Corrispondenza romana Dicembre 2024
di Padre Paolo M. Siano
1. Uno studio di Michele C. Del Re (“Riti e crimini del satanismo”, 1994)
Sul website dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (AISI), che dal 2007 è la nuova denominazione del Servizio segreto italiano interno, è possibile trovare “Per Aspera ad Veritatem – Rivista di intelligence e di cultura professionale”, ossia la rivista (dal 1995 al 2004) dell’allora Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica (SISDE, 1977-2007). Al SISDE è succeduta l’AISI, la cui rivista, anch’essa “on-line”, si intitola “Gnosis– Rivista italiana di Intelligence”.
Su “Per Aspera ad Veritatem” Nr. 8/1997 c’è la recensione del libro “Riti e crimini del satanismo”, pubblicato da Iovene Editore, Napoli, nel 1994 (qui: https://gnosis.aisi.gov.it/sito/Rivista8.nsf/servnavig/17). In quel libro il Prof. Michele C. Del Re, docente di diritto penale all’Università di Camerino, tratta del satanismo e dei suoi aspetti criminosi (cf. Michele C. Del Re, Riti e crimini del satanismo, Pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Camerino – N. 42, Jovene Editore, Napoli 1994, pp. 5-6).
Ritengo interessante segnalare alcuni punti del libro, non evidenziati nella suddetta recensione. Secondo Del Re: «è satanista chi crede di fare atto di sottomissione e devozione e/o di piegare comunque ai propri scopi, una forza trascendente in contrasto col Dio del cosmo ordinato e moralmente disciplinato, quale poi sia l’origine storica di questo contro-potere. Lo Yblis (diabolus) degli Yzidis ad esempio, è evidentemente il Dio ordinatore, sicché essi non possono essere definiti satanisti, quale che sia l’origine storica del nome Yblis e dell’attuale dottrina10. Pan, invece, se esce dalle selve classiche per divenire la potenza del caos, del disordine, sarà per noi un dio dei satanisti» (p. 19, corsivo del testo).
Nella suddetta nota 10, Del Re scrive: «La trasformazione di Satana da angelo malvagio in un demiurgo buono è stato frutto d’un percorso teologico abbastanza complesso; comunque, oggi gli Yezidis considerano Satana un Arcangelo caduto, poi perdonato, cui Dio ha affidato il governo del mondo» (p. 19, nota 10).
Dunque, già all’inizio del suo libro, Del Re fa capire che c’è “satanismo” solo quando Satana è inteso dai suoi cultori (soltanto) come entità ribelle e malvagia… Se invece l’Angelo caduto, Satana o Lucifero che dir si voglia, è inteso dai suoi cultori (anche) come principio/demiurgo/dio luminoso, benefico e positivo, allora non ci sarebbe satanismo… Ritengo riduttiva, e alquanto fuorviante, la definizione di satanismo data dal Prof. Del Re.
Questi osserva che il satanismo contemporaneo, o «nuovo satanismo», si diffonde nel clima del New Age (cf. pp. 20-21). Circa i caratteri del «Neo-satanismo», Del Re afferma: «Il satanismo trova nella new age giustificazione e radice per la sua proclamazione di libertà anche di fronte alle regole di umanità» (p. 22). Il satanismo odia il Dio biblico e sceglie Satana come dio… Il New Age proclama la divinità dell’uomo. Per il satanismo l’uomo diventa “divino” mediante il patto con Satana (cf. p. 22)…
Del Re sostiene che il Diavolo del satanismo contemporaneo è molto lontano dal Satana esaltato nell’Ottocento come simbolo positivo di progresso, libertà, felicità: «Quanto è lontano questo tetro e sanguinario demonio di fine millennio dall’orgoglioso e positivo Satana della scienza ottocentesca, personificazione del progresso, della speranza, della felicità in terra!» (pp. 32-33).
«L’anticlericalismo ottocentesco dà al Diavolo le qualità del dio buono della tradizione, a Dio le colpe del diavolo» (p. 33, nota 26, grassetto mio). In quella nota, Del Re accenna al Satana di Giosuè Carducci e di Pierre Proudhon visto da loro come «gioiosa natura, possente liberatrice scienza, felicitante umana libertà in lotta con lo spirito di mortificazione della chiesa…» (ibidem).
Purtroppo Del Re non approfondisce i legami di quell’«anticlericalismo» luciferiano (o luciferismo anticlericale) con la Massoneria…
Del Re scrive che il satanismo moderno si rifà ad Aleister Crowley, occultista, cultore di magia sessuale, leader dell’Ordo Templi Orientis (cf. p. 52). Del Re afferma che Crowley, nel suo Liber Legis, giustifica il sacrificio umano di una «fanciulla, possibilmente vittima volontaria» onde non ingenerare correnti energetiche ostili; la vittima viene violentata, poi tagliata in nove pezzi (cf. pp. 53-54)…Secondo Crowley tale rito dovrebbe praticarsi «raramente» e «per scopi importantissimi» (cf. p. 54). Purtroppo Del Re non fornisce ulteriori dettagli bibliografici (edizione, anno, numero di pagina) su tale citazione del Liber Legis di Crowley.
Del Re parla anche del marchese De Sade definendolo «satanista ateo» (p. 64), promotore di «ateismo satanista» (p. 65).
Del Re afferma che: «satanismo in senso ampio è il ricorso a Satana, ai suoi gregari (come Lucifero, Belzebù) o a qualche dio pagano, qualora i suoi devoti lo identifichino con il sovrano del male contrapposto ad una potenza buona. Esso richiede la credenza in una magia rituale capace di asservire e/o di farsi amiche le forze occulte; l’atteggiamento etico consiste nell’impegno di condividere l’odio aggressivo nei confronti degli altri esseri viventi proprio del principio del male» (p. 105, grassetto mio).
Di nuovo, Del Re riduce il satanismo al ricorso a Satana inteso come principe del male…
Nel capitolo 5° (pp. 103-125), «Satanismo, classi e livelli», Del Re parla prima dei «satanisti sperimentali», o occasionali, poi delle «Congreghe tradizionali: malvagità ortodossa», ossia del «satanismo ortodosso» e organizzato: «Nel satanismo ortodosso troviamo invece persone di tutte le età, addirittura di seconda generazione; spesso si tratta di persone con un buono status sociale; naturalmente agiscono con molta segretezza e sono molto più organizzati degli sperimentali. Quanti siano questi gruppi naturalmente non si può dire: la Chiesa di Satana, la O.T.O., il Tempio di Set, Process, la Chiesa della Porta Verde, sono conosciuti come satanisti, ma negano di svolgere attività criminose. Di solito l’attività rituale è praticata in giorni festivi conosciuti e riconosciuti; beninteso i satanisti possono abbastanza spesso identificarsi come tali, perché lasciano comunque e sempre un segnale di ciò che credono e di ciò che compiono (ad esempio 13 fili d’erba o 13 foglie) sulla scena dove hanno operato. Le persone partecipanti usano vesti caratteristiche, coltelli e oggetti rituali ed hanno un registro chiamato “Libro delle Ombre” per dar memoria delle loro azioni. […] Questi adepti si dedicano completamente alla loro credenza; i membri, si dice, provengono da linee familiari di satanisti; raramente vi sono nuove reclute; spesso la linea satanica va indietro per generazioni. Vi sono gerarchie complesse secondo le regole elaborate dal gruppo stesso. L’abuso rituale dei fanciulli è proprio di questi gruppi» (p. 113).
