Abstract: A Londra scuole di addestramento per la Jihad. Si diffonde pubblicamente un volantino che invita a iscriversi a un corso di sopravvivenza, arti marziali e addestramento alla guerra santa con quote di iscrizione per adulti a bambini. Vi partecipano anche giovani di altre nazionalità, tra cui italiani di passaggio, diretti verso i campi di battaglia.
Articolo pubblicato su “la Repubblica” 27 novembre 1998
La scuola di guerra della Jihad
Londra, corsi di Guerra Santa per i futuri soldati di Allah
di Magdi Allam
LONDRA – COMUNICAZIONE di servizio per i militanti del movimento islamico internazionale: «Oggi si inaugura un nuovo campo di addestramento alla Jihad, la guerra santa per la difesa dei popoli musulmani oppressi. A Crowborough, alla periferia di Londra, si terranno per tre giorni corsi di sopravvivenza e di arti marziali, attività ginniche e conferenze islamiche. Il costo è di 20 sterline per gli adulti e di 10 sterline per i bambini. L’appuntamento è alla fermata dei pullman a Finsbury Park alle 19 e il ritorno è previsto domenica alle 20. Chi fosse interessato a questo o ai prossimi campi della Jihad, che si svolgono ogni sei settimane, può contattare il fratello Sarmid allo 0044-956- 363456. Vi sollecitiamo a prenotarvi con anticipo perché i posti disponibili sono limitati».
IL VOLANTINO dei “Sostenitori della Sharia”, la legge islamica, viene diffuso pubblicamente nella grande moschea di Finsbury Park. Lo sceicco Abu Hamza, imam della moschea e fondatore dei “Sostenitori della Sharia” spiega: «La Jihad è una farida, un dovere islamico imposto da Allah. Si può contribuire alla Jihad con la parola e con i soldi. Ma il combattimento è il livello più alto della Jihad ed è il più utile per l’islam. Allah ci ha ordinato di combattere. Non capisco perché noi musulmani dovremmo adempiere a questo sacro dovere segretamente, quando qui in Occidente vengono riconosciuti gruppi come il Sinn Fein. Non siamo terroristi, siamo mujahidin, combattenti islamici per la giusta causa della difesa dei popoli musulmani oppressi in tutto il mondo. Ecco perché noi proclamiamo la Jihad pubblicamente, siamo contrari all’attività segreta perché si tratta della nostra fede. Questi campi di addestramento alla Jihad sono pubblici».
Come avviene l’arruolamento degli aspiranti mujahidin che hanno deciso di fare la Jihad
«Noi non siamo un gruppo che impone ai suoi adepti la bay’ah, il giuramento di fedeltà. Qui in Europa non possiamo che collaborare con quelli che fanno il dovere della Jihad da qualsiasi parte del mondo provengano. I nostri campi qui in Gran Bretagna, al pari di quelli negli Stati Uniti, sono per l’addestramento preliminare alla Jihad. In realtà lo scopo principale è la tutela dei giovani musulmani dalla perdizione e dall’integrazione nei paesi kuffar, miscredenti. I campi sono organizzati secondo diversi livelli. Dopo il terzo livello il mujahid è in grado di potersi trasferire nei veri campi di battaglia in Afghanistan, Cecenia, Etiopia, Somalia e Eritrea. La Bosnia è attualmente in declino come attività della Jihad mentre il Kashmir non accoglie i mujahidin stranieri. Credo che la principale base della Jihad sarà lo Yemen. Nei prossimi cinque anni lo Yemen diventerà uno Stato islamico e islamizzerà l’intera Penisola Arabica».
Abu Hamza spiega come si svolgono i campi di addestramento alla Jihad in Gran Bretagna: «Ogni sei settimane allestiamo un campo che dura tre giorni. Vengono usate armi leggere e armi con puntamento al laser. L’uso delle munizioni avviene solo all’interno di poligoni autorizzati. Montiamo le tende in zone lontane dai centri abitati, in aperta campagna dove affittiamo un terreno. L’obiettivo principale dell’addestramento è quello di rafforzare la volontà e la determinazione del musulmano a combattere. I giovani vengono abituati a sopportare la fatica fisica, a sopravvivere in ambienti ostili, fanno delle lunghe marce invocando i sacri nomi di Allah per lenire il dolore, imparano a leggere le carte topografiche. E ovviamente vengono addestrati alle armi. Noi dobbiamo essere pronti, la nostra preparazione non deve essere inferiore a quella dei kuffar. Tra un campo e l’altro l’aspirante mujahid deve fare a casa dei compiti religiosi, fisici e militari».
In una videocassetta distribuita dai “Sostenitori della Sharia” con il titolo “L’importanza dell’addestramento militare”, si vedono dei giovani in divisa mimetica raggruppati sotto la bandiera verde dell’islam con la scritta «Non c’è altro Dio al di fuori di Allah», e in varie fasi dell’addestramento: mentre saltano degli ostacoli, superano del filo spinato strisciando per terra, sparano da posizioni fisse o mobili impiegando pistole, mitragliette, cannoncini lanciarazzi.
Alcune scene descrivono operazioni notturne e anfibie. «Nei campi della Jihad si parla in inglese – precisa Abu Hamza – perché vi partecipano giovani di differenti nazionalità». Ci sono anche italiani? «Solitamente gli italiani musulmani che arrivano in Gran Bretagna hanno già ricevuto un addestramento preliminare. Sono qui solo di passaggio verso i campi di battaglia. Ma preferiscono non farsi conoscere perché temono di essere arrestati dal governo italiano o le conseguenze negative che scaturirebbero in ambito famigliare”.
Abu Hamza sottolinea il valore particolare che viene attribuito all’islamizzazione dell’Italia: “Il profeta Maometto ci ha detto che l’Italia non sarà sottomessa all’islam con la spada ma con il takbir (l’invocazione «Allah è Grande») e il tahlil (l’invocazione «Non c’è altro Dio al di fuori di Allah»). Ciò significa che gli italiani abbracceranno l’islam come soluzione al degrado sociale e morale in cui piomberà l’Italia e che in Italia ci sarà un tale numero di musulmani che non sarà possibile fronteggiarli con le armi».
«Noi tentiamo di mobilitare i giovani musulmani e educarli al pensiero salafita e alla pratica della Jihad – conclude Abu Hamza – Salafita è chi si attiene al Corano e a ciò che hanno detto il profeta Maometto e i suoi discepoli in modo letterale, senza modificare nulla. È ciò che in Occidente viene definito fondamentalista. Jihad significa che l’islam non è solo pensiero ma azione, nel senso che chi si oppone o combatte il pensiero salafita viene punito con il dovere della Jihad, cioè con la sua liquidazione fisica. Ciò riguarda tutti, anche coloro che si definiscono musulmani ma sono portavoci di idee sospette. Jihad significa far scorrere il sangue per il bene di Allah, perché prevalga il suo Verbo. La Jihad è l’unico sacro dovere che nel Corano distingue tra il munafiq, l’ipocrita, e il mu’umin, il fedele». […] Abu Hamza si è fatto ribattezzare Al Misri, L’Egiziano, perché non ci siano dubbi: anche se vive a Londra la sua mente e il suo cuore risiedono stabilmente nei paesi di Allah.
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