Accidenti
Nella metafisica classica sono quegli enti, quelle caratteristiche che possono esiste solo appoggiandosi ad altro, cioè alla sostanza.
Angelo
In senso generico ogni creatura puramente spirituale (e perciò di perfezione ontologica superiore all’uomo). Di angeli parlano sia la Rivelazione ebraico-cristiana sia l’Islam. Ma il concetto di angelo come creatura intermedia tra Dio e l’uomo non è filosoficamente confutabile, e appare anzi come possibile e probabile. Nulla vieta infatti di pensare che Dio abbia completato l’ideale piramide che ha come base la materia inerte, come gradini successivamente ascendenti i vegetali, gli animali, e l’uomo, e come vertice Lui stesso, con un livello creaturale puramente spirituale. In senso specifico quella creatura spirituale che ha liberamente scelto (in modo definitivo e irreversibile [si veda il concetto di eviternità]), a differenza del diavolo, di obbedire a Dio Creatore.
Astrazione
Secondo Aristotele e Tommaso d’Aquino è l’attività con cui l’uomo, mediante l’intelletto agente coglie degli aspetti intelligibili universali presenti nel dato sensibile, che vengono espressi in concetti.
Atto
Nel senso più ampio, nella metafisica classica è il correlativo di potenza: è ciò che effettivamente esiste, mentre potenza è ciò che semplicemente potrebbe esistere. In un senso più specifico è l’estrinsecarsi concreto della facoltà (o potenza) di un ente vivente (ed esempio l’atto di vedere, l’atto di pensare o di volere).
Concetto
Unità discreta minima del pensiero. Esempi di concetto: rosso, ape, mare, sinfonia, parola.
Cosa
Unità minima in cui si può, metafisicamente parlando, scomporre la realtà. Equivale (grosso modo) a ente.
Dato [Si oppone a costruito, o elaborato]
Ciò che precede l’intervento attivo del soggetto, elaborante e volente. Dato sensibile è l’oggetto della sensazione, dato intelligibile è l’oggetto dell’intellezione (/dell’attività intellettiva), dato di fede (vedasi dogma, rivelazione) è l’oggetto della fede: in tutti i casi il dato si impone al soggetto (senziente, intelligente o credente) come qualcosa che ne precede ogni possibile manipolazione attiva.
Diavolo [Per il Cristianesimo e l’Islam]
Creatura puramente spirituale [vedi angelo], che ha operato una scelta definitiva e irreversibile [vedi eviternità]di ribellione a Dio Creatore, e si trova pertanto “fissato” per l’eternità nel male, e dunque nella sofferenza. Tale irreversibile, interminabile sofferenza spinge il diavolo a trascinare in una condizione analoga alla sua quanti più esseri umani possibile.
[Plausibilità della sua esistenza]
Il tipo di crudeltà di cui l’uomo è stato artefice nella storia è un argomento imponente a favore dell’esistenza del diavolo, come colui che (“omicida fin dal principio”) lo “tenta”, istigandolo al male. In questo senso ammettere l’esistenza di un Tentatore, che usa della sua superiore capacità conoscitiva e operativa, per rovinare l’uomo, devastando l’opera di Dio, che egli odia, e trascinando l’uomo nella sua eterna infelicità, aiuta a vedere con più misericordia l’uomo stesso. Su questo argomento consigliamo vivamente l’opera di C.S.Lewis, Le lettere di Berlicche, ed. Mondadori.
Dio
Dio è il Tutto, è Tutto. È la pienezza del Bene (Colui che è sommamente buono, infinitamente buono), la pienezza della verità e dell’intelligenza (Colui che sa tutto, in modo infinitamente perfetto) la pienezza della potenza (Colui che può tutto, in modo infinitamente perfetto).
1. Di fatto si parla di Dio solo con la Rivelazione: la filosofia greca e romana parla di divino, di dei, talvolta anche di Dio (del Dio), ma in senso ben diverso da quello ebraico e cristiano. Quello di cui parla la filosofia greca è quanto meno un dio finito, cioè limitato (come il Demiurgo di Platone, che non crea), che quindi anche quando vuole il bene dell’uomo non può attuarlo che in modo imperfetto; ma in diversi filosofi greci dio non solo non può il bene dell’uomo, ma nemmeno lo vuole: così il Motore Immobile di Aristotele non si interessa della vicenda umana, così gli dei di Epicuro.