Tra i satanisti, Del Re include i «Covi Lilithiani», ossia le streghe dedite al culto di Lilith, demone femminile («parte femminea di Satana»), assimilabile alla dea induista Kalì. Il culto a Lilith implica la trasgressione più totale, «il male più perverso». Le streghe ordinarie vestono di bianco, invece quelle lilithiane sono nude o vestono una leggera tunica nera e hanno braccialetto a forma di serpente al polso o alla caviglia o al collo (cf. pp. 113-115).
È interessante notare che in una nota a pié pagina, citando lo studioso filo-massonico Aldo Alessandro Mola, Michele Del Re esclude qualsiasi legame tra Massoneria e satanismo: «Polemica storica, che ha perso il mordente che ebbe nell’800, è quella della matrice satanica della massoneria: Pio IX, nel 1873, introdusse l’accusa di satanismo che a ben guardare trovava alimento proprio nelle millanterie di sedicenti Liberi Muratori, persino compiaciuti di essere bersaglio della sbrigativa deduzione canonica “nemico della Chiesa = succubo e strumento del diavolo”. […]» (p. 125, nota 17).
Sul tema Massoneria & satanismo (o luciferismo), non concordo con la posizione “negazionista” di Del Re (che di fatto è anche quella della Massoneria), perciò rimando ai miei libri, saggi e articoli (ad esempio, qui: https://www.corrispondenzaromana.it/un-ricordo-su-mons-ingo-dollinger-1929-2017/).
Tra i gruppi satanisti, Del Re include anche l’Ordo Templi Orientis («raggruppa adepti luciferiani») di Theodor Reuss, Aleister Crowley e Kenneth Grant (cf. pp. 301-302).
Più avanti, Del Re scrive: «Molte congreghe sataniste (o almeno paganeggianti ad orientamento dissacratorio) si nascondono, in ogni parte del mondo, dietro ad associazioni culturali, ecologiche, socialmente benemerite e buonsensaie. Un ex-insegnante dell’Accademia Tiberina (una tradizionale associazione romana culturale) raccoglie attorno a sé una congrega che qualcuno dice satanista, altri pagana» (p. 307).
Tra le possibili cause della «esplosione dell’interesse per Satana» ai nostri giorni, Del Re elenca (cf. pp. 404-417): relativismo («una società senza regole di verità crede ai mostri»), spettacolarità («una società spettacolare contempla soltanto mostri»), banalizzazione («la società banale trova i suoi eroi nei mostri»), infantilizzazione o deresponsabilizzazione o spersonalizzazione degli uomini («la società infantilizzata regredisce ai mostri»), frustrazioni, tecnologizzazione («la società tecnologica chiede le grazie ai mostri»). Vedo solo alcuni di questi elementi.
Circa il «Relativismo», Del Re scrive: «La società di oggi amplifica la devianza, attraverso il silenzio, l’astensione dal giudizio etico, dando liceità anche ad atteggiamenti antisociali, in nome di una malintesa parità delle culture e sottoculture. Non direi che la società crede al diavolo, ma certo, volendo raccogliere in una forma personale il Dio dell’oggi, si può dire che la società crede (ovvero: opera come se credesse) non tanto in un dio trascendente, unico e buono, come quello del catechismo, quanto nell’Abraxas junghiano, bene-male, luce-buio, dio ambivalente» (p. 404).
Del Re spiega che per Jung, Abraxas è «l’energia bipolare come forza dinamica», è «Dio Sole» e «demonio», «vita» e «morte», a tal punto che bene e male diventano la stessa cosa, scambievoli l’uno con l’altro. È «una filosofia affascinante, ma eticamente (diciamo: socialmente) pericolosa» (p. 404), perché «apre la strada all’occultismo satanista, poiché se una società svaluta le regole che la sostengono, c’è chi cerca quelle “autentiche” al polo opposto» (p. 405).
Dunque l’Abraxas junghiano e gnostico, è unità di Dio-Diavolo, rivela il principio dell’unione degli opposti, principio caro all’Esoterismo, all’Alchimia, alla Qabbalah… Tornerò su questo argomento.
Circa la «tecnologizzazione», Del Re fa capire che la mentalità tecnocratica, secondo cui tutto è nel potere della tecnica, porta alla mentalità magica e satanica: cioè quanto più ci si abitua all’idea di poter dominare l’ambiente, la società, il mondo, l’uomo, ricorrendo alla tecnica, tanto più in casi di necessità e ambizioni forti si rischia di ricorrere a “poteri” oscuri per avere quelle cose che il Dio buono non dà: potere mondano, piaceri sessuali (cf. p. 417)…
Poi, nel paragrafo «La minaccia satanista», Del Re si chiede «La storia ha conosciuto popoli, o gruppi organizzati, adoratori del demonio?», e risponde così: «Non credo proprio che i famosi Cainiti dei primi secoli dopo Cristo fossero veri adoratori del diavolo; essi sostenevano che Caino era il figlio buono ed Abele il cattivo, e che il Dio della Bibbia (per loro un diavolo malvagio, ma capace di creare) non aveva gradito il sacrificio incruento di primizie agricole di Caino. Insomma i Cainiti invertono i nomi, capovolgono i valori di Geova e di Satana, ma in realtà è sempre il bene che vogliono far trionfare» (pp. 417-420, grassetto mio).
Del Re scagiona anche gli Ofiti dall’accusa di satanismo: «Non furono nemmeno adoratori di Satana i Naasseni (che adorano il serpente, rientrando nel grande gruppo degli Ofiti del primo e secondo secolo dopo Cristo), che si ispirano all’idea che la creazione è malvagia e demoniaca e turba la purezza immobile del Dio supremo, del padre che non agisce, non si muove, appunto perché purissimo e si manifesta attraverso emanazioni sempre meno buone quanto più lontane da lui» (p. 420).
Secondo Del Re, l’unico popolo che si è ispirato al principio demoniaco di distruzione e odio, è il popolo azteco con i suoi monumenti intrisi dal sangue di numerosissimi sacrifici umani (cf. pp. 420-421).
