppure la domanda siete “tradizionalisti” o “progressisti”? è quella che più di frequente giunge da amici, lettori o semplici curiosi delle testate e dei siti online. La risposta dovrebbe essere sempre la stessa: sono due categorie errate per definire sia l’informazione legata al mondo ecclesiale sia i fedeli o i gruppi all’interno della stessa Chiesa Cattolica.
«Essere fedeli al suo magistero bimillenario – ha precisato in un recente intervento il direttore di Informazione Cattolica, e collaboratore de Il Giornale Matteo Orlando, il quale ha anche partecipato alla stesura del volume a cura di Matteo Cantori Evoluzione dell’informazione cattolica – non significa essere tradizionalisti ma semplicemente cattolici. Essere fedeli a Papa Francesco (e riconoscere solo lui come Pontefice regnante) non significa essere progressisti ma cattolici. Scrivere di bellezza della Liturgia su un sito, in linea con gli insegnamenti della Chiesa, senza cedere alle lusinghe delle mode attuali, non significa essere tradizionalisti, ma cattolici» (1).
2. Fedeltà al Magistero e buone capacità professionali
Quali dovrebbero essere dunque le caratteristiche di una buona e “utile” informazione cattolica in questo tempo di crisi morale e materiale?
Una sicuramente è la fedeltà al magistero. L’altra è una certa competenza nel maneggiare i delicati strumenti dell’informazione.
Sono quindi sempre da salutare con piacere le nuove iniziative editoriali che avvalendosi di persone esperte e competenti sono in grado di offrire al popolo cattolico e laico punti di vista originali, non allineati ai luoghi comuni e alle ideologie correnti che inquinano gran parte del mondo ormai laicista della comunicazione e dello spettacolo.
Soprattutto che sanno guardare al mondo e alla realtà con gli occhiali della fede e – tornando ai concetti precedenti – in sintonia col magistero della Chiesa, la quale, è bene ricordare, è stata fondata da Cristo duemila anni fa e non da questo o quel Concilio; e con il compito di custodire e trasmettere tutto ciò che la sapienza di teologi e santi, suggellata dai papi, ha trasmesso da allora e non solo ciò che si ritiene essere più o meno adeguato ai tempi.
Una delle iniziative più recenti coronate da un lusinghiero successo è Informazione Cattolica, nato come blog nel marzo 2020 è diventato sito giornalistico e oggi strumento di formazione e informazione piuttosto diffuso sul web e sui social (2). Diretta dal prof. Matteo Orlando (3), riunisce oggi una ventina di redattori (senza contare i collaboratori esterni) accomunati dal comune intento di attendere ad una missione giornalistica e civica vera e propria. Uomini e donne reali, decisi a “metterci la faccia” per la Buona Battaglia delle idee e convinti che la “schermatura” virtuale costituisce condizione necessaria ma non sufficiente per una testata che voglia davvero lasciare traccia nella società e nella cultura del nostro tempo (4).
Come molti altri siti Informazione Cattolica si basata esclusivamente sul volontariato, ma questo non significa che sia gestito in maniera superficiale e dilettantesca. Al contrario chi vi scrive è consapevole che il dovere di coscienza di contribuire a contro-informare rispetto ai grandi media, mettendo soprattutto in grado i lettori appartenenti al mondo cristiano (non esclusivamente cattolico) di approfondire questioni spesso unilateralmente presentate dai ristretti circoli che controllano il mainstream comporta non solo il rispetto delle regole basilari del giornalismo – che tra l’altro non sono sempre rispettate dalla stampa laica – ma anche essere aperti al nuovo, quando esso può contribuire a ri-mobilitare i cittadini italiani cristiani disorientati e delusi da una crisi politica, religiosa e morale senza precedenti.
1. La critica, la denuncia ma anche l’offerta di notizie e verità incoraggianti…
Informazione cattolica, come del resto altre meritorie testate del mondo ecclesiale,non si sottrae dunque alla informazione e alla disapprovazione delle notizie e delle questioni pubbliche visibilmente e dolorosamente sbagliate. Tenta però, al tempo stesso, di edificare con “il bello che c’è”.
Come ribadito da Papa Francesco nell’ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali dal titolo «Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono, per poter raccontare la verità della vita che si fa storia è necessario evitare l’appiattimento dei “giornali fotocopia” o dei «notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società» (5). Raccogliendo l’invito del Santo Padre, quindi, redattori e collaboratori di Informazione Cattolica si sforzano di proporre o raccontare eventi «che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali», facendo «emergere più storie, anche positive» (6).
