Cuba, economia allo sfascio

Abstract: Cuba, economia allo sfascio ed è di nuovo un caso economico disperato. Una presentazione del professor Carmelo Mesa Lago dell’Università di Pittsburgh rende evidente la portata del disastro. La presentazione è stata fatta all’Associazione per lo studio dell’economia cubana presso la Florida International University (FIU) di Miami.

Tradizione Famiglia e Proprietà newsletter 28 Settembre 2023

Cuba deve importare persino lo zucchero

per sopravvivere 

di Edwin Benson

Quando l’Unione Sovietica si dissolse il giorno dopo il Natale del 1991, si inaugurò una stagione di festeggiamenti nei numerosi quartieri cubani di Miami. Gli esuli di lunga data tirarono fuori dalle cassette di sicurezza delle banche documenti legali ingialliti, preparandosi a tornare a Cuba per reclamare terreni, case e aziende confiscati dall’esperimento socialista di Castro.

All’Avana non c’era tutta questa gioia. L’appoggio politico ed economico dell’Unione Sovietica si estendeva a tutta la vita cubana. Iniziò un periodo di fame e di dubbi che i cubani chiamano “periodo speciale”. Con un capolavoro di manipolazione politica, il governo castrista volse l’incertezza a suo vantaggio e mantenne il potere. E gli atti e i documenti legali degli esuli tornarono nelle banche.

Oggi Cuba è di nuovo un caso economico disperato. Una presentazione del professor Carmelo Mesa Lago dell’Università di Pittsburgh rende evidente la portata del disastro. La presentazione è stata fatta all’Associazione per lo studio dell’economia cubana presso la Florida International University (FIU) di Miami. “Sei decenni dopo la Rivoluzione cubana”, ha esordito il professore, “il Paese sta nuovamente attraversando una grave crisi economica, questa volta peggiore del famigerato ‘Periodo Speciale’ degli anni ’90“.

La storia amara dello zucchero

L’esempio più evidente dei problemi di Cuba è la raccolta della canna da zucchero. Quando Cuba era una colonia spagnola, le piantagioni di zucchero costituivano il fulcro dell’economia. La rivoluzione industriale modificò radicalmente la raccolta e la lavorazione dello zucchero e l’economia cubana navigò a gonfie vele. Secondo l’Enciclopedia Britannica, “nel 1850 l’industria dello zucchero rappresentava i quattro quinti di tutte le esportazioni e nel 1860 Cuba produceva quasi un terzo dello zucchero mondiale”.

Tale espansione oggi è solo fonte di nostalgia. La raccolta di canna da zucchero, 8,5 milioni di tonnellate nel 1970, era sceso a circa un diciannovesimo (473.000 tonnellate) nel 2021. La stima ufficiale cubana per il 2023 è di 350.000 tonnellate. A complicare la questione, Cuba si è impegnata a vendere alla Cina 400.000 tonnellate. Quindi, per colmare il divario, si prevede di acquistare zucchero dal Brasile.

La presentazione del professor Mesa Lago alla FIU ha fornito molti più dettagli sull’economia cubana, che ha suddiviso in sette categorie.

1. Il sistema economico inefficiente Uno dei principali difetti del comunismo è che la pianificazione centrale crea sistemi economici impraticabili. Nessun ristretto gruppo di dirigenti è abbastanza saggio da prendere decisioni economiche valide per intere società. Inevitabilmente, questo gruppo elabora politiche che si adattano alle loro idee prevalenti, che li avvantaggiano personalmente o entrambe le cose. L’apparato decisionale si deteriora ulteriormente, poiché i leader si isolano sempre di più dai problemi che infliggono al loro popolo. Non è possibile alcun cambiamento efficace, perché i responsabili delle decisioni sono i principali beneficiari del sistema in crisi.

Questa è stata la storia di Cuba durante tutto il regime castrista, che continua sotto il successore di Raoul Castro, Miguel Díaz-Canel. Il dottor Mesa-Lago fa un’eccezione per il “socialismo di mercato”, ma è eccessivamente ottimista. Nessun governo socialista può permettere l’esistenza di mercati liberi e vivaci. Finiscono sempre per lavorare contro il controllo del regime. Questa è la grande lezione dell’ex colonia britannica, Hong Kong.

2. La grave crisi economico-umanitaria del Venezuela Lo stato attuale dell’economia venezuelana è troppo complesso per essere analizzato in questa sede. Il sottotitolo di un recente articolo del pur liberal New York Times lo riassume magnificamente: “Dopo anni di estrema penuria, alcuni venezuelani conducono una vita di lusso mentre altri si arrangiano. La nazione che soffriva di stenti si è trasformata sempre più in una nazione di chi ha e di chi non ha”. Quando la “Signora grigia di Times Square” critica i socialisti, la situazione deve essere disastrosa.

L’effetto del deterioramento del Venezuela su Cuba è semplice da spiegare. Quando Hugo Chávez prese il controllo della nazione ricca di petrolio nel 1999, ha riveto il suo mentore, Fidel Castro. Il suddetto “periodo speciale” termninò quando Chávez iniziò a inviare denaro e petrolio a Cuba. Questa politica è continuata sotto Nicolás Maduro dopo la morte di Chávez. Tuttavia, il governo di Maduro è ora al verde. Ancora una volta, Cuba ha perso il suo principale sostegno finanziario.

3. L’incapacità di Cuba di finanziare le proprie importazioni con le proprie esportazioni Il problema della produzione di zucchero è una componente di questo problema. Il quadro generale è molto peggiore. Dal 1989 al 2021, il valore complessivo delle esportazioni cubane è diminuito del 67%, mentre le importazioni sono aumentate del 5%. L’effetto cumulativo nel tempo è un enorme deficit commerciale.