Del Re conosce la quadruplice distinzione di satanismo proposta da Massimo Introvigne: satanismo razionalista, satanismo occultista, satanismo acido, satanismo gnostico o luciferismo (cf. pp. 109-110). Del Re sembra sottovalutare quest’ultimo: il luciferismo dà culto al Diavolo ritenendolo dio del bene e della luce (Lucifero) in opposizione al Dio cristiano ritenuto invece malvagio e oscuro… Insomma si direbbe che Del Re, in quel libro di trent’anni fa (1994-2024), ritenga che il culto a Satana inteso come “luce” e “bene” non sia satanismo… Mi sembra che di fatto, la definizione di “satanismo” data da Del Re permetta di scagionare facilmente anche Cainiti e Ofiti di ieri e di oggi… Inoltre, in quel suo libro del 1994, Del Re non dice (o non sa) che nella Massoneria si può giungere ad avere simpatie “cainitiche” e “ofitiche”…
È strano che poi Del Re includa tra i gruppi satanisti proprio una «setta gnostica degli ofiti» che dà culto al Serpente della Genesi che tentò Eva (cf. p. 302)…
Tra i gruppi satanisti elencati da Del Re, c’è anche la «Chiesa Nera Luciferiana» di Efrem Del Gatto (all’anagrafe Sergio Gatti) costituita nel 1980 come «Congregazione» che nel 1994 risulta avere circa 50 appartenenti e 2000 “battezzati”. Del Gatto si definisce «Gran Maestro dell’Imperatore dei diavoli, Lucifero». Del Gatto afferma che Lucifero è il loro dio, che essi celebrano messe nere «con contatti carnali» e «con la presenza di lui». Del Gatto afferma che la sua Confraternita luciferiana coltiva anche «lo sviluppo interiore, spirituale». Del Gatto aggiunge: «Lucifero ci ordina la fratellanza universale e la ricerca della felicità su questa terra» (cf. p. 289). Secondo Del Gatto rivolgersi a Satana e ricorrere al satanismo non è fare del male… Del Gatto ammette che Satana, i diavoli, hanno il potere economico, dunque ci si rivolge a loro solo per riconoscere il loro potere e avere quello che essi possono dare, non certo per maledire. Del Gatto vuol far credere che il vero satanismo non è crudele né sanguinario (cf. pp. 289-290)…
Del Re fa capire che è possibile che membri di culti satanici non disdegnino poi di partecipare alla Messa cattolica domenicale: «sabato si può partecipare anche al rito satanico e domenica si può cantare con partecipazione al coro, durante la messa…» (pp. 428-429).
Insomma, ancora l’unione degli opposti, coincidentia/coniunctio oppositorum…
1.1. Il satanismo dell’USI smentisce la definizione di “satanismo” proposta da Del Re
Mi sembra insufficiente e fuorviante la definizione suggerita da Del Re secondo cui satanismo è solo l’adorazione/venerazione di Satana inteso come forza ribelle e malvagia. Così resterebbero esclusi dall’etichetta di “satanismo” proprio quei gruppi che si definiscono satanisti ma venerano Satana come dio/essere/principio buono e luminoso. Inoltre una “ristretta” definizione di satanismo potrebbe quasi indurre a distinguere tra satanisti cattivi (pericolosi) e satanisti buoni (non pericolosi)… In realtà, Satana o Lucifero è sempre pericoloso…
Almeno un caso che smentisce la definizione “ridotta” o “ristretta” di satanismo, data da Del Re, è quello dell’ “Unione Satanisti Italiani” (USI), gruppo fondato nel 2010 dall’allora 21enne Jennifer Crepuscolo (all’anagrafe: Jennifer Mezzetta, classe 1989). L’USI sostiene che «il Satanismo NON è il Culto del male», «NON è criminale», «NON è una anti-religione» (maiuscolo del testo)… Secondo l’USI: «Il Satanismo è il Culto delle Origini. La Tradizione da cui ogni altro culto discende», e «Satana è Lucifero, il Portatore di Luce, non certo il male come vogliono indurci a pensare. Satana e i Demoni sono i nostri antichi Dei delle Origini e da sempre cercano di offrirci conoscenza. Essi sono dei maestri e dei liberatori. Ma soprattutto Essi credono in noi» (vedi qui: https://www.unionesatanistiitaliani.it/index.php/culto-delle-origini).
Pertanto quello dell’USI si configura come satanismo gnostico o Luciferismo. In ogni caso è vero satanismo e, qualunque cosa credano l’USI e i vari luciferiani, Satana o Lucifero non è un dio benefico e luminoso ma è un essere malvagio che odia l’umanità e anche i suoi stessi cultori.
1.2. Un altro articolo AISI sul satanismo: «il Luciferismo», i «tre cerchi»…
Su “Gnosis” Nr. 3/2008 (rivista dell’AISI, il Servizio segreto italiano interno), consultabile on-line (vedi qui: https://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivista16.nsf/servnavig/13), troviamo l’articolo “Sette sataniche tra ritualità e crimini”, che non è firmato da autore, ma reca il simbolo o logo dell’AISI. Segnalo solo alcuni brani.
L’articolo ribadisce la quadruplice distinzione di satanismo, tra cui «il Luciferismo», ossia il satanismo manicheo o gnostico che venera Lucifero come essere o principio buono ma ribelle e complementare al Dio Creatore.
Occorre distinguere i movimenti satanisti organizzati e i satanisti fai-da-te. Quelli organizzati hanno almeno «tre cerchi» o livelli: «il «primo cerchio, quello esterno» è composto da membri che appaiono pubblicamente e riferiscono a quelli del «cerchio medio», che sono loro noti. I satanisti del cerchio medio, sorveglianti del cerchio esterno, fanno poi riferimento al «cerchio interno, formato da elementi non conosciuti». Questi cerchi concentrici permetterebbero la difesa del gruppo da tentativi di infiltrazioni e di controlli esterni… Nonostante «alcuni massimi studiosi» neghino contatti tra il satanismo organizzato e gruppi satanisti giovanili, tuttavia in varie testimonianze (di giovani ex satanisti) «ricorre frequentemente la figura di un personaggio misterioso e superiore collegato ad un’altra realtà territoriale satanica. Le stesse Bestie di Satana […] hanno frequentato ambienti di Torino, Racconigi (TO) e Biella».