2. Il “giornalismo costruttivo”, sfida per l’informazione cattolica
L’informazione cattolica oltre ad avere un compito sicuramente originale nel panorama informativo odierno, che predilige rappresentare al pubblico la tragedia, il dolore, la sofferenza, in quanto sceglie di rappresentare anche il buono che avviene ogni giorno nel mondo può anche diventare nel nostro paese un apripista per un diverso modo di informare, aperta com’è alle novità che stanno emergendo nel’ambito dei media. Ad esempio il giornalismo delle soluzioni, che Informazione cattolica, tra le prime in Italia, si sta impegnando ad adottare.
Detto anche giornalismo costruttivo, questo “metodo” è nato negli Stati Uniti nel 2012 grazie a David Bornstein e Tina Rosenberg del New York Times, entrambi fondatori del Solutions Journalism Network. La “narrazione costruttiva” non è. giornalismo positivo fine a sé stesso, cioè dare solo buone notizie; non è informazione ingenua, perché non c’è solo il bene (ma nemmeno solo il male!); non si riduce alle Breaking News, cioè non sensazionalismo che va sempre di fretta; non è giornalismo distruttivo, cioè non parla solo di polemiche o problemi, soprattutto se insolubili. Anzi, proprio a questo proposito il giornalismo costruttivo ambisce a portare le soluzioni, cioè non crea le risposte, le racconta».
I cinque criteri elaborati da Bornstein e Rosenberg per una narrazione costruttiva. Si articolano in cinque impatti-chiave per cercare di presentare un “giornalismo delle soluzioni”: 1) dirigendo l’attenzione delle comunità locali su storie vere, orientate alla soluzione di problemi, che descrivono come, quando e perché uomini e donne di altre parti della nazione hanno affrontato sfide e difficoltà superandole. 2) evitando il disfattismo grazie all’effetto “niente scuse” (se altri impegnandosi ce l’hanno fatta, perché non noi?); 3) rendendo il più efficace possibile l’effetto-emulazione di progetti o strategie già realizzate per invogliare la comunità a mobilitarsi,organizzarsi e raggiungere obiettivi audaci; 4) cercando di non dare per scontate le informazioni fornite dall’establishment perché spesso finiscono per descrivere parzialmente o a senso unico le varie situazioni critiche (con le inchieste giornalistiche, infatti, escono non di rado fuori i metodi per riformare le organizzazioni); 5) cercando di non accontentarsi dello Status quo o indulgere nella descrizione negativa e pessimistica dell’esistenza (chi sui giornali ha provato a farlo con un approccio costruttivo, spesso è stato anche parte della soluzione dei problemi)» (7).
3. Non solo informazione ma anche formazione
Non c’è dubbio che per un cattolico, ma anche per un laico che voglia essere per quanto possibile protagonista nella società in cui vive mediante scelte in ambito sociale e politico consapevoli, oltre all’ informazione è necessario curare anche la formazione, ovvero l’acquisizione di nozioni, di carattere storico, filosofico, dottrinale, scientifico che debitamente orientate diventano cultura, pensiero e quindi giudizio.
Anche da questo punto di vista il web è particolarmente ricco di “perle”, che offrono non solo sana apologetica – disciplina che è rimasta alquanto negletta in ambito cattolico da quando in certi ambienti si è cominciato a pensare che la “magnificazione acritica”, del cristianesimo male si conciliava con i dubbi e soprattutto il relativismo della modernità, salvo poi rendersi conto che soprattutto in questi tempi impregnati di ideologie atee e anticristiane la confutazione delle menzogne e delle calunnie che riguardano la Chiesa è diventata una urgente necessità.
Ecco così nascere riviste, come il già citato il Timone esplicitamentededicati ad una nuova apologetica o portali come l’enciclopedico Totus Tuus, e ancora l’ancora poco conosciuto Rassegna Stampa, che però offre oltre 6000 documenti tra articoli tratti dalla stampa periodica e quotidiana, quasi 200 libri scaricabili, trascrizioni di conferenze, materiali originali tutti rigorosamente “cattolici” il cui scopo non è seguire l’attualità quanto piuttosto archiviare materiali utili per documentarsi e comprendere aspetti del mondo contemporaneo.
Il dottor Andrea Bartelloni è il responsabile del Centro Cattolico di Documentazione di Marina di Pisa, che realizza la Rassegna Stampa. Come ha spiegato in una recente intervista (8) «Il Centro ha sempre avuto una grande attenzione alla carta stampata cercando letture adatte per meglio capire e interpretare gli avvenimenti. Le difficoltà erano notevoli, la stampa di orientamento laicista e progressista la faceva da padrona: nasce la Rassegna Stampa che, con fatica, cerca di dare una informazione il più possibile oggettiva e, ovviamente, controcorrente. La vita di questa pubblicazione è andata avanti fino al 2019, quasi quaranta anni che, se proviamo a sfogliarla e molti numeri in pdf si trovano nel sito (https://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/?page_id=37943 ), racconta la storia italiana e non solo affrontata da un punto di vista particolare: il nostro.
