Il Borghese quindicinale n. 12, 15 gennaio 2024
Fatti, retroscena e scomode verità sul regime del Caudillo
di Giuseppe Brienza
Il 10 dicembre è stato presentato a Cecina (Livorno) presso il Circolo culturale Il Fitto il libro Controstoria del franchismo, di Roberto Lobosco, uno degli ultimi volumi inseriti nel catalogo della giovane e anticonformista casa editrice Idrovolante.
Dopo che negli scorsi decenni lo storico spagnolo Pio Moa è stato fatto oggetto nel suo Paese di un vero e proprio linciaggio mediatico-culturale per aver definito la Guerra civile 1936-39 un confronto armato necessario fra due visioni dello Stato e della vita inconciliabili, ora è la volta di un giovane ricercatore toscano a sfidare le censure e le intimidazioni della cancel culture. In effetti quella fatta approvare ai tempi del socialista Zapatero, la Ley de Memoria Histórica (n. 52/2007 del 26 dicembre 2007), è stata capofila fra le leggi orwelliane sulla “memoria storica” che hanno trasformato in reato d’opinione ogni tipo di ricostruzione storica diversa dalla narrazione ufficiale.
Ma l’Alzamiento del 1936, spiega il trentenne Lobosco che è laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pisa con una tesi in Diritto pubblico comparato ed è autore del saggio La rivoluzione conservatrice europea. Storia e interpretazione del fascismo (Edizioni Il Borghese, Roma 2022), va inquadrata come una reazione ad un clima politico di disordine e di anarchia generalizzata, una conseguenza della violenta e caotica situazione nazionale venutasi a creare all’indomani delle elezioni del febbraio 1936 in seguito alle quali il Fronte Popolare social-comunista stava portando alla distruzione l’intera nazione iberica.
Al Generale Francisco Franco (1892-1975), dopo l’affermazione del Fronte Nazionale, va ascritto il merito di aver tenuto fuori la Spagna dal Secondo conflitto mondiale, accolto e aiutato gli ebrei in fuga dai territori sotto giurisdizione tedesca, ristabilito l’ordine morale nel suo Paese, proclamato il primato dello Stato contro la sovversione anarco-comunista e massonica e, infine, restaurato della forma monarchica il “punto di arrivo” della rivoluzione conservatrice spagnola. Il tutto costruendo parallelamente un ordinamento politico-economico saldo, di matrice organica e corporativa. In definitiva il caudillo ha guidato la Spagna nei suoi anni più difficili preservando la triade valoriale Dio, Patria e famiglia.
Non c’è dubbio che quello di Franco sia stato un regime autoritario, ma è pur vero che la riduzione delle libertà politico-elettorali e sindacali è stata anche una conseguenza delle circostanze in cui si trovava la Spagna alla fine della Guerra civile. È per questo che ben vengano libri come quello di Lobosco a contrastare leggi-liberticide come la Ley de Memoria Histórica che mirano ideologicamente a cancellare per intero parti della storia di nazioni, come la Spagna ma il discorso si riflette anche sull’Italia, che necessiterebbero piuttosto di essere “revisionate” al fine di favorire percorsi di pacificazione e memoria (il più possibile) condivisa.
Roberto Lobosco Controstoria del franchismo. Fatti, retroscena e scomode verità sul regime del Caudillo, Idrovolante Edizioni Alatri 2023 pp. 190, € 17