Newsletter di Giulio Meotti 26 Febbraio 2025
Un profetico Carl Gustav Jung del 1946 che parlava già di noi, le “messe nere” dei terroristi, il video-choc dalla frontiera dei cristiani decapitati e uno straziante inno alla vita
di Giulio Meotti
Una ventina di persone a terra. Alcune legate. Un terrorista con gli stivali gialli si avvicina e inizia a spaccare teste come meloni con un lanciarazzi. Rantoli. Spasimi. Volti che si contorcono. Volti stupefatti di chi attende la morte. Un terrorista ride sguaiato. Allahu Akbar. Poi mostrano alla telecamera la bandiera nera con la shahada. Chiedo scusa, ma è importante vedere quello che non vogliono farci vedere.
Siamo in Congo, dove più di 70 corpi di cristiani, tra cui donne, bambini e anziani che erano stati presi in ostaggio dagli islamisti, sono stati trovati legati e decapitati all’interno di una chiesa. Gli stessi terroristi che fanno a pezzi un numero imprecisato di persone (un “genocidio silenzioso” è in corso nel paese).
Non è diverso, forse soltanto meno efficiente, dal video del contadino tailandese decapitato a colpi di zappa da un allegro civile di Gaza il 7 ottobre.
Ma chi strangola e mutila i corpi di due bambini non esiterà a fare altrettanto agli adulti.
La giornalista israeliana Myriam Schermer di i24News ha trovato le parole più giuste sui Bibas, sepolti oggi in Israele: “Si è trattato di una messa nera”.
Messa nera. Vale a dire, adesione consapevole all’abominio. Non a una visione errata del bene, ma celebrazione deliberata e religiosa del male.
Viene da evocare ciò che Carl Gustav Jung disse nell’aprile 1939: “Non sappiamo nemmeno se Hitler fonderà un nuovo Islam, è come Maometto. L’umore in Germania è islamico, bellicoso e islamico. Sono tutti posseduti da un dio barbaro”.
Nell’appendice a Wotan, Jung nel 1946 scrisse un testo profetico, che parla della Germania nazista, ma che sembra parlare di noi: “Stiamo vivendo in tempi di grande sconvolgimento. Questo stato critico di cose ha un’influenza così tremenda sulla vita psichica dell’individuo che il medico deve seguirne gli effetti con più attenzione del solito. Un vero e proprio sabba delle streghe. Ovunque rivoluzioni, violente alterazioni della mappa, ritorni in politica a prototipi medievali o addirittura antichi, stati totalitari che travolgono i vicini e superano tutte le precedenti teocrazie nelle loro pretese assolutistiche, persecuzioni di cristiani ed ebrei, omicidi politici all’ingrosso e un’allegra incursione piratesca su un popolo pacifico e semicivilizzato. Wotan scomparve quando le sue querce caddero e riapparve quando il Dio cristiano si dimostrò troppo debole per salvare la cristianità dal massacro fratricida. La nostra mania per le spiegazioni razionali ha ovviamente radici nella nostra paura della metafisica, perché i due sono sempre stati fratelli ostili. Un uragano si è scatenato mentre noi crediamo ancora che faccia bel tempo. Il disturbatore della pace è un vento che soffia in Europa dalla vastità dell’Asia, che si abbatte su un ampio fronte dalla Tracia al Baltico, disperdendo le nazioni davanti a sé come foglie secche o ispirando pensieri che scuotono il mondo fino alle fondamenta. Quando il vento soffia, scuote tutto ciò che è insicuro, all’esterno e all’interno. Cosa significano tutte le bellezze del passato provenienti da livelli di cultura totalmente diversi per l’uomo di oggi, quando si confronta con un dio tribale vivente e insondabile come non ha mai sperimentato prima?”.
Per questo uomini e donne di Gaza non solo hanno preso la decisione calma e fredda di portare i figli a festeggiare attorno ai corpi di Kfir e Ariel Bibas, strangolati a morte dai loro rapitori e sepolti oggi in Israele. I ragazzini sfigurano i volti dei Bibas anche nell’osceno poster realizzato da Hamas, mentre un mostro religioso con la barba inneggia alla guerra.
