La vita di Cristo (di mons. Fulton Sheen)

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Istituto del Verbo Incarnato I.V.E.– Verbum Caro Factum Es

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Accade che Satana appaia, variamente camuffato, simile a Cristo; e, alla fine del mondo, apparirà come un benefattore, un filantropo: ma con le stimmate non è mai apparso, e non apparirà mai. Perché solamente l’Amore Celeste può mostrare le cicatrici del supremo dono d’amore fatto in una notte ormai per sempre trascorsa.

Non vi sono, in realtà, che due concezioni di vita: l’una è «Prima il banchetto e poi il mal di capo»; l’altra, «Prima il digiuno e poi il banchetto». Le gioie differite ed acquistate a prezzo di sacrificio sono sempre le più dolci e le più durature. Gli antichi insegnavano che qualunque prosperità o fortuna questo o quell’umano godesse senz’aver sofferto tornava sgradita agli dei! Lucrezio narra di un re egiziano che ruppe ogni rapporto con l’amico Policrate, tiranno di Samo, perché la prosperità di costui mancava d’imperfezioni, di «quel che di amaro che scaturisce in mezzo alla fonte della dolcezza».

Il Cristianesimo, diversamente da qualsiasi altra religione, principia con la catastrofe, con la sconfitta. Le religioni radiose e le ispirazioni di natura psicologica rovinano nella calamità e s’inaridiscono nell’avversità; la Vita del Fondatore del Cristianesimo, invece, essendo cominciata con la Croce, termina con il sepolcro vuoto e la vittoria.

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