2. Eppure dopo che il Cristianesimo si diffuse molti filosofi hanno cercato di dimostrare l’esistenza di Dio così come la Rivelazione lo presenta, ossia come il Mistero infinito e onnipotente che ha creato tutte le cose per un disegno buono. Hanno elaborato cioè prove dell’esistenza di Dio. E anche hanno cercato anche di capire il più possibile con la ragione come Dio sia, come debba essere pensato, cioè appunto come pienezza infinita ed eterna di conoscenza, di amore, di potenza, hanno cioè cercato di elaborare gli attributi di Dio.
3. Qualcuno ha preteso di dimostrare che Dio non esiste? Una tale dimostrazione è strutturalmente impossibile, e infatti nessuno l’ha mai tentata. I filosofi atei hanno piuttosto cercato di spiegare perché l’uomo può fare a meno di Dio, o perché deve farne a meno (come Nietzsche, per il quale Dio non deve esistere affinché il superuomo sia). Molti hanno ritenuto che la stessa domanda su Dio, il senso religioso, sia da negarsi alla radice: non bisogna più pensarci, lo stesso porre tale questione è già negativo (così, pur in modi diversi, Comte e Marx).
4. Il secolo XX ha dimostrato a suo modo l’esistenza di Dio, rendendo evidente a quali tragedie giunga l’uomo quando pretende di negare radicalmente Dio: come già aveva profeticamente visto Dostojevskj, senza Dio tutto è permesso (si veda anche il Caligola di Camus).
Dramma
Lo è la vita, piaccia o non piaccia. Il dramma non è né tragedia né commedia. Impegna la libertà ad ogni istante. Implica la continua possibilità di sbagliare, ma anche la continua possibilità di vincere (con la grazia) il male che è in noi.
Ente
Ciò che è (/la cosa). Secondo la metafisica Scolastica si compone di due principi: l’essenza e l’esistenza (/essere).
Essenza
Ciò per cui una cosa è così.
Essere
Termine fondamentale in filosofia, originario (trascendentale) e polisenso. Può designare
1. ciò che esiste (sinonimo di realtà)
2. ciò per cui ciò, che esiste, esiste (sinonimo di esistenza, in termini scolastici di actus essendi, polarmente correlato, nell’ente, a essenza) 3. il fatto (/l’atto) di esistere Eviternità
Condizione delle creature puramente spirituali (vedi angelo e diavolo), intermedia il tempo, proprio della condizione dell’uomo, creatura corporeo-spirituale, e l’eternità, propria di Dio. L’eviternità non conosce successione di istanti, come accade per il tempo, che si dispiega in una molteplicità, ma si avvicina in qualche modo all’unità del presente eterno. In particolare l’eviternità delle creature spirituali, di cui pure si può dire che abbiano “cominciato a esistere”, ne spiega l’irreversibilità di scelta loro caratteristica.
Facoltà [Ovvero potenza]
Funzione attraverso cui l’anima (/l’uomo) compie atti di tipo non [esclusivamente] materiale (/non transitivo], come sentire, ricordare, immaginare, pensare, volere, amare.
schematizzando:
ATTO | FACOLTA’ CHE LO COMPIE |
sentire | sensi |
ricordare | memoria |
immaginare | immaginazione |
pensare (capire/ragionare/giudicare) | intelligenza (intelletto/mente/pensiero/ragione) |
volere, amare | volontà |
Forma
Principio ontologico che fornisce a una sostanza la sua determinatezza. In ogni sostanza quindi la materia è il fattore di determinabilità, e la forma quello di determinazione.
Giudizio
Secondo la Scolastica è la “seconda operazione” dell’intelletto (la prima è l’astrazione), consistente nell’unire più concetti. Esempio: quell’automobile è molto veloce. Il g. è fondamentale per Agostino e Blondel, mentre è semplice conseguenza del concetto per il tomismo.
In senso esistenziale, un giudizio è dato quando il soggetto stabilisce in modo certo e nitido una verità, su cui può impostare una azione sicura (/sicuramente convergente all’unitario destino, al fine ultimo, dell’esistenza). Di fatto tutta la conoscenza intellettiva concreta si suddivide in opinioni e giudizi.
schematizzando quindi:
giudizio in senso stretto (esistenziale) | certezza | pace | |
giudizio in senso lato | |||
opinione | incertezza | inquietudine |
Grazia
Per il cristianesimo è l’energia soprannaturale che assimila l’uomo a Cristo, Uomo – Dio, rendendolo capace di un giudizio, di una libertà e di un amore gratuito altrimenti impossibili
Illuminazione
Per Agostino è il fenomeno che accompagna ogni giudizio umano retto e certo. Essa è operata nell’interiorità dello spirito umano da Dio stesso, o meglio dal maestro Interiore, Cristo. Infatti solo Colui che è assolutamente immutabile può consentire all’intelligenza dell’uomo un giudizio immutabile, stabile e vero, mentre non lo possono né gli oggetti dei sensi, intrinsecamente mutevoli, né la stessa anima umana, essa pure soggetta a fluttuazioni.
