8 Agosto 2022
Mappa di quel mondo aberrante in cui si paga per far generare un figlio in conto terzi. Però in certi posti è pure gratis
di Andrea Bartelloni
Russia, Ucraina e Bielorussia non vietano la pratica dell’utero in affitto e per questo retribuito, ma la guerra e le sanzioni le ha messe fuori gioco. Vicino all’Europa resta allora la Georgia, Paese ancora affidabile per la «maternità surrogata» e dai prezzi modici ‒ tra i 25mila e i 50mila dollari ‒, ma solo per coppie eterosessuali.
Volendo si può ripiegare su Cipro, località, forse, anche più amena della Georgia. La struttura disponibile, la Cyprus IVF Hospital, offre tutte le opportunità per tutte le famiglie, pure le “famiglie” più assortite, anche con la possibilità di scegliere il sesso del bambino.
La scelta viene bene illustrata con un’immagine agghiacciante sul sito della clinica: due mani reggono due bamboline, una avvolta in un panno rosa e l’altra in un panno celeste. Quella nel panno rosa ha anche una fascia rosa in fronte. Gli stereotipi si sprecano. Basta indicare il sesso scelto e l’altro verrà…. boh, diciamo scartato, congelato o messo in frigo in attesa di un nuovo utero?
Ma il giro del mondo surrogato offre molte opportunità a cominciare dagli Stati Uniti d’America, che sono un patchwork: l’«utero in affitto» retribuito si pratica in Arkansas, California, Florida, Illinois, Massachusetts, Texas e Vermont. È invece gratuito in Nebraska, New Mexico, New Yersey, New York, Oregon, Washington e Virginia.
Nel resto del mondo, oltre ai Paesi citati, è legale e retribuito, ma con limitazioni che variano da Stato a Stato, in Armenia, Sudafrica e Thailandia. Legale, ma ancora a titolo gratuito è in Australia, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Grecia, Hong-Kong, Israele, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Ungheria.
Il Nepal ha vietato la gravidanza surrogata agli stranieri dal 2015. Ma lì la maternità surrogata a titolo gratuito non esiste: viene mascherata da rimborsi spese e quant’altro ne riescano a fare una triste fonte di reddito per donne in stato di indigenza o immigrate.
Nel sito della suddetta clinica cipriota, infatti, si legge: «Alcune donne sono generose e sono disposte a dare alla luce un figlio per chiunque altro senza volere nulla in cambio. Tuttavia, in genere, la famiglia ricevente deve pagare una quota di maternità surrogata, oltre a coprire le spese che la gravidanza deve sostenere.
Questa procedura è legale in molti Paesi. Cipro è diventata particolarmente adatta a questo scopo. I suoi medici qualificati, le sue cliniche tecnologicamente avanzate e moltissime donne che desiderano surrogati a un prezzo ragionevole fanno di Cipro un paradiso per la maternità surrogata».
In Irlanda, che si appresta a diventare uno di questi paradisi, a settembre ci sarà una conferenza che ha tra gli sponsor «gold» proprio la clinica cipriota. Anche l’oro non è più oro, ma cosa c’è rimasto ormai di normale. Diceva il drammaturgo e saggista rumeno Eugéne Ionesco (1909-1994) già nel 1962, nell’opera teatrale Le roi se meurt: «Non c’è più niente di normale da quando l’anormale è diventato la norma».
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