In Francia chiese bruciate e statue decapitate

Abstract: in Francia chiese bruciate e statue decapitate. Nel resto dell’ Europa l’islam avanza e si moltiplicano gli attacchi ai luoghi di culto e diventa pericoloso anche leggere una Bibbia in pubblico. Tutto questo nella indifferenza generale di chi non vuole vedere per paura, per convenienza o per stupidità. Anche in Grecia non passa praticamente mese senza che venga scoperta una cellula terroristica che intende colpire qualche chiesa, nel Paese che ha sostenuto sanguinose guerre per affrancarsi dal domino turco e islamico. ma a quanto pare la storia ha insegnato poco o nulla agli europei, che continuano ad accogliere a braccia aperte i barbari che li stanno nuovamente invadendo.

Newletter di Giulio Meotti 16 Maggio 2024  

Chiese bruciate e statue decapitate:

la barbarie che non indigna nessuno

In Europa in un anno attacchi a 3.000 luoghi di culto. L’ultimo in una città-simbolo. Ogni mese sventato un attentato a una chiesa. Quando ci svegliamo da questa sbornia multiculturale?

di Giulio Meotti

Perché non se ne parla? I media non ne parlano. E perché dovrebbero? Cercate un solo articolo, uno, sull’archivio dell’Osservatore Romano. Zero.

Un giorno si dirà che i dinosauri si sono estinti con più dignità dell’Occidente.

Chiesa di Santa Teresa a Poitiers, Francia. Padre Albert ha aperto la chiesa martedì mattina alle 8,30 ed era piena di fumo. Erano state date alle fiamme le panche ammucchiate davanti al coro. Una statua della Vergine, a lato del coro, non aveva più la testa.

Gli autori della devastazione hanno il senso della storia: a Poitiers, le armate di Carlo Martello fermarono l’avanzata dei Mori.

Gli autori degli attacchi alle chiese sono gli stessi che hanno imbrattato il memoriale della Shoah di Parigi con le mani rosse del linciaggio. Basta leggere le frasi appena lasciate sulle croci e le tombe di un cimitero in Dordogna: “Sionista”, “Allah”, “razzista”, “ebreo”. Vasto programma!

L’obiettivo è traumatizzare l’opinione pubblica, intimorire ebrei e cristiani e destabilizzare le democrazie europee.

“Il più delle volte non suscitano emozione” scrive il celebre storico ebreo Marc Knobel in una straordinaria inchiesta pubblicata da La regle du jeu. “I fatti sono riportati molto sobriamente dalla stampa locale, spesso esclusivamente, più raramente nelle edizioni dei quotidiani regionali. Nella maggior parte dei casi, gli articoli sono pubblicati fra le cosiddette ‘notizie varie’. Articoli brevi, cosparsi di poche citazioni, forse un sindaco, un prete, un agente di polizia, un fedele. 750 chiese vandalizzate e dissacrate in un anno. Sono in media due chiese al giorno”.

Cos’è questo scandalo che suscita tanto pudore?

Attaccare una chiesa, qualunque sia la motivazione dell’autore (islamico o Antifa), è un modo per attaccare la nostra identità collettiva che ha plasmato la cultura, la storia e i paesaggi. Cercare di distruggere gli edifici cristiani è un modo per “fare piazza pulita” del passato. E una nazione privata di identità e passato vedrà la sua forza interiore annichilita. Sarà, è, una civiltà più facilmente conquistabile.

Chi sarà stato?

Da 700 a 900 in media ogni anno sono le chiese profanate in Francia. A Nizza, una chiesa profanata al grido di “Allahu Akbar”.

In una chiesa graffiti anti-Gesù e pro-Maometto. Hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint Roch e iniziato a gridare “Allahu akbar”. “Lunga vita all’Islam”, sui muri di una chiesa a Lieusaint.

Un migrante è entrato nel cimitero della chiesa di Saint-Louis a Évreux e ha profanato i crocifissi.

E ancora: “Nella chiesa di Angers, sette statue di santi sono state decapitate o amputate. Una statua di Maria è stata decapitata nella chiesa di San Martino a Choicy-le-Roi. Anche le vetrate delle antiche chiese vengono regolarmente distrutte da vandali, come a Guerlesquin. Violenze estreme sono state usate lo scorso ottobre nella cappella a Saint-Pol-de-Léon: lì i vandali hanno sfondato le porte della chiesa con un’ascia e distrutto tutte le finestre, tutti i crocifissi e altri simboli religiosi”.