Ancora in quell’articolo della rivista dell’AISI, è molto interessante anche quanto riportato nella nota 2: «Una peculiarità degli adoratori di Satana, in particolare di quelli operanti nel torinese, è che fra di loro vi è una rilevante percentuale di farmacisti. La strana circostanza potrebbe essere spiegata dall’essere, questa professione, naturalmente e atavicamente affine a pratiche di alchimia. Volendo porsi su di un piano più concreto, è innegabile che i farmacisti, oltre ad avere capacità tecniche nella manipolazione di svariate sostanze, utilizzino strumenti di laboratorio utili all’esecuzione dei riti» (qui: https://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivista16.nsf/servnavig/13).
1.3. Un caso di satanismo organizzato criminale: “Order of the Nine Angles” (ONA/O9A)
L’“Ordine dei Nove Angoli” (il nome farebbe riferimento a dottrine astrologiche e alchemiche) nasce in Inghilterra tra gli anni ’60 e ‘70 del XX secolo. Nel «Satanismo Tradizionale» dell’ONA confluiscono: “Via della Mano Sinistra”, magia demoniaca, elogio del nazismo, del sacrificio umano, del terrorismo, dell’islamismo, della destabilizzazione e distruzione della moderna società occidentale… Gruppi o associati dell’ONA sono in Gran Bretagna, Irlanda, Germania, USA, Italia, Russia, ecc. (qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_dei_Nove_Angoli). Massimo Introvigne ritiene che l’ONA «è cresciuto operando in modo rigorosamente clandestino ed è possibile che sia diventata la maggiore organizzazione satanista del secolo XXI per numero di membri» (qui: https://cesnur.com/il-satanismo/lordine-dei-nove-angoli/).
Da un testo in file-pdf del “Secuntra Nexion”, il gruppo italiano dell’ONA (qui: https://secuntra9.wordpress.com/wp-content/uploads/2016/10/o9a-secuntra-corpus_secuntra_telos-it.pdf), si apprende che l’ONA giustifica l’«Abbattimento o sacrificio umano» compiuto con mezzi magici o pratici, ossia l’«eliminazione selettiva», di fatto un’uccisione, di vittime scelte per il loro carattere e per le loro azioni, ad esempio persone deboli di carattere, traditori dell’ONA… (cf. Corpus Secuntra. Ordine dei Nove Angoli ONA=O9A, Secuntra Nexion, Télos, 2016, pdf, p. 17 del file). L’«Abbattimento» o «Opfer» (che in tedesco vuol dire sacrificio) è «un dono per il Principe» delle Tenebre, per «Baphomet, la nostra Dea Oscura e Violenta» (cf. p. 33). Il testo ribadisce: «gli opfer sono abbattimento umano in azione» (p. 48), «sacrificio umano», «il sacrificio Satanico genuino» (cf. p. 48). L’ONA, o Secuntra Nexion, sceglie «principalmente la forma pericolosa ed estrema del Satanismo Tradizionale (che propugna il terrorismo, il sacrificio umano, la criminalità e l’estremismo politico e religioso) come veicolo per Presenziare l’Oscuro e come mezzo di Nigredo personale» (p. 6, corsivo del testo).
Secondo il Giuramento ONA, «l’abbattimento è un atto necessario della Vita» (cf. Satanica Eresia. Ordine dei Nove Angoli ONA=O9A. Una Guida al Satanismo, a cura del Secuntra Nexion, Marzo 2018, pdf, p. 593; vedi qui: https://secuntra9.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/o9a-secuntra-satanica_eresia-una_guida_al_satanismo-1-0.pdf), e per «Vivere Satanicamente» il satanista deve considerare i «mondani» «come il nemico»… I «mondani» sono tutti quelli che non appartengono all’ONA (cf. p. 594)… L’ONA ribadisce che «l’Abbattimento (alias il Sacrificio Umano)» fa parte del Satanismo (cf. p. 8) e che al Satanismo appartengono «la tenebra», «l’amoralità», «il male» (cf. p. 9). Nell’ONA, il sacrificio umano o abbattimento può avvenire in due forme: o «durante un rituale» o «attraverso mezzi pratici (per esempio l’omicidio/“incidenti”)» (p. 427). Nei «gruppi Satanici autentici» l’esecuzione dell’abbattimento, anche «omicidio», «è un requisito preliminare ed essenziale per l’Adeptato» (p. 427). L’ONA elogia il «crimine» perché esso consente di «costruire il carattere Satanico», «aiutare la strategia sinistra» (cf. p. 427). Il satanista ONA, che vive in un Paese dove ad esempio è crimine negare l’Olocausto [la Shoa], dev’essere disposto a entrare in un gruppo di estrema destra, poiché così egli, trasgredendo la legge, aiuta «la dialettica sinistra» (cf. pp. 437-438)… Il satanista ONA crede che Satana è la forza oscura «acausale» e che il satanista deve diventare «una parte» delle forze oscure (cf. p. 16), «diventare tutt’uno con Lui», «fondersi con l’acausale stesso», con Satana (cf. p. 17). Il satanista ONA non vuole «adorare» «Satana e Baphomet» (secondo l’ONA: Baphomet è la controparte femminile di Satana, la Dea Oscura), ma ammirarli, amarli, ritenerli «amici», «nostri amanti» (cf. p. 31). Il vero satanista (ONA) vuole identificarsi con Satana (cf. p. 36), «essere come Satana» (p. 57).
L’ONA disprezza tutti gli altri gruppi satanisti che non condividono le sue dottrine palesemente radicali e crudeli.
2. Gerhard Zacharias, satanismo e unione degli opposti (1979; 1964 [1])
Nellibro “Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici, dallo spiritismo al satanismo” (SugarCo Edizioni, Carnago (Varese) 1995), Massimo Introvigne definisce un «classico» (p. 460) il libro di Gerhard Zacharias “Der dunkle Gott. Die Überwindung der Spaltung von Gut und Böse. Satanskult und Schwarze Messe“ (3 ed., Limes Verlag, Wiesbaden 1982).
Ho consultato un’opera di Zacharias con un titolo simile (forse è la seconda edizione?). Eccolo: Satanskult und Schwarze Messe. Ein Beitrag zur Phänomenologie der Religion, F.A. Herbig Verlagsbuchhandlung, München-Berlin 1979 [Limes Verlag, Wiesbaden-München 1964 (2)]. Trovo molto interessanti i brani in cui Zacharias parla dell’unione degli opposti, tema sfiorato nel sopracitato manuale di Michele C. Del Re.
Zacharias esamina il fenomeno del Male e del Satanismo dal punto di vista della Psicologia del Profondo di Carl Gustav Jung («die Tiefenpsychologie wichtiges Handwerkzeug für unsere Arbeit»: p. 11). È doveroso sottolineare che il pensiero di Jung è gnostico.