Messa nera, dicevamo. Una cerimonia in cui si offre al male il sangue e la sofferenza degli innocenti in un volontario rovesciamento di ogni moralità. Hamas non è stupido, non ha commesso alcun “errore di comunicazione”. La dissolutezza e il sadismo servono a stuzzicare gli appetiti più oscuri tra i loro sostenitori occidentali.
L’obiettivo è anche costringere al silenzio imbarazzato i difensori dei diritti umani: Save the children, Amnesty, Oxfam e le altre sigle. La Croce Rossa sembra un fantasma su quei palchi decorati con slogan di propaganda multilingue contro il “sionismo”.
Dopo essere stati tenuti in ambienti pieni di pidocchi, cimici, muffe e funghi, a piedi nudi per 500 giorni e che hanno indossato le scarpe per la prima volta il giorno del rilascio, strangolati, legati, imbavagliati con un panno fino al soffocamento, appesi a testa in giù, nutriti con mangime per animali, le donne trasformate per sedici mesi in schiave domestiche di terroristi poligami, questi ostaggi sono portati alla vista del pubblico.
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E sono sembrate tanto come le aste di schiavi nel Sud degli Stati Uniti durante gli anni precedenti alla Guerra Civile.
Nel 2000, due soldati israeliani hanno preso una strada sbagliata e sono entrati a Ramallah in Cisgiordania. Sono stati trascinati fuori dalla loro auto in una stazione di polizia, dove sono stati assassinati. Uno dei corpi è stato poi gettato fuori dalla finestra dalla folla inferocita che si era radunata e che ha fatto a pezzi il corpo.
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Nel 2004, terroristi arabi hanno aperto il fuoco sull’auto della famiglia Hatuel vicino alla loro casa a Gaza quando gli ebrei vivevano ancora lì. Hanno sparato e ucciso a distanza ravvicinata Tali Hatuel, incinta di otto mesi, e le sue quattro figlie di 11, 9, 7 e 2 anni.
Nel 2011, cinque membri della famiglia israeliana Fogel, tra cui due bambini di 11 e 4 anni e un neonato di 3 mesi, sono massacrati nei loro letti da due terroristi di un vicino villaggio arabo. La testa del neonato è quasi staccata dal corpo.
Nel giugno 2016 a Mosul, in Iraq, 19 donne yazide che si erano rifiutate di diventare schiave del sesso sono state bruciate vive all’interno di gabbie di ferro.
Eppure, il palestinismo resta la causa prediletta dei progressisti occidentali. Il sostegno alla causa jihadista ha fatto uscire completamente l’Occidente dalla sua bussola morale. Non è solo perché ha aderito a una causa profondamente anti-ebraica. L’islamismo è un culto della morte. Ma l’Occidente non è in grado di riconoscerlo, anzi ci si allea, perché è nella morsa di un proprio culto della morte.
Ma voglio concludere con l’inno alla vita di un padre israeliano, Yarden Bibas, al funerale per la moglie e i due figli. Non chiede vendetta, non parla di terre o guerra o storia o confini, ma di una moglie che non ha saputo difendere e di due bambini che gli hanno insegnato a essere padre.
Non so se la civiltà della vita può sconfiggere la cultura della morte di cui parla Jung, ma se può potranno farlo soltanto loro.
Ricordo la prima volta che ti ho detto “Mi Amor”.
Era proprio all’inizio della nostra relazione. Mi avevi detto di chiamarti così solo se fossi stato sicuro di amarti, di non dirlo a caso. Quindi non l’ho detto subito, perché non volevo che pensassi che mi stessi affrettando a dire “ti amo”. Ma, Shiri, ora te lo confesso: già allora, quando ti ho chiamata “Mi Amor”, ti amavo.
Shiri, ti amo e ti amerò per sempre!
Shiri, sei tutto per me!
Sei la donna e la madre migliore che ci sia.
