24 Novembre 2017
di Stefano Magni
Non esiste un censimento ufficiale dei musulmani che si sono convertiti al cristianesimo. Non esiste per ovvie ragioni: rischiano di essere assassinati oppure condannati a morte nei regimi in cui vige la sharia. Esiste, tuttavia, una serie di studi che dimostra come sia in crescita la tendenza alle conversioni, dall’islam al cristianesimo. Un fenomeno che sarebbe forte soprattutto nelle regioni dell’Africa sub-sahariana, al confine fra l’area a maggioranza musulmana e quella a maggioranza animista cristiana.
Il tema delle conversioni dall’islam al cristianesimo è stato riproposto in questi giorni, al National Catholic Register da padre Mitch Pacwa, sacerdote cattolico (gesuita) statunitense, ospite fisso della Tv Ewtn, guida in Terra Santa e considerato uno dei maggiori esperi religiosi del Medio Oriente. Parlando 13 lingue, arabo incluso, Pacwa raccoglie testimonianze direttamente sul campo, segue i media locali, va oltre i freddi numeri delle statistiche. “Siamo in tempi di conversioni di massa dei musulmani” – dice padre Pacwa al quotidiano cattolico statunitense.
La prima volta che i media parlarono di questa conversione fu nel 2005 e su una Tv araba islamica (e vicina alle tesi dei Fratelli Musulmani): Al Jazeera. L’emittente del Qatar ne parlava, chiaramente, in termini allarmistici, ma intanto sfoderava cifre molto interessanti: “Riportavano notizie sulle conversioni di massa dei musulmani, almeno da 6 a 8 milioni, nell’Africa sub-sahariana. E ripetevano questo allarme ogni anno”.
Per padre Pacwa “Queste notizie vengono confermate dagli africani che conosco, che mi hanno ripetutamente parlato nelle conversioni in paesi quali la Nigeria, l’Uganda, il Mali. E’ per questo che Boko Haram è diventato così attivo. Sono francamente molto spaventati dalle conversioni e stanno cercando di rispondere con il terrore. Ma l’azione stessa del terrorizzare la gente sta finendo per provocare un disgusto sempre maggiore nei confronti dell’islam”.
Per esempio: “Quando si sente la notizia che Al Qaeda attacca le ambasciate americane, come nel caso degli attentati di Nairobi e Dar es Salaam, si apprende anche che sono soprattutto africani a morire”. E questo genera sempre maggiori sospetti e distacco nei confronti di una religione che viene vista, già in partenza, come estranea all’Africa sub-sahariana. Il sacerdote gesuita sospetta che, almeno nel continente nero, l’islam sia in una fase di inizio del collasso: il terrorismo è l’esplosione di una supernova, che brucia più intensamente e diventa più luminosa prima della sua fine imminente.
Secondo Mitch Pacwa, le conversioni starebbero avvenendo anche all’interno dei paesi più fondamentalisti, anche se la maggior crescita della popolazione cristiana è, appunto, in Africa, un continente che “sta diventando prevalentemente cristiano, nonostante le reazioni di forza”. E anche negli Usa, da sempre terra di forte competizione fra religioni: “Stavo per celebrare una messa nella chiesa maronita di San Diego e salutai un uomo che mi si presentò con il nome di Ahmed. Gli chiesi se era cristiano. E mi rispose che, sì, era cristiano, battezzato di recente. Disse di venire dal Marocco. I cristiani non hanno un nome come Ahmed, che è una forma contratta di Maometto”.
Il padre gesuita riporta molte testimonianze di conversioni a seguito delle trasmissioni televisive o online di padre Pietro (Butros) Zakariam, ortodosso copto egiziano che è considerato come “l’uomo più ricercato nel mondo islamico”. Zakariam conduce una trasmissione televisiva che viene seguita potenzialmente da 60 milioni di arabi ogni venerdì e tutti i martedì e giovedì conduce delle discussioni online di sei ore. Il contrario del proselitismo d’odio dell’Isis, insomma.
Cosa dicono i dati più attendibili sul fenomeno delle conversioni? Secondo uno studio del Interdisciplinary Journal of Research on Religion, le conversioni dall’islam sono in crescita almeno dal 1960. Se le conversioni, a livello globale, erano meno di 200mila nel 1960, negli ultimi anni ’10 del 2000 procedono al ritmo di 10 milioni all’anno. Confermerebbe, dunque, il dato fornito da Al Jazeera nel 2005. Si conferma anche che l’Africa sia il continente in cui il cristianesimo è più rapidamente in crescita. Secondo il Pew Research Center, entro il 2060, il 42% dei cristiani di tutto il mondo vivrà in Africa.