Il sito Christianophobie.fr ha pubblicato una mappa delle chiese attaccate

Soltanto in un mese incendiata la collegiata di Saint-Nicolas ad Avesnes-sur-Helpe, vandalizzate chiese a Saint-Tudy e a Aytré, bruciata una chiesa del XVI secolo a Romilly-la-Puthenaye e profanata una chiesa a Nétreville. In una sola settimana, chiese colpite a Dijon, Houilles, Lavaur e Nîmes.

Le croci in Dordogna sono state appena imbrattate con la scritta “Islam” e “sottomettetevi ad Allah”. Hanno scritto:Oggi terra di miscredenti, domani di Allah”.

Difficile equivocare sugli autori di queste profanazioni.

Ma è un fenomeno europeo. Negli scorsi giorni, vandalizzata una chiesa a Bonn, in Germania.

In tutta Europa, in un anno, si registrano in media 3.000 attacchi ai luoghi di culto cristiani: incendi, distruzioni, graffiti, profanazioni. Una guerra senza rumore. Le chiese sono sotto attacco in tutta l’Europa occidentale, con episodi più recenti registrati in Austria, Germania, Italia e in Svezia.

L’Austria, dopo la Francia, è il paese più colpito. Due ragazzi musulmani che vivono in Austria hanno appena confessato davanti al Tribunale di Leoben che vorrebberouccidere i cristiani” e “ripristinare il califfato. Un attacco terroristico musulmano contro un gruppo di giovani cattolici è stato sventato in extremis. Volevano provocare una carneficina uccidendo i cattolici durante una veglia di preghiera a Vienna. Un richiedente asilo dall’Afghanistan ha accoltellato una donna che leggeva la Bibbia. Un musulmano ha inseguito e picchiato un uomo che distribuiva copie della Bibbia a Vienna-Meidling. Un uomo si è scatenato vandalizzando chiese e profanandone quattro, rovesciando o distruggendo statue, croci e altari. Una folla musulmana composta da una cinquantina di persone è insorta intorno al fonte battesimale e ai confessionali all’interno di una chiesa a Vienna, al grido di “Allahu Akbar!”.

Nella sola Grecia, dal 2015 al 2020, ci sono stati 2.339 episodi di profanazione contro la Chiesa ortodossa, secondo il Ministero dell’Istruzione e degli Affari religiosi. “C’è una correlazione tra l’aumento dell’immigrazione illegale e gli attacchi alle chiese”, scrive il Greek City Times citando il rapporto. “Dovremmo ricordare che la Grecia ha trascorso 400 anni sotto il dominio islamico turco e che la lotta per la libertà è stata sanguinosa”.

Contemporaneamente alle profanazioni, non passa praticamente mese senza che non venga fermata una cellula terroristica che voleva colpire le chiese.

Ad aprile stavano pianificando un attacco contro una chiesa in Germania. Avrebbe dovuto avvenire nel giorno dell’Ascensione. Volevano attaccare i “kuffar”, i miscredenti.

A marzo, un piano per colpire le chiese di Parigi.

A dicembre, un piano sventato contro la cattedrale di Colonia.

Una guerra che si salda a quella fuori dai nostri confini, dall’attacco alla chiesa di Istanbul di gennaio (1 morto) alla chiesa di Sydney. In quest’ultimo attacco volevano uccidere gli Assiri, i “figli di Nestorio” che parlano ancora l’aramaico, gli eredi del regno cristiano di Edessa, baluardo contro i turchi e gli arabi, “primo scalino della potenza cristiana in Oriente” come scrive il Tasso nella Gerusalemme liberata.

In una chiesa di Saint-Gilles-Croix-de-Vie è stato decapitato il Gesù dell’altare maggiore. Poi è stata distrutta la porta della parrocchia. Poi è stata vandalizzata la cappella. Poi è stata incendiata la chiesa. Questa piccola cittadina di settemila abitanti in Vandea conta già 15 moschee.

Ma anche questa sarà sicuramente una coincidenza. D’altronde, il crimine perfetto deve rimanere impunito. E l’impunità è la più grande colonna sonora del nostro tempo.

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