Intellezione
Attività con cui l’intelligenza (/intelletto, /ragione, /mente, /pensiero) coglie il suo oggetto, in qualche modo afferrandolo e comprendendolo. Per Aristotele e Tommaso d’Aquino essa è resa possibile dall’astrazione, per Agostino piuttosto per una illuminazione, operata dal Maestro interiore.
Libertà
si possono distinguerne tre tipi:
esteriore (sono libero se gli altri [/circostanze esterne]mi lasciano libero) qui si radica la questione politica della libertà (vedi liberalismo/liberismo/diritti)
interiore (a sua volta suddivisibile in)
“minor”, o libertà di scelta, o libero arbitrio (=in ogni istante sono libero tra più alternative: anche se fossi privo della libertà esteriore, murato vivo senza poter muovere un dito, potrei scegliere che cosa pensare e che cosa volere, desiderare, amare) [tutti gli esseri intelligenti hanno questa libertà, sempre e comunque]
“maior”, o libertà di autonomia (= libertà di essere ciò che sono, di attuare la mia vera [/interiore/profonda] essenza /natura; = possibilità di autenticità; = soddisfazione del desiderio [fondamentalmente di essere sè stesso/ciò che veramente si è]) [non tutti gli esseri intelligenti hanno questa libertà = va conquistata, e la si possiede, di fatto, sempre “più o meno”, può crescere o diminuire]
Male
Assenza (/mancanza, /privazione) di bene, cioè di essere (/non essere). Classica è la distinzione agostininana tra tre tipi di male
m. metafisico = assenza di essere nella propria realtà strutturale, nel punto di partenza. Ogni creatura ne è affetta, in quanto non è la Pienezza dell’Essere, non è Dio.
m. morale = assenza di essere nella azione intrapresa, in un segmento di cammino percorso: l’azione non è come dovrebbe (e potrebbe). Manca, difetta. Difetta di qualcosa che dovrebbe avere; é impoverita, carente, zoppicante. Ma lo zoppicare non è relativo ad una fine di poco conto, o a un livello “tecnico”, è relativo al destino ultimo, perciò è una ferita seria, profonda, che produce il male fisico o sofferenza, è, in termini teologici il peccato.
m. fisico = assenza di essere nel risultato dell’azione intrapresa, nella meta (provvisoria [relativa a un segmento]o definitiva [vedi morte, inferno]): se l’azione compiuta è carente di essere il risultato che ne consegue è carente di essere; e la carenza di essere a livello di risonanza emotiva è la sofferenza.
Il male fisico è conseguenza del male morale, ma non nel senso che nella vita presente vi sia esatta corrispondenza tra l’uno e l’altro (si veda il tema della sofferenza del giusto e della [apparente] felicità del malvagio). Tale corrispondenza vi sarà, nella prospettiva cristiana (ma in genere monoteistica) solo nella vita futura e definitiva.
Materia
In senso specifico, per la filosofia classica, è il correlativo di forma: è il principio ontologico di determinabilità che si compone con la forma in ogni sostanza corporea. In altri termini la materia è un sostrato indeterminato, e in quanto tale è recettivo di qualsivoglia forma.
Le diverse filosofie hanno comunque diversamente interpretato il concetto di materia: Aristotele e i suoi seguaci (come Tommaso d’Aquino) riducono decisamente la materia a pura potenzialità, totalmente indeterminata; Platone e l’indirizzo filosofico agostiniano e francescano attribuiscono alla materia una qualche sorta di seppur germinale determinatezza e attualità.
Memoria
Gnoseologicamente = una facoltà conoscitiva atta a trattenere i ricordi.
secondo Aristotele e Tommaso d’Aquino è uno dei sensi interni (dunque è nettamente meno importante di intelletto e volontà, che sono facoltà dell’anima razionale, sono insomma a livello superiore)
secondo la tradizione agostiniana e francescana è facoltà dell’anima razionale, di pari livello quindi dell’intelletto e della volontà.
Esistenzialemente = stato (/atteggiamento) dell’animo per cui il presente viene vissuto sulla scorta di un passato visto non come gravosa palla al piede, ma come ricchezza esistenziale, prezioso punto di partenza per non essere alienati dal potere.
