Duc in Altum 23 Aprile 2025
di Daniele Trabucco (*)
Il modello di Papa delineato dal magistero di san Pio X, pontefice dal 1903 al 1914, si radica profondamente nella concezione tradizionale della suprema autorità ecclesiastica come “servus servorum Dei“, riflesso visibile dell’autorità invisibile di Cristo capo, nella sua funzione docente, reggente e santificante.
Papa Sarto, in un tempo di acuta crisi culturale, segnato dall’emergere di ideologie secolarizzanti e dal diffondersi di errori dottrinali, sentì con viva coscienza l’urgenza di un ritorno all’integrità del depositum fidei e alla piena consapevolezza del “munus petrinum” come servizio veritativo alla Chiesa universale.
Nel suo magistero, specialmente attraverso l’enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907 e il Motu Proprio Sacrorum Antistitum del 1910, san Pio X definisce con rigore teologico e profondità speculativa la figura del Pontefice come garante dell’immutabilità della verità rivelata contro ogni tentativo di deformazione modernista.
In lui, l’autorità papale si manifesta non come innovazione arbitraria o creatività pastorale, ma come custodia vigile e amorevole del tesoro apostolico, in continuità organica con la Tradizione e nel rispetto delle forme dogmatiche consolidate. Lungi dall’essere un despota spirituale, il Papa è per san Pio X il primo servitore della verità oggettiva, la quale precede e fonda ogni atto autenticamente ecclesiale.
La figura del Papa, secondo questa visione, si innesta nella gerarchia voluta da Cristo stesso, come vertice visibile dell’unità della fede e della comunione. Essa non è frutto di una delega umana o di un consenso democratico, bensì di un’istituzione divina che ha il suo fondamento nelle parole del Signore a Pietro: “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam“. Da ciò deriva una teologia del Papato non come funzione accessoria, ma come elemento costitutivo della Chiesa stessa, il cui esercizio autentico non può essere disgiunto dall’adesione totale alla verità rivelata e dalla difesa intransigente della legge naturale e divina.
Nel pensiero di san Pio X emerge con forza, allora, l’esigenza che il Papa sia, anzitutto, un uomo di Dio, radicato nella contemplazione e nell’orazione, interiormente purificato per poter essere strumento idoneo dell’azione dello Spirito Santo.
Il Pontefice, infatti, non parla in proprio, ma nella misura in cui si fa eco fedele del Verbo incarnato. Egli è chiamato a essere specchio dell’ordo sapientiae divina nella guida della Chiesa, non già secondo la logica mondana dell’efficienza o del consenso, ma secondo l’intelligenza soprannaturale del bene comune ecclesiale, che è la “salus animarum“.
In questa prospettiva, il Papa non può essere ridotto a figura simbolica o a semplice coordinatore della pluralità ecclesiale: egli deve esercitare un’autentica paternità spirituale, con autorità dottrinale e capacità di discernimento, anche quando ciò comporta la correzione degli errori e la condanna dell’eresia. La carità pastorale, per san Pio X, non si oppone alla fermezza dottrinale, ma la presuppone e la esige, perché solo nella verità l’uomo trova la via della salvezza. L’immagine del buon pastore si compie pienamente nel Papa che, pur con cuore mite, non indietreggia di fronte al lupo, e sa brandire il bastone del magistero contro l’insidia delle dottrine ingannevoli.
L’ideale del Papa secondo san Pio X si colloca, dunque, entro un quadro fortemente teologico e sacramentale, in cui l’autorità ecclesiastica è ordinata a edificare il Corpo Mistico di Cristo nella fede, nella liturgia e nella carità. Il Papa non è un innovatore, quanto un custode; non un opinionista, ma un testimone della Verità; non un mediatore di compromessi, ma un confessore della fede cattolica “usque ad sanguinem“.
In questo senso, il modello petrino trova in san Pio X una delle sue espressioni più pure e luminose, capace ancora oggi di orientare la Chiesa in tempi di confusione e di smarrimento, alla luce della sapienza perenne e dell’amore senza compromessi per Cristo Signore.
Grazie. Un affettuoso saluto. Daniele
(*) professore strutturato in Diritto costituzionale e Diritto pubblico comparato presso la SSML/Istituto di grado universitario San Domenico di Roma. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto pubblico
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