Abbiamo organizzato incontri pubblici sia a Marina di Pisa che a Pisa e continuiamo a farlo anche indirettamente con quello che abbiamo seminato».
Rassegna Stampa è online dal 2004 e se l’avvento della rete può far sembrare tutto più facile Bartelloni avverte che «Adesso, occorre una capacità di discernimento notevole anche perché la velocità con la quale si entra in contatto con notizie e commenti e impressionante. Occorre far sedimentare le cose, riflettere e “sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. (…)
Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere” (Messaggio di Papa Francesco per la 55ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 23 gennaio 2021). Noi non abbiamo la pretesa di andare sulla notizia, ma quella di evitare di essere il più possibili testimoni di verità.
Caratteristica comune dei media cattolici quindi dovrebbe essere il forte e scrupoloso controllo dottrinale dei contenuti, teso a promuovere la conoscenza dei fatti con indipendenza, accuratezza ed imparzialità, senza essere influenzati da pressioni di natura politico-partitica, né da interessi personali o economici. Inoltre, la fedeltà alla Chiesa e al Papa porta a tralasciare ogni commento offensivo, volgare, blasfemo o inutilmente provocatorio e nei limiti del possibile, tutto viene vagliato dal punto di vista veritativo e dottrinale».
Ma la semplice informazione non basta. L’ambizione di una “buona stampa cattolica” deve essere oggi anche quella di formarsi e formare nella Sacra Scrittura, nella Tradizione, nel Magistero, intimamente connessi, convinti che «la sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l’azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime» (9).
Cosa possono fare quindi oggi nel variegato mondo dell’informazione piccole testate animate da persone cattoliche di buona volontà? Almeno dare il buon esempio per passare, assicura il direttore di Informazione Cattolica «Dalle attuali tre S del giornalismo Sesso-Sangue-Soldi alle tre B del futuro giornalismo: Buono-Bello-Bene» (10)
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Note
1) Matteo Orlando, La semplice informazione non basta: inFormazione Cattolica, in Matteo Cantori (a cura di), Evoluzione dell’informazione cattolica. Lezioni inedite di giornalismo e non solo, Editoriale Romani, Roma 2021, (pp. 183-185) p. 185.
2) Basti solo pensare agli oltre 7.300 followers(dato aggiornato al 13 luglio 2021) sulla pagina Facebook ed ai circa 600 iscritti alla Newsletter settimanale gratuita. Oltre al canale YouTube ed al profilo Instagram, dal gennaio 2021inFormazione Cattolica è presente anche su Telegram e, dopo 6 mesi, gli iscritti sono quasi 400.
3) Matteo Orlando, docente di Religione Cattolica (IRC) in un istituto superiore a Verona, è giornalista pubblicista, studioso di religioni e temi sociali. Dirige dal 19 marzo 2020 il quotidiano online (In)formazione Cattolica e collabora con alcune testate nazionali, come Il Giornale.ite Stilum Curiae. Tra i suoi libri “Mafia e antimafia spiegate agli studenti” (Avalon 2012), “Faithbook: La fede cattolica nel tempo dei conigli” (Chorabooks 2017) e, assieme a Giuseppe Brienza (a cura di), “Le Serate di San Pietroburgo oggi” (Edizioni Solfanelli, Presentazione di Lorenzo Fontana, Chieti 2021, pp. 272, € 15).
4) Cfr. il primo punto del capolavoro del fondatore dell’Opus Deisan Josemaría Escrivá (1902-1975)Cammino (il testo integrale del n. 1 di tale testo, nell’edizione italiana pubblicata dall’editrice Ares di Milano è il seguente: «Che la tua vita non sia una vita sterile. – Sii utile. – Lascia traccia. – Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore…».
5) Papa Francesco, «Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono, Roma, San Giovanni in Laterano, 23 gennaio 2021.
6) Ibidem. 7) Cit. in Giuseppe Brienza-Sara Deodati, Una foresta che cresce: a Roma la prima Giornata Nazionale di inFormazione Cattolica, inFormazione Cattolica, 4 luglio 2021.
8) Pietro Licciardi Dalla rivoluzione comunista al nichilismo che la fa da padrone in InFormazione Cattolica 28 gennaio 2021
9) Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica “Dei Verbum” sulla Divina Rivelazione, 18 novembre 1965, n. 10.
10) Cit. in G. Brienza-S. Deodati, Una foresta che cresce…, art. cit.