Anche le esportazioni dei famosi sigari cubani sono diminuite di oltre un quinto. Se Cuba fosse un’azienda, sarebbe ora di appendere il cartello “Going Out of Business” (cioè “azienda in bancarotta”).

4. Le forti sanzioni imposte da Trump Meno di due settimane prima di lasciare lo Studio Ovale, l’amministrazione Trump designò Cuba come “Stato sponsor del terrorismo”. Il Segretario di Stato Mike Pompeo giustificò tale designazione legandola a tre lamentele di vecchia data: “Per decenni, il governo cubano ha nutrito, ospitato e fornito cure mediche ad assassini, fabbricanti di bombe e dirottatori, mentre molti cubani soffrono la fame, sono senza casa e senza medicine di base…. Cuba ospita anche numerosi latitanti statunitensi ricercati o condannati per accuse di violenza politica, molti dei quali risiedono a Cuba da decenni…. L’apparato di sicurezza e di intelligence cubano si è infiltrato nelle forze di sicurezza e militari venezuelane, aiutando Nicholas Maduro a mantenere la morsa sul suo popolo e permettendo alle organizzazioni terroristiche di operare”.

Le sanzioni includono restrizioni sui voli, sul commercio e su varie transazioni finanziarie tra le aziende statunitensi e la nazione insulare. Tra queste, la più significativa potrebbe essere la forte limitazione delle quantità di dollari che i cittadini americani possono inviare a Cuba, in molti casi ai propri familiari. Secondo il professor Mesa Lago, queste rimesse sono scese da 3,7 miliardi di dollari nel 2019 a 1,0 miliardo nel 2021.

Nonostante le promesse dell’amministrazione Biden di ritirare le sanzioni di Trump contro Cuba, queste rimangono in gran parte in vigore, anche grazie alle obiezioni del senatore democratico del New Jersey Bob Menendez, i cui genitori sono emigrati da Cuba poco prima della sua nascita. Secondo il Pew Research Center, nel 2006 il New Jersey aveva la seconda più alta concentrazione di cubani della nazione, dopo la Florida.

5. Covid-19 Per un certo periodo, sembrava che il turismo potesse essere la salvezza economica di Cuba. L’ex “Perla delle Antille” è sempre stata una celebre destinazione turistica. Il governo ha investito molto nella ristrutturazione degli hotel e nella promozione della vita notturna, un fenomeno precedente a Fidel Castro. Quando il Presidente Obama alleggerì le restrizioni sui viaggi, un gran numero di americani diede lustro alle proprie credenziali liberal andando in vacanza all’Avana. Quei turisti, 4,7 milioni nel 2018, portarono milioni di dollari e di euro di cui il regime aveva bisogno.

Poi è arrivato Covid. Il numero di visitatori nel 2020 è stato circa un quarto rispetto al record del 2018. Il dato sarebbe stato peggiore, se non fosse che la crisi del Covid è scoppiata a marzo, cioè, alla fine della stagione dei viaggi invernali. Il protrarsi del problema nel 2021, unito alle nuove sanzioni di Trump, ha fatto calare ulteriormente il flusso di visitatori. Nel 2022 c’è stata una ripresa, ma di modesta entità, con 1,6 milioni di turisti. A quanto pare, i liberal hanno trovato altre spiagge.

6. “Tarea Ordenamiento” Tradotto dallo spagnolo, l’espressione significa “Ordine dei compiti”. Uno dei compiti era quello di unificare la moneta. Per decenni, Cuba ha avuto due sistemi monetari. Gli abitanti dell’isola utilizzavano i pesos “nazionali”, cioè privi di valore reale. Un altro peso “convertibile” era disponibile per coloro che potevano acquistarli con valute riconosciute a livello internazionale. L’effetto era un sistema ridicolmente complicato che riduceva la produttività.

Il piano si è ritorto contro il pianificatore. Secondo la Columbia University Law School, il tasso di cambio ufficiale con il dollaro americano ha subito un calo catastrofico del 2.300%. Il risultato è stato una massiccia inflazione. L’aumento dei prezzi, a sua volta, ha ridotto significativamente il già scarso tenore di vita.

7. L’invasione russa dell’Ucraina La Russia ha ereditato una relazione commerciale con Cuba dalla vecchia Unione Sovietica. Questo non ha mai costituito un fattore economico importante per la Russia, ma è stato vitale per Cuba. La reazione internazionale all’invasione russa dell’Ucraina ha complicato la situazione. Poiché le sanzioni hanno ridotto le esportazioni energetiche russe, le forniture di petrolio verso Cuba, mai abbondanti, sono crollate. Questa condizione ha ulteriormente alimentato l’aumento del tasso di inflazione.

Cuba può riprendersi?

Non è facile vedere quale percorso Cuba possa intraprendere per invertire le sue sorti, a meno che non ripudi la rivoluzione castrista. Anche in questo caso, Cuba avrebbe bisogno di affidarsi a capitali stranieri per rilanciare la sua economia appassita. Questo processo richiederebbe decenni.

Forse la più grande lezione che Cuba può insegnare al mondo è ribadire che il comunismo distrugge sempre tutto. Anche quando una nazione ha eccellenti risorse naturali, solidi alleati e turisti occidentali molto spendaccioni, il “paradiso dei lavoratori” di Karl Marx riesce a ridurre tutto in povertà. Ed è meglio gettarlo nella pattumiera della storia.

Fonte: Tfp.org, 21 Settembre 2023. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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