Il Cammino dei tre sentieri 24 Aprile 2023
Perché certa teologia cattolica contemporanea
ha finito con il ridurre il Cristianesimo
a “religione-intellettuale”?
di Corrado Gnerre
Lo abbiamo detto più volte: il Cristianesimo non è una gnosi; non è una sorta di congrega d’intellettuali, per cui più si conosce, più si traffica sulle cose di Dio, e più si sarebbe avvantaggiati. No, il Cristianesimo non è questo.
Certo la conoscenza di Dio è necessaria (perché non si può amare ciò che non si conosce), ma non è su questa che la nostra anima sarà giudicata. Chi può conoscere e chi può studiare, avendone da Dio ricevuti i talenti, deve farlo. Ma farlo come servizio, non come qualcosa da utilizzare per credersi più importante e più bravo. Guai se chi è chiamato ad approfondire le cose di Dio mancasse di umiltà!
E’ sulla carità che ognuno di noi sarà giudicato. Carità da intendersi come amore a Dio e, attraverso Dio, anche ai fratelli.
Però attenzione: l’amore a Dio non si misura con vaghi sentimenti, con stati emozionali che vanno e che vengono. No, si misura con la capacità di conformarsi alla volontà sua: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me“, dice san paolo ai Galati. Fare la volontà di Dio vuol dire adempiere alla Sua Legge, la quale corrisponde alla sua natura.
Non ci si rende conto che certo cattolicesimo contemporaneo, che, riguardo alla morale, ha optato per la cosiddetta morale della situazione o per l’ opzione fondamentale, trascurando una seria adesione alla Legge di Dio, ha finito con il proporre un cristianesimo astratto e -appunto- intellettualistico, dove ciò che conta sarebbe solo riferirsi in maniera evanescente a Dio (cioè intellettualisticamente) piuttosto che abbracciarlo, che farsi plasmare completamente -e non parzialmente- da Lui.
Concludiamo con queste parole tratte dal Capitolo Primo de L’imitazione di Cristo (Capitolo Primo). E’ il Signore che parla all’anima:
La dottrina di Cristo trascende tutti gl’insegnamenti dei santi; e chi avesse lo spirito suo vi troverebbe una manna celeste nascosta. Ma succede che molti, pur udendo spesso il Vangelo, ne sentono poco desiderio, perché non hanno lo spirito di Cristo. Chi, invece, vuole intendere appieno e con gusto spirituale la parola di Cristo, deve cercare di modellare tutta quanta la sua vita su di lui. Che ti può giovare il discutere profondamente del mistero della Trinità, se manchi d’umiltà, per cui dispiaci alla Trinità? In realtà, non sono i discorsi profondi che formano il santo e il giusto; ma è la vita virtuosa che rende l’uomo caro a Dio. Io preferisco sentire la compunzione, che conoscerne la definizione. Se tu conoscessi a memoria l’intera Bibbia e le massime di tutti i filosofi, a che ti gioverebbe tutto questo senza la carità e la Grazia di Dio?
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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