Metafisica
Parte della filosofia che considera la realtà nei suoi aspetti più universali (/sintetici), ovvero come totalità (/intero). Coltivata da quasi tutti i filosofi antichi e medioevali, è di fatto stata accantonata (in favore della gnoseologia) da buona parte della filosofia moderna, e rigettata (a partire da Hume e da Kant) da una parte importante della filosofia contemporanea. Per il pensiero di matrice cristiana essa resta un momento irrinunciabile della riflessione filosofica, col compito essenziale di chiarire come la stessa ragione possa riconoscere l’esistenza di Dio.
Modernità
La ratio essendi della civiltà seguita a quella medioevale, ossia il ciò per cui l’epoca post medioevale è un quid in qualche modo unitario e sviluppa una parabola almeno per certi aspetti intelligibile e coerente.
Un primo problema in proposito è appunto determinare se esista una modernità, o non ci si debba limitare a parlare di epoca moderna e contemporanea, come un insieme di vicende e strutture (materiali e spirituali) di cui è impossibile cogliere un logos unitario.
In secondo luogo si tratta di determinare se vi siano più modernità ed eventualmente quali. A questo proposito studiosi del ‘900 hanno evidenziato l’esistenza, accanto ad una m. “laica” e antropocentrica, di una m. teocentrica e cristiana
Natura
Termine polisenso:
metafisicamente significa essenza,
cosmologicamente (ed è questo il significato più corrente) equivale a mondo (/cosmo, = insieme di tutte le cose [materiali, o più precisamente sensibili]),
teologicamente designa l’insieme e ognuna delle realtà create, in quanto distinte dal Creatore e dal soprannaturale.
Ontologia
Sapere riferito all’essere. Vedi metafisica.
Peccato originale
Secondo la concezione cristiana è il fatto che, all’origine della storia umana, ha segnato una ribellione al Disegno di Dio da parte dei progenitori di tutto il genere umano. Tale ribellione, comunque lo si immagini (assumendo più o meno letteralmente l’episodio del Genesi), è consistita essenzialmente in un peccato di superbia (voler “essere come Dio”, mettersi al posto del Creatore, usurpandone il posto e non accettando il limite della propria creaturalità) e ha prodotto nell’intero genere umano, che dai progenitori è disceso, una debilitante alterazione del proprio stato: la natura umana si è trovata cioè in uno stato di non-integrità, ovvero di malattia, per cui conoscere integramente e rettamente il vero e volere il bene sono diventati, in tutti gli esseri umani, qualcosa di difficoltoso e di non attingibile adeguatamente senza un aiuto da parte di Dio (vedasi grazia, redenzione).
Argomento correlato: il monogenismo (/poligenismo). Un’unica coppia ha dato origine a tutto il genere umano? Per la fede cattolica la risposta è affermativa, pena il non fondare due dati irrinunciabili: la fratellanza universale e l’universalità degli effetti del peccato originale (quindi l’universale bisogno di redenzione: diversamente Cristo sarebbe venuto solo per alcuni, per i discendenti cioè dell’unica coppia responsabile. A meno che più coppie umane originarie (da cui deriverebbero più ceppi razziali, la cui unità a quel punto deriverebbe solo da un interventio provvidenziale speciale e non da un dato anzitutto naturale) abbiano commesso (più o meno contemporaneamente, a quel punto sarebbe indifferente) lo stesso peccato.
Potenza
Vedi atto.
Principio
Metafisicamente è, in un ente, un fattore distinguibile da altri, ma non separabile, e che concorre a costuire l’ente stesso. Con termine inelegante la scolstica lo definisce “ens ut quibus”, opponendolo a “ens ut quae”: non è una cosa, ma la componente di una cosa. Non essendo separabile non si può ad esempio dire che un principio sta alla cosa (principiata) come una particella elementare sta all’atomo (che essa concorre a comporre).
Ragione
È la capacità di rendersi conto di ciò che esiste (/della realtà) ricercandone un significato adeguato (/cercando di capirne il senso).
Significato
Ciò a cui rimanda un segno come suo senso in qualche modo esauriente. Il significato di una parola è ciò che quella parola significa (ciò di cui quella parola è segno), il significato della realtà è ciò che la realtà significa (ciò di cui la realtà è segno). Il significato della realtà è solo nella totalità: per capire qualcosa devo vederne il nesso con altro, ultimamente con la totalità.
Nella metafisica classica tipo di ente dotato di una certa autosufficienza, contrariamente agli accidenti, che possono esistere solo inerendo (appoggiandosi) ad essa. Secondo Aristotele l’autosufficienza della sostanza è solo relativa, per Cartesio essa è più accentuata (res quae nulla alia re indiget ad existendum), per Spinoza essa è assoluta (tant’è che esiste una sola sostanza).