Zacharias afferma che il culto a Satana è l’antitesi del culto cristiano. Il Satanico è in stretto legame con il Dionisiaco, con l’oscuro Grande Femminino («des dunklen ,Große Weiblichen’»), con atti sessuali (cf. p. 9). Nel mondo greco non c’è un corrispettivo della figura di Satana. Esiste però la Grande Dea legata all’oscuro, al Serpente, alle caverne (cf. p. 15). La religione greca conosce la Polarità dell’Apollineo-luminoso e del Dionisiaco-oscuro… Nel mondo greco, il Divino è Totalità di chiaro-oscuro («die hell-dunkel Ganzheit des Göttlichen in der griechischen Religion»: p. 16).
Nel mondo religioso iraniano c’è invece il Dualismo, il principio del bene e il principio del male (il Diavolo)… La Totalità chiaro-oscura del Divino è infranta… Il Dualismo è un elemento fondamentale nella «Gnosis»… Anche nell’Antico Testamento e nel Cristianesimo c’è il Dualismo tra Luce e Tenebre, Bene e Male, Dio e Satana (cf. p. 17)…
Zacharias spiega che la Chiesa demonizza il potere oscuro del Divino («Dämonisierung der dunklen göttlichen Mächte»), il Dionisiaco (cf. p. 18)… La Dogmatica cattolica costruisce una demonologia completa, l’angelo Lucifero-Portatore di Luce [«Luzifer (Lichtträger)»] è contro Dio (cf. p. 19)…
Zacharias sostiene che il Satanismo («Satanskult») si sviluppa dal Dualismo del Cristianesimo… Il culto a Satana rappresenta una protesta collettiva dal carattere distruttivo, ma ha anche una funzione compensativa verso la Tradizione cristiana-ecclesiastica («eine kompensierende Funktion gegenüber der christlich-kirchlichen Tradition»: p. 20)…
Zacharias sembra mostrare una qual certa approvazione nei confronti del culto a Satana allorché afferma, dal punto di vista fenomenologico («Phänomenologisch»), che tale culto è ambivalente, è sia distruttivo che creativo, è realizzazione della Totalità… : «Der Satanskult ist also durchaus ambivalent: er ist zerstörisch und schöpferisch zugleich; er tendiert – durch radikale Bekämpfung des Bestehenden – zur Verwirklichung einer grandiosen Einseitigkeit und ebenso – durch Repräsentation des Diskriminierten – zur Wiederherstellung der Ganzheit» (pp. 20-22).
Zacharias illustra una sorta di storia del Demoniaco: i culti orgiastici-sessuali-spermatofagi degli gnostici Fibioniti, poi il culto degli Ofiti al Serpente della Genesi (cf. pp. 29-42), la stregoneria medievale, casi di satanismo dal XVII secolo (Madame de Montespan), satanismo letterario del XIX secolo (Baudelaire, Carducci…), Aleister Crowley…
Passo subito alla conclusione („Schluss”: pp. 165-172) del libro. Zacharias ribadisce che nel Satanismo, o culto a Satana, c’è un aspetto negativo-distruttivo e un aspetto positivo-creativo («den negativ-destruktiven wie den positiv-schöpferischen Aspekt des Satanskultes»: p. 167)…
Secondo Zacharias – e quindi secondo il punto di vista gnostico – nel mondo cristiano la coscienza della Totalità chiara-oscura del Divino e dell’Uomo non è mai andata completamente perduta… Essa sussiste in correnti tradizionali al di là del Cristianesimo ufficiale e tali tradizioni culminano nell’Alchimia che tende all’unione degli opposti nella Totalità… : «[…] Zunächst ist davon zu sprechen, daß das Bewußtsein von der hell-dunklen Ganzheit des Göttlichen und des Menschlichen in der christlichen Welt niemals ganz verloren gegangen ist. Ein breiter, größtenteils jenseits der offiziellen christlichen Lehre fließender Traditionsstrom zeugt dafür. Diese Überlieferungen kulminiert in der Alchemie, deren Anfänge sich bis in das dritte nachchristliche Jahrhundert zurückverfolgen lassen und die im siebzehnten Jahrhundert noch einmal eine – wenn auch epigonale – Blüte erlebte. Das alchemistische >Opus<, das, wie die heutige Tiefenpsychologie gezeigt hat, genaue Entsprechungen zu psychischen Prozessen aufweist, ist getragen von umfassenden Vorstellungen, die immer auf eine Vereinigung der Gegensätze in einer Ganzheit abzielen» (pp. 167-168, corsivo del testo).
Zacharias afferma che anche tra i Rosacrociani («die Rosenkreuzer») è importante l’idea di unione degli opposti («Vereinigung der Gegensätze»: p. 168). Anche nelle società segrete dei nostri tempi («in den Lehren und Riten der Geheimgesellschaften von heute») c’è lo stesso concetto: l’unione degli opposti, la Totalità in cui avviene il superamento della Dualità Luce-Tenebre… : «Immer ist es die Konzeption einer den christlichen Dualismus überwindenden Ganzheit, einer Vereinigung des Hellen und des Dunklen, des Himmlischen und des Irdischen, des Geistigen und des Triebhaften, des Männlichen und des Weiblichen und so fort, die wirksam ist» (p. 168, corsivo del testo).
Purtroppo Zacharias non approfondisce la presenza del concetto di coniunctio oppositorum nella Massoneria
3. Faxneld, sul femminismo luciferiano (XIX secolo), omette la Massoneria
Nel 2014, un’editrice di Stoccolma pubblica in tutto 333 copie del libro dello studioso svedese Per Faxneld: “Satanic Feminism. Lucifer as the Liberator of Woman in Nineteenth-Century Culture” (725 pagine). Si tratta di una dissertazione dottorale presso il Department of the History of Religions, ERG, Stockholm University. Il tema è il Femminismo satanico, o Satanismo femminista, del XIX secolo. Userò l’aggettivo «romantico» non come sinonimo di “sentimentale” ma in riferimento al movimento culturale del XIX secolo chiamato Romanticismo. Vediamo alcuni contenuti del libro di Faxneld
3.1. La nonna rosacrociana e massona…
Tra le persone a cui porge i suoi ringraziamenti («Acknowledgments»: pp. 11-13), Per Faxneld cita anche la sua nonna paterna («my paternal grandmother»), Ann-Marie Ljungberg, che lo ha aiutato nei suoi studi e che è venuta a mancare poche settimane prima della realizzazione del libro. Faxneld precisa che sua nonna era Rosacrociana e Massona: «not every Swedish child has the privilege of having a Rosicrucian co-mason grandmother» (Per Faxneld, Satanic Feminism. Lucifer as the Liberator of Woman in Nineteenth-Century Culture, Department of the History of Religions, ERG, Stockholm University, Molin & Sorgenfrei, Stockholm 2014, p. 13, grassetto mio). Purtroppo Faxneld non precisa a quale Obbedienza massonica e rosacrociana appartenesse sua nonna Ann-Marie Ljungberg.
