Dove sono finiti gli orsi polari?

Tradizione Famiglia Proprietà newsletter 6 settembre 2024  

di Gary Isbell

Dove sono finiti tutti gli orsi polari?

Gli orsi polari dominavano i dibattiti sul clima e le loro immagini apparivano ovunque. Scene false di orsi polari in uno zoo, non nell’Artico, sono apparse nel drammatico film di Al Gore del 2006, Una scomoda verità. Ci è stato detto che gli orsi erano sulla via dell’estinzione.

Oggi non li troviamo più su poster, magliette, pubblicità, cartoni del latte o titoli di giornale. Nel 2010 l’attenzione si è spostata dagli orsi polari altrove.

Si capisce perché. Dopo anni di palesi travisamenti, la popolazione globale di orsi polari è aumentata in modo rilevante. Da una stima di 12.000 orsi alla fine degli anni sessanta, oggi il numero è quasi triplicato, con oltre 32.000 esemplari nel 2023. Gli eco-allarmisti hanno letto il dato a hanno deciso di cestinare la causa degli orsi polari.

Questo però non è l’unico caso. In un articolo pubblicato sul Wall Street Journal, l’autore Bjorn Lomborg nota una tendenza negli ultimi due decenni. Gli eco-allarmisti ululano lo sviluppo di catastrofi climatiche. Ma quando le previsioni climatiche di alto profilo non si realizzano e la realtà fattuale smaschera la loro farsa, le abbandonano tranquillamente.

Per esempio, un tempo gli attivisti sollevavano preoccupazioni per la Grande Barriera Corallina australiana, sostenendo che stava morendo a causa dell’aumento delle temperature del mare. Un uragano dannoso nel 2009 ha portato difatti a un record di abbassamento della copertura dei coralli nel 2012. I media hanno subito sensazionalizzato il declino della barriera corallina, prevedendo un’ulteriore riduzione del 50% entro il 2022, fatto che ha motivato persino un molto serioso “necrologio”del The Guardian nel 2014.

Tuttavia, i dati più recenti dipingono una storia completamente diversa. La Grande Barriera Corallina ha visto aumentare la sua copertura dei coralli negli ultimi tre anni, raggiungendo un nuovo record nel 2024. Gli eco-allarmisti, tuttavia, non riportano le buone notizie, ma si stanno arrovellando il cervello per inventare la prossima crisi.

La catastrofe prescelta era rappresentata dalle previsioni sull’affondamento delle isole Maldive. Queste isole basse nell’Oceano Indiano avrebbero rischiato di scomparire a causa dell’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici.

Tuttavia, studi recenti indicano che le Maldive non sono sopravvissute appena, ma sono cresciute in termini di massa terrestre negli ultimi decenni. Questa inaspettata resilienza è attribuita principalmente a processi naturali come il deposito di sedimenti e la crescita delle barriere coralline, che permettono alle isole di adattarsi e persino di prosperare nonostante i cambiamenti ambientali.

L’ultima crisi che non può andare sprecata dagli eco-allarmisti è quella delle ondate di calore “killer”, pubblicizzate come la nuova storia dell’orrore climatico. Il Presidente Biden ha dichiarato che il caldo estremo è il principale killer legato al clima negli Stati Uniti.

Secondo uno studio del Global Burden of Disease, i decessi legati al freddo superano di venti volte quelli legati al caldo. La ricerca ha rivelato che di quel 7,7% dei decessi che si possono ritenere in qualche modo legati alla temperatura, il 7,3% è legato al freddo mentre soltanto lo 0,4% al caldo.

Anche con l’aumento delle temperature, negli Stati Uniti i decessi per caldo estremo, standardizzati per età, sono diminuiti di quasi il 10% grazie all’aumento del benessere, che consente un migliore accesso alle tecnologie salvavita, come l’aria condizionata alimentata con elettricità!

Ciò nonostante, la rappresentazione drammatica nei media delle ondate di calore estremo spesso porta a decisioni politiche distorte. Che si tratti di caldo o di freddo, l’energia a prezzi accessibili è una soluzione pratica per prevenire i decessi dovuti alla temperatura. Gli ambientalisti pongono ostacoli allo sviluppo di energia pulita in nome del cambiamento climatico. Si oppongono a progetti energetici, come i sistemi geotermici potenziati (EGS) e l’energia nucleare, che aiutano l’uomo ad adattarsi ai cambiamenti climatici con un’energia a costo accessibile.

Presto il caldo estremo si unirà alle altre cause ormai gettate nel cestino. La vera minaccia per l’umanità non è il caldo estremo, ma l’ambientalismo estremo.

Ogni anno vengono spesi oltre 2.000 miliardi di dollari per le politiche climatiche a livello globale. È ora di rivalutare l’attuale approccio allarmistico e di dare priorità a soluzioni sostenibili che vadano a beneficio sia delle persone che del pianeta.

Le tattiche ecologiste basate sulla paura lasciano tutti confusi, angosciati e scoraggiati. La paura porta a scelte politiche sbagliate che frustrano ulteriormente il pubblico. Inoltre, quel fariseismo che ostenta inesistenti virtù morali e la narrazione sempre cambiante dei disastri venturi hanno gravemente minato la fiducia del pubblico.

È ora di seguire la vera scienza e non le fake news. La storia vera è che gli orsi polari sono vivi e vegeti e si moltiplicano felicemente su quel ghiaccio che non avrebbe dovuto esserci più.

Fonte:Tfp.org, 29 Agosto 2024. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.