Soprannaturale
Teologicamente è il correlativo di natura: designa Dio, nalla Sua intima Vita (/in Sè stesso) e la partecipazione che Dio fà di Sè alla Sua creatura spirituale (uomo e angelo). In quest’ultimo senso soprannaturale è, in larga misura, coestensivo a grazia.
Teologia
°razionale = parte della metafisica che concerne Dio (sua esistenza, caratteri essenziali razionalmente conoscibili, e rapporto col mondo creato)
°cristiana = discorso che l’intelligenza credente sviluppa a partire dalla fede e dentro la fede su Dio, in quanto Lui stesso si è comunicato all’uomo, in Cristo
Tolleranza
Nella versione illuministica (illuminata!) = sop-portazione (tollo, -is, sustuli, sub-latum) che si ferma agli aspetti epidermici (ciò che l’altro pensa di essere, ciò che l’altro appare). Corollario (/atteggiamenti implicati): ti odio (/ti disprezzo) ma faccio finta di rispettarti, vorrei tanto che tu non ci fossi ma…
Nella versione cristiana: considero non aspetti epidermici, ma la verità di te, perciò amo la tua verità (=la verità di te), disponibile ad essere sincero sugli aspetti in cui tu tradisci la tua verità, ma per amore a ciò che davvero tu sei.
Tomismo
Sistema filosofico e teologico ispirato al pensiero di Tommaso d’Aquino. È stato per secoli (falla fine del Medioevo all’800) punto di riferimento privilegiato della Chiesa cattolica. Integrando Aristotele dentro una sintesi cristiana, conferisce alla natura una autonomia molto maggiore di quella riconosciutale da Agostino (e dai suoi discepoli).
Trascendentali
Gli aspetti estesi a tutto ciò che esiste (per Kant: a tutto ciò che è conoscibile): l’essere (tutto ciò che esiste è, è dell’essere), l’unità (tutto ciò che esiste è uno: se ne possiamo parlare è perché è uno; anche un mucchio di sassi è un mucchio, uno sciame di api è uno sciame), il bene e il vero (tutto ciò che esiste è buono ed è vero). Questi ultimi due sono di fatto riconosciuti come trascendentali solo da chi ammette Dio: solo se Lui ha creato tutto si può sapere in partenza che tutto è buono (perché Dio lo vuole) e vero (perché Dio lo conosce).
Uomo
Problemi filosofici e teologici riguardo all’u. :
– esiste una natura umana?
– come va concepita tale natura, nel contesto della totalità cosmica (vedi umanesimo/naturalismo – animalismo-ecologismo)
– l’uomo è essenzialmente spirito, o unità di spirito e corpo, o soltanto corpo?
– esiste una libertà di scelta?
– l’uomo è destinato a un fine ultimo trascendente e infinito? Come ciò si riverbera sulla sua sua esistenza attuale (vedi desiderio, felicità)?
1. natura umana
Non esiste per pensatori come Sartre, per il quale l’uomo è assoluto Per Sé, libertà capace di totale autocreazione. In un certo senso già altri pensatori avevano anticipato questo esito, ad esempio Fichte, per il quale l’Io si autopone come assoluta attività. In generale molta modernità è pervasa dal desiderio di svincolarsi dall’oggettività in cui rientra in qualche modo la stessa natura umana, in quanto dato.
Esiste per la tradizione ellenica e cristiano-medioevale, come pure per parte della filosofia moderna (incluso Pico della Mirandola) e contemporanea. Il problema principale allora non è inventare qualcosa che non c’è, ma accettare quello che c’è, quello che siamo: accettare noi stessi, come il primo dono che il Creatore ci ha fatto.
2. Rapporto anima/corpo
Già la filosofia greca parlava di anima per definire il livello più specifico dell’uomo, quello che lo distingue dagli animali. L’anima è in effetti quella dimensione (ontologica) che rende l’uomo
a) superiore al resto del cosmo naturale e
b) simile a Dio (biblicamente “immagine e somioglianza di Dio”).
Riconoscono che esiste un’anima, superiore al corpo (tra gli altri): Socrate, Platone, Aristotele, gli stoici, Plotino, S.Agostino, S.Tommaso, S.Bonaventura, Duns Scoto, Marsilio Ficino, Cartesio, Leinbniz, Spinoza, Kant (come postulato), Fichte, Schelling, Hegel, Kierkegaard.
Negano che esista un’anima (qualitativamente superiore al corpo), tra gli altri: Leucippo e Democrito, Epicuro, Comte, Marx, Nietzsche.
L’esistenza dell’anima è affermabile filosoficamente a partire dalla constatata esistenza di fenomeni che implicano un livello non materiale: tale il pensiero, tale la libertà, tale il pudore, tale la capacità di gratuità.