C’è da chiedersi se questa parentela massonica abbia in qualche modo influito su Per Faxneld e sulla sua posizione effettivamente riduzionista o negazionista circa il rapporto tra Massoneria e Satanismo/Luciferismo.
Nel 2017 Oxford University Press pubblica la nuova edizione di questo libro di Faxneld. Il titolo rimane lo stesso, ma nelle pagine dei “Ringraziamenti” («Acknowledgements»: pp. ix-x) non c’è più il riferimento alla nonna rosacrociana e massona… C’è invece la dedica alla mamma, Olga Christina Faxneld (1949-2016), deceduta l’anno prima. Con questa nuova edizione il libro di Faxneld entra a far parte della collana di studi “Oxford Studies in Western Esotericism”, il cui «Studies Editor» è Henrik Bogdan, docente all’Università di Goteborg (Svezia). So che Bogdan fa (o ha fatto) parte della Massoneria Svedese. Alcuni fa era giunto certamente al VII° grado del Rito Svedese, Rito massonico pseudo-cristiano e neo-templare… Non so se anche Faxneld sia membro della Massoneria della Gran Loggia di Svezia. Quel che è certo è che dal 2014, in ambienti accademici, Per Faxneld è uno studioso rinomato in tema di satanismo…
3.2. Satana, eroe romantico, femminista, anarchico
Entriamo nel libro di Faxneld secondo l’edizione del 2014. Faxneld spiega che nel corso del XIX secolo avviene la trasformazione “romantica” di Satana in eroe: Lucifero («Lucifer») viene riabilitato come liberatore della donna e l’atto con cui Eva coglie e mangia il frutto proibito viene visto come un atto eroico di ribellione contro la tirannia di Dio e di Adamo… Il socialista anarchico [e massone] Mikhail Bakunin (1814-1876) usa la lotta di Satana contro Dio come simbolo della lotta contro la società capitalista e monarchica. Satana viene rivalutato come figura positiva da liberi pensatori, ambienti di Sinistra, libertini, romantici, radicali e femministe (cf. Faxneld, Satanic Feminism, op. cit., Stockholm 2014, p. 16).
Verso la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 del XX secolo, un certo numero di prominenti studiose femministe («a number of prominent feminist scholars of literature») viene affascinato dal «Romantic Satanism»; esse vedono con simpatia il Satana di Milton, come un eroe di ribellione contro il sistema patriarcale e l’oppressione sociale. Così, ad esempio Nina Auerbach («American professor of English and Comparative Literature») che considera Dracula e altri vampiri come alleati del femminismo. Così, Sandra M. Gilbert e Susan Gubar, nel loro libro “The Madwoman in the Attic” (Yale University Press, 1979), vedono Satana ed Eva come alleati nella ribellione contro l’oppressione gerarchica rappresentata da Dio e da Adamo (cf. p. 38). Specialmente gli scritti delle suddette Gilbert e Gubar costituiscono una propaganda di femminismo satanico («a propagation of Satanic feminism»: p. 42).
3.3. Satanismo in senso stretto e in senso lato: distinzione accademica e/o depistaggio?
Faxneld precisa che gli individui e i gruppi (che rivalutano positivamente Lucifero) menzionati in questo suo libro, non si auto-definiscono satanisti, e che la lode a Satana non costituisce affatto una componente centrale nella loro sistematica visione del mondo (“Weltanschauung”)… Faxneld precisa che questo suo studio non concerne il Satanismo in senso stretto, ma il Satanismo in senso lato, ossia inteso come strategia discorsiva in un delimitato contesto… Faxneld scrive che non gli consta l’esistenza di organizzazioni sataniste (in senso stretto) prima della fine degli anni ‘1920, e – secondo Faxneld – in senso stretto nessun individuo potrebbe essere etichettato come “satanista” fino al 1890 allorché appare un personaggio, famoso alla sua epoca, ma oggi dimenticato… Inoltre il sistema creato da costui era più di carattere filosofico e semi-ateo che non di carattere religioso od esoterico. Secondo Faxneld è solo nel 1906 che appare un sistema esoterico di credenze centrate interamente su Satana… Invece il Satanismo «in sensu lato» del XIX secolo è articolato da personaggi che occupano posizioni più o meno centrali nella storia e nella cultura dell’Occidente: Blake, Bakunin, Blavatsky, Byron, Percy Shelley, Proudhon e un numero di femministe, alcune molto influenti (cf. p. 17).
In una nota a pié pagina, Faxneld scrive: «The first documented Satanist organisation (if that label is really appropriate for the group in question; the issue is far from clear-cut) was the German order Fraternitas Saturni, the first esoteric Satanic system was constructed by the Dane Ben Kadosh (Carl William Hansen, 1872-1936) and the “first Satanist” sensu stricto was Stanislaw Przybyszewski (1868-1927)» (p. 17, nota 4).
Faxneld distingue «Satanism», in «sensu stricto and sensu lato». Si ha satanismo in senso stretto allorché Satana è celebrato in una posizione prominente, nel senso che è l’unico o il principale tra gli dèi o entità o simboli riveriti… Faxneld precisa che il termine “Satana” è intercambiabile con i nomi “Diavolo”, “Lucifero”, ecc., usati per indicare «the principle of evil in a Christian context» (cf. p. 47). Secondo Faxneld può avvenire che gruppi o individui condividano certe vedute che costituiscono una forma di Satanismo, ma la loro ideologia, nel complesso, non può essere definita “satanista” in senso stretto (cf. p. 47)… Il Satanismo in senso lato («Satanism sensu lato») comporta l’elogio del Diavolo («celebration of the Devil») come discorso strategico («as a discursive strategy») in un ambito demarcato e ristretto; ad esempio, socialisti che impiegano Lucifero come simbolo di rivoluzione, femministe che lo lodano come figura anti-patriarcale e altri personaggi che fanno semplicemente una venerazione letteraria di Satana. Secondo Faxneld, tali individui e gruppi non costruiscono sistemi di pensiero centrati intorno alla figura di Satana come l’elemento più prominente, anche se fanno un uso quasi prominente della sua figura o simbolo [mi sembra che qui Faxneld si contraddica alquanto]. Ecco, questo è ciò che Faxneld intende per «Satanism sensu lato» (cf. p. 48). Tuttavia ritengo che tale distinzione, per quanto utile, non deve indurre a sottovalutare, sminuire o negare, il legame che può esserci tra A) satanismo in senso lato, cioè letterario o culturale, e B) satanismo/luciferismo in senso stretto, cioè cultuale-rituale. È legittimo sospettare o ipotizzare che, almeno in certi ambienti, A) supponga B) o che A) possa indurre a B).
