InFormazione cattolica 21 Aprile 2025
Alcune evoluzioni della nostra società
Il male è sempre caratterizzato dalla necessità di imitazione del bene ma è sempre «scimmia di Dio». E’ stato così anche per la propaganda.
E’ interessante analizzare la nascita e l’uso del termine propaganda, per capire anche alcune evoluzioni della nostra società. Il termine propaganda significa oggi, nel linguaggio comune, una azione volta a raccontare qualcosa, spesso senza contradditorio, al fine di convincere qualcuno, a prescindere dalla verità della narrazione.
La parola ha dunque assunto un significato tendenzialmente negativo e la conseguenza è che, per essere efficace, l’azione di propaganda deve essere occultata.
Non era così all’origine. Il termine, infatti, nasce dal nome di una congregazione vaticana istituita da Papa Gregorio XV nel 1622 denominata de propaganda Fide.
La congregazione, pubblica e sostenuta dai Pontefici, aveva il compito di favorire l’azione missionaria, specialmente nei paesi che erano venuti in contatto con l’Europa a seguito delle scoperte geografiche, in quelli passati alla eresia protestante o in quelli in cui il cattolicesimo era perseguitato.
Il suo fine era perciò esplicito ed ebbe innumerevoli meriti. Uno dei suoi obiettivi fu quello di centralizzare l’attività missionaria nei territori extra-europei che era cominciata per l’impulso dato dai Re di Spagna, Portogallo e Francia, e che, in alcuni casi, era diventata motivo anche di divisione e di legame fra interessi nazionali e politici.
La Congregazione promosse sempre la formazione di un clero indigeno, lo studio delle lingue e delle culture dei popoli e la creazione di Chiese locali ben strutturate. La diffusione della Fede dunque era legata alla comprensione di coloro che dovevano accoglierla e non alla imposizione di un modello uniforme che ne cancellasse le identità.
L’azione di Propaganda Fide fu confermata dalla morte come martiri di molti sacerdoti e laici nelle missioni da essa promosse.
La parola propaganda fu poi assunta nel XX secolo per indicare la possibilità di convincere le masse in primo luogo per l1acquisto di beni. L’utilizzatore di questo nuovo senso del termine fu Edward Bernays, austriaco emigrato negli USA e nipote di Sigmund Freud.
Egli iniziò il suo lavoro come pubblicitario e si impose poi come consulente in «pubbliche relazioni», figura da lui inventata. Fra i suoi successi ci furono la campagna per l’ingresso negli USA nella prima guerra mondiale, grazie ad una propaganda anti-tedesca che si basò anche sulla falsificazione di alcuni eventi ed un colpo di stato in Guatemala, affermando, falsamente, che il presidente Arbenz Guzman, democraticamente eletto ed intenzionato a diminuire il ruolo della multinazionale USA United Fruit Company (oggi Chiquita Brands) nel paese, era intenzionato a legarsi a Stalin e a trasformare il Guatemala in uno stato comunista.
Arbenz, il nemico dell’impero delle banane, fu cacciato nel giugno 1954 nell’ambito dell’operazione PBSUCCESS. Il colpo di stato contro il presidente portò il Guatemala in guerra civile devastante che durò sino al 1996 e provocò oltre 200.000 morti.
Come si vede da queste brevi note il termine propaganda cambiò completamente senso, diventando sinonimo di manipolazione del consenso popolare anche attraverso l’uso della menzogna.
Possiamo oggi dire che la propaganda è diventata lo strumento delle molteplici rivoluzioni «colorate» promosse in molti paesi con il coinvolgimento dei servizi segreti ed in particolare della CIA.
Il nichilismo contemporaneo è evidente in questo processo: mentre la propaganda della Chiesa puntava al miglioramento dei popoli, la nuova propaganda è soprattutto uno strumento di dominio delle élites finanziarie che impone narrazioni funzionali al conseguimento di obiettivi politici ed economici, senza alcun riguardo alla verità.