1 Maggio 2022
Ecco il “correttore automatico” che sconsiglia l’uso di vocaboli politicamente scorretti
di Fabio Cenci
Se fino a oggi abbiamo avuto a che fare con correttori automatici che modificano i nostri testi su pc, tablet o smartphone per evitare refusi o errori grammaticali, prepariamoci adesso a una nuova frontiera dell’assistenza digitale.
Come rende noto il quotidiano britannico The Telegraph, infatti, il colosso del web Google ha lanciato una funzione di «linguaggio inclusivo» progettata per evitare l’utilizzo su Google Documenti di parole considerate politicamente scorrette.
Gli esempi
Il quotidiano cita qualche esempio. In nome dell’uguaglianza di genere, termini come «poliziotto» o «casalinga» debbono essere sostituiti da «agente di polizia» o «coniuge casalingo».
Per le stesse ragioni Google suggerirebbe persino di modificare la citazione del discorso inaugurale dell’allora presidente degli Stati Uniti d’America John F. Kennedy (1917-1963), sostituendo «for all mankind» con «for all humankind».
In italiano si traducono entrambi con «per tutta l’umanità», ma in inglese il nuovo pasdaran digitale del politicamente corretto predilige l’uno all’altro perché la parola «man», descrivendo gli appartenenti al solo sesso maschile, non sarebbe sufficientemente inclusiva. Ma è una bugia, perché da sempre si usa «uomo» per indicare il genere umano distinto in maschi e femmine.
Le proteste
Silkie Carlo, direttore dell’organizzazione Big Brother Watch, già impegnata in diverse campagne contro la deriva della sorveglianza digitale, denuncia questa nuova funzione: «non è di aiuto», dice, bensì «profondamente invadente».
Non solo: secondo Carlo rischia persino di rafforzare i pregiudizi. Sam Bowman, del periodico online Works in Progress, rileva in questo modo come Google «aggiunga un’inclinazione politico/culturale indesiderata a quello che l’utente vorrebbe fosse un prodotto neutrale».
«Neo-lingua» 2.0
Qualche utente, sui social, ha già sottolineato il rischio per la libertà di espressione insito in una simile funzione. Qualcun altro ricorda a Google che il libro 1984 dello scrittore inglese George Orwell (1903-1950), con la «neo-lingua» che censurava i vocaboli sgraditi al regime, era un romanzo distopico, non un libretto d’istruzioni. Ma forse questo equivoco oggi non riguarda soltanto Google.
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Federico Cenci Dal 2013 al 2017 ha lavorato all’agenzia cattolica di stampa Zenit occupandosi di temi sociali e religiosi, bioetica, politiche familiari, nonché politica interna ed internazionale. Ha quindi proseguito l’attività con In Terris, e attualmente con vari giornali e periodici. Nel 2020 ha scritto il romanzo “Berlino Est 2.0 – Appunti tra distopia e realtà“
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