3.4. Riduzionismo sul satanismo: scrupolo accademico e/o difesa della Massoneria?
Secondo Faxneld, Madame Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), esoterista russa (o ucraina) a capo della Società Teosofica, che ha lodato Lucifero in alcuni suoi scritti, non può essere definita “satanista” in senso stretto poiché Lucifero non ha un ruolo prominente negli scritti teosofici… Lo stesso vale – secondo Faxneld – per Madame Maria de Naglowska, la quale sebbene promuovesse una “iniziazione satanica” (anni ’30), tuttavia dava più prominenza a Dio… Poi c’è la Fraternitas Saturni, che negli anni ’20 lodava Lucifero come iniziatore e celebrava “messe” in suo onore… Ma oggi – secondo Faxneld – sia la Fraternitas Saturni che la Società Teosofica sembrano aver attenuato quasi interamente tali contenuti luciferiani… Faxneld cita anche il caso di Ben Kadosh (pseudonimo del massone e occultista danese Carl William Hansen, che nel 1906 pubblica un opuscolo luciferiano) e dice che da alcuni anni c’è un revival, un movimento che si ispira a Ben Kadosh, ma che non ne è una diretta continuazione (cf. p. 60)... Di fatto Faxneld minimizza anche il satanismo “sensu lato”. Mi permetto di dire che Faxneld, pur raccogliendo molti dati, non li legge bene; di fatto, depista studiosi e lettori “profani” scagionando quegli amanti e cultori di Lucifero che invece sono ben degni di essere chiamati “luciferiani”.
In realtà, la riabilitazione ed esaltazione di Lucifero è centrale nella dottrina di e della Società Teosofica. Di recente anche la Società Teosofica respinge accuse di «luciferismo» (vedi qui: https://www.teosofica.org/it/news/notizie/perche-monsignor-vigano-si-sbaglia-sulla-societa-teosofica-e-madame-blavatsky,3,2017). Tuttavia basta leggere il «Glossario» della Società Teosofica e della “Dottrina Segreta” di Madame Blavatsky, in cui Lucifero: è l’entita angelica che presiede alla Luce della Verità, è «il Logos», è «l’Anima Universale», la «Causa dell’Esistenza», (qui: https://www.teosofica.org/it/materiale-di-studio/glossario/glossario/,32?q=Lucifero), è «il Serpente del Genesi», «il Padre dell’umanità spirituale», è «il Messaggero di Luce», «il Portatore di Luce», «il nostro Salvatore», «l’Angelo della Luce, il Portatore di Luce e di Vita», è insieme «Spirito Santo e Satana» (qui: https://www.teosofica.org/it/materiale-di-studio/glossario/glossario/,32?q=Lucifero&start=10), è «la Sapienza Divina» (qui: https://www.teosofica.org/it/materiale-di-studio/glossario/glossario/,32?q=Lucifero&start=20).
Nonostante quel che scrive Faxneld, in realtà nella confraternita magico-sessuale di Maria de Naglowska (San Pietroburgo 1883 – Zurigo 1936), Satana è centrale: Satana è presente nell’uomo-iniziato, Satana è redento, l’iniziato riceve l’«Iniziazione Satanica» (cf. Maria de Naglowska, Satanismo femminista, a cura di Vittorio Fincati, Libreria Editrice Primordia, Milano 1999, pp. 70), Satana è necessario a Dio, l’iniziato deve servire prima Satana poi Dio, Satana è Figlio di Dio e rivela che lo Spirito Santo è Femminile… (cf. Massimo Introvigne, Indagine sul satanismo. Satanisti e antisatanisti dal Seicento ai nostri giorni, Fabbri Editori, RCS libri, Milano 2005, pp. 246-256). Inoltre de Naglowska frequenta a Parigi la Chiesa cattolica di Notre-Dame, nei suoi scritti satanici loda Papa Pio XI e la Chiesa Cattolica Romana perché questa tiene nascoste le verità esoteriche e sataniche ai comuni fedeli, mentre è lei, de Naglowska, a rivelarle opportunamente agli iniziati… Insomma anche Maria de Naglowska, da perfetta esoterista, unisce gli opposti: Exoterismo-Esoterismo, Chiesa-Satanismo, Dio-Satana…
Ancora correggendo il discorso di Faxneld, faccio notare che nella “Fraternitas Saturni” di Eugen Grosche (1888-1964), è centrale la dottrina gnostica su Lucifero-Satana-Saturno che è il Demiurgo di questo mondo, è il Logos e Portatore di Luce ed è perciò venerato dalla omonima “Fraternitas” [cf. Hans Thomas Hakl, Fraternitas Saturni, in Wouter J. Hanegraaff (et alii), Dictionary of Gnosis and Western Esotericism, Brill, Leiden-Boston 2006, pp. 381-382 (379-382)].
Ambienti accademici, come ad esempio quello in cui opera Faxneld, sono fortemente riduzionisti in tema di satanismo, e finanche negazionisti se si prova a collegare il satanismo (sia pure in senso lato) alla Massoneria… Perché un tale atteggiamento? Timore di non essere ritenuti “scientifici”? Timore di urtare ambienti di natura iniziatica-esoterica (forse perché se ne fa parte)?
3.5. Ancora: satanisti (senso lato) ma non satanisti (senso stretto)…
Proseguiamo con il libro di Faxneld, edizione 2014. Alcuni Gnostici («Gnostics») dei primi secoli dell’era cristiana ritenevano il Serpente dell’Eden quale Portatore di vera Conoscenza (cf. Satanic Feminism, p. 65). Lungo la storia, il Diavolo viene presentato anche come donna o come ermafrodito. È il caso della figura del Bafomet androgino (petto da donna, barba da caprone), pubblicato dall’occultista francese Elifas Lévi (1810-1875), figura che avrà fortuna nel satanismo contemporaneo (cf. p. 82). Ma già nel 1818 l’orientalista viennes Joseph von Hammer-Purgstall scrisse che i Templari veneravano un’entità androgina pre-cristiana che essi denominavano “Baphomet” (cf. p. 83).