Sei la mia migliore amica.
Mishmish, chi mi aiuterà a prendere decisioni adesso? Come posso decidere senza di te?
Ti ricordi la nostra ultima decisione?
Nel rifugio ti ho chiesto: “Combattiamo o ci arrendiamo?”. E tu mi hai risposto: “Combattiamo”. E così ho combattuto.
Shiri, mi dispiace di non essere riuscito a proteggervi. Se solo avessi saputo cosa sarebbe successo, non avrei sparato.
Ripenso a tutto quello che abbiamo vissuto insieme. Abbiamo così tanti ricordi meravigliosi.
Ricordo la nascita di Ariel e Kfir. Ricordo i momenti in cui sedevamo da soli a casa o in un caffè e parlavamo di tutto, senza fine. Era bellissimo. Mi manca. Mi manchi.
La tua presenza mi manca terribilmente.
Vorrei raccontarti tutto ciò che sta accadendo nel mondo e qui, nel nostro paese.
Shiri, tutti ci conoscono e ci amano. Non puoi immaginare quanto sia assurdo tutto questo.
Le persone mi dicono che saranno sempre al mio fianco, ma loro non sono te.
Perciò, ti prego, resta accanto a me, non andare lontano!
Shiri, questo è il momento in cui sono più vicino a te dal 7 ottobre, eppure non posso baciarti né abbracciarti. Mi spezza il cuore.
Ti prego, Shiri, proteggimi…
Proteggimi dalle decisioni sbagliate. Proteggimi da tutto ciò che è male. Proteggimi da me stesso. Proteggimi dal sprofondare nell’oscurità.
Mishmish, ti amo!
Čuki (Ariel)
Tu mi hai reso padre. Tu ci hai resi una famiglia.
Mi hai insegnato cosa è veramente importante nella vita e cosa significa essere responsabile.
Il giorno in cui sei nato, sono maturato all’istante grazie a te. Mi hai insegnato tanto su me stesso, e voglio dirti grazie.
Grazie, amore mio.
Ariel, spero che tu non sia arrabbiato con me perché non sono riuscito a proteggervi come avrei dovuto e perché non ero lì per voi.
Spero che tu sappia che ho pensato a te ogni giorno, ogni minuto.
Spero che tu stia bene in paradiso. Sono certo che starai facendo ridere tutti gli angeli con le tue battute e imitazioni.
Spero che ci siano tante farfalle, così puoi osservarle come facevi durante i nostri picnic.
Čuki, fai attenzione quando scendi da una nuvola… non calpestare Tony!
Insegna a Kfir tutte le tue imitazioni e fate ridere tutti lassù.
Ariel, ti amo “più di tutto, per sempre ”, proprio come dicevi sempre a noi.
Pufik (Kfir)
Non pensavo che la nostra famiglia potesse essere ancora più perfetta. Poi sei arrivato tu, e lo sei diventata ancora di più…
Ricordo la tua nascita. Ricordo che, nel bel mezzo del parto, l’ostetrica si fermò all’improvviso. Ci spaventammo, temendo che fosse successo qualcosa. Ma si fermò solo per dire che avevamo un altro bambino con i capelli rossi.
Mamma ed io scoppiammo a ridere e a gioire.
Hai portato ancora più luce e felicità nella nostra piccola casa.
Sei arrivato con il tuo sorriso dolce e contagioso, e mi hai conquistato all’istante.
Era impossibile non coccolarti tutto il tempo.
Kfir, mi dispiace di non essere riuscito a proteggervi meglio. Ma voglio che tu sappia che ti amo tantissimo e che mi manchi terribilmente.
Mi manca stringerti e sentire la tua risata.
Mi mancano i nostri giochi del mattino, quando la mamma mi chiedeva di badare a te prima di andare a lavoro.
Adoravo quei piccoli momenti. E oggi mi mancano più che mai.
Kfir, ti amo “più di tutto, per sempre”!
Ho ancora tante cose da dirvi, ma le terrò per quando saremo soli.