(da Totus tuus network)
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C’è stato un tempo in cui il mondo conosceva l’ordine. L’espulsione dei Gesuiti da molti stati pre-unitari (iniziata nel 1767 nel Regno di Napoli), indica quanto, già allora, il mondo fosse “alla rovescia”.
La riforma del Casati (1859, Regno di Sardegna) e poi di Coppino (1877), segnano l’inizio, nel nostro paese, dell’uso delle scuole come “Instrumentum regni”.
L’uso della scuola come strumento politico è confermato da Dina Bertoni Jovine (storica di impostazione gramsciana): “l’Italia era fatta, bisognava fare gli italiani. E lo strumento scelto fu la scuola di Stato”.
Fa, pertanto, sorridere il rimpianto di una certa destra verso la Riforma Gentile (1923).
E’ del 1929 il principale e unico documento della della Chiesa Cattolica sull’educazione. L’ormai tardiva enciclica Divini illius Magistri, interveniva per ricordare che NON è compito della Stato “educare” ma può, invece, soltanto “istruire”. L’educazione è diritto dei genitori, non dello Stato. E anche la Chiesa ha diritto ad educare i battezzati.
Oggi, nel 2023, lo Stato “educa” a 360°. Per giunta, non istruisce… e noi non abbiamo più nemmeno nozione della differenza. Ciascuno di noi è stato o viene OBBLIGATORIAMENTE educato al relativismo e al socialismo. Per almeno dieci anni di vita.
Ma ecco che, dal passato, viene a noi un piccolo libro. Un libro che ha formato centinaia di migliaia di persone, per circa 150 anni: tra queste, le classi dirigenti d’Europa e dell’America Latina. Un libro che, oggi, può aiutarci a capire perchè ci educano “alla rovescia” e ci indica come, invece, dovrebbero educarci.