Faxneld spiega che il Baphomet di Elifas Lévi (ex seminarista, poi avvicinatosi a idee socialiste e femministe) è un simbolo di trascendenza delle polarità, quali, ad esempio, spirito e materia… Il Baphomet di Lévi è la “luce astrale”, che lui chiama anche “Lucifero” e “Spirito Santo”… Il Baphomet/Lucifero di Lévi è ciò che Dio creò con le parole “Fiat Lux”… Secondo Elifas Lévi il diavolo è una forza cosmica moralmente neutrale… (cf. p. 84). Faxneld afferma che Leo Taxil diede grande importanza al Baphomet di Lévi nei suoi libri antimassonici sul satanismo massonico… Secondo Faxneld la natura androgina del Baphomet di Lévi era conseguenza della femminilizzazione della figura di Satana nel XIXsecolo (cf. p. 86). Faxneld ammette che gli scritti Elifas Levi hanno avuto un grande impatto sull’Esoterismo nel mondo occidentale influendo anche sugli scritti di Madame Blavatsky e di Aleister Crowley (cf. p. 84). Comunque Faxneld ritiene che non esista alcun satanismo massonico… Ma Faxneld non sa, o non dice, che Elifas Levi era Maestro Massone (Grand Orient de France) e che i suoi scritti (e riabilitazione di Lucifero) erano stimati e usati dal massone americano Albert Pike 33°…
Nell’esoterismo del XIX secolo («nineteenth-century esotericism»), Satana viene raffigurato sotto forma dell’androgino Baphomet, simbolo di superamento di tutte le dualità («human-animal symbol of transcending all dualities»: cf. p. 111). Il Diavolo viene presentato come campione della scienza e dei diritti delle donne e Lilith (demonio femminile) come modello di femminista che combatte contro l’oppressione patriarcale (cf. p. 112).
3.6. Satanismo letterario “romantico” di lingua inglese e francese
Nella letteratura del Romanticismo, il punto di partenza per l’uso di Satana come simbolo di bontà, è il poema di John Milton, “Paradise Lost” (1667). Sembra acclarato che l’intenzione di Milton era quella di elogiare le vie di Dio agli uomini e non il glorificare Lucifero. Ma Edmund Burke [massone inglese], nel suo “Philosophical Enquiry into the Origin” of our Ideas of the Sublime and Beautiful (1756), presenta il Satana miltoniano come primo esempio del sublime (cf. p. 114)… Anche Novalis (esponente del Romanticismo tedesco) ritiene che Milton fosse dalla parte del Diavolo (cf. p. 115)… Il poeta scozzese Robert Burns, in alcune lettere, non nasconde la sua simpatia per il suo eroe, il Satana di Milton… Con questa simpatia, Burns scrive anche il poema “Address of Beelzebub” (cf. p. 116). Faxneld non sa, o non dice, che anche Burns era massone.
Un altro poeta romantico, Percy Bysshe Shelley (1792-1822) usa Satana come simbolo di bene politico (cf. p. 120). Shelley, sostenitore del femminismo, ritiene il Diavolo di Milton una figura morale di gran lunga superiore a Dio (cf. p. 121). In “The Revolt of Islam”, Shelley compie un’inversione semantica: egli fa di Dio l’autore del male e di Satana il portatore del bene (cf. p. 124).
In “Marriage of Heaven and Hell”, William Blake (1757-1827) elogia Satana come Energia e creatività… Faxneld osserva che l’uso positivo della figura di Satana, da parte di Shelley e Blake, manifesta l’intento rivoluzionario di de-costruzione dei valori della Cristianità (cf. pp. 129-130).
Anche Lord Byron (1788-1824) nella sua opera “Cain: A Mystery”, tutto sommato presenta Lucifero in modo positivo e benevolo (cf. pp. 132-135).
Nel libro “Dieu et l’Etat” (1871), l’anarchico e rivoluzionario Mikhail Bakunin (1814-1876) elogia Satana come eterno ribelle, primo libero pensatore ed emancipatore dei mondi. Anche un altro socialista, Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) elogia Satana o Lucifero quale nemico di Dio e della Chiesa e spirito di contraddizione (cf. p. 141). Faxneld non sa, o non dice, che anche Bakunin e Proudhon erano massoni.
3.7. Una rivista “Lucifer” in Svezia e USA.
Nella Svezia del XIX secolo, ambienti intellettuali accolgono il Romanticismo inglese e l’elogio a Lucifero. Lucifero e Satana vengono intesi come due aspetti di un’unica figura. Gli elogi a Satana, in Svezia, provengono dai Social Democratici, la cui rivista è intitolata “Lucifer” (cf. p. 144-145). Faxneld osserva in una nota che in quel periodo agisce in Svezia un vero luciferiano esoterico, Ben Kadosch, nom de plume di Carl William Hansen (1872-1936), che pubblica un pamphlet nel 1906 dove troviamo satanismo esoterico («a rare example of Scandinavian esoteric Satanism»: cf. p. 144, nota 114).
Nel 1886 i socialisti svedesi pubblicano il loro giornale, Lucifer. Sulla copertina si vede talora un braccio umano che porta una fiaccola accesa, e talora un giovane nudo che porta la luce. Secondo Faxneld una fonte di ispirazione per i socialisti svedesi può essere stata la rivista anarchica americana Lucifer the Light-bearer iniziata a Chicago nel 1883. I socialisti svedesi erano in contatto con quelli americani.
Nei primi due esemplari della rivista svedese Lucifer il tema di Satana come liberatore è espresso in una serie di poemi e testi polemici dello scrittore Atterdag Wermelin (1861-1904), cultore di Lord Byron e figlio di un pastore della Chiesa Luterana di Svezia. (cf. pp. 146-148).
Anche sulla rivista della gioventù socialista svedese, “Brand” (in inglese: “Fire”), sono frequenti, in molti numeri, elogi a Satana inteso come spirito di progresso. Nel n° 7 del 1907 viene pubblicato un “Hymn to Satan” che mostra somiglianze con l’omonimo inno del Carducci (scritto nel 1863, pubblicato nel 1865) che venne tradotto in svedese da Aline Pipping nel 1894 (cf. p. 149).
Moses Harman (1830-1910), agnostico, radicale, femminista, fu l’editore della suddetta rivista americana “Lucifer the Light-bearer”. Egli difendeva i ‘diritti’ della donna contro l’ideale cristiano di matrimonio e di fedeltà coniugale. Harman fu condannato a un anno di prigione per aver divulgato materiale osceno. Durante la sua prigionia (1891-1892), Lucifer fu pubblicato da Lois Waisbrooker (1826-1909), una donna molto attiva nel femminismo americano. In quella rivista Lucifero viene elogiato come il difensore e liberatore della donna(cf. pp. 152-154).
Forse Faxneld non sa che nel pomeriggio del 1° gennaio 1907, nel «Masonic Temple in Chicago», Moses Harman, editore di Lucifer the Light-bearer, viene accolto da un caloroso benvenuto («a rousing welcome») di circa 700 persone riunite per incontrarlo. Harman era appena uscito di prigione, dopo un altro periodo di carcerazione [cf. Marsha Silberman, The Perfect Storm: Late Nineteenth-Century Chicago Sex Radicals: Moses Harman, Ida Craddock, Alice Stockham and the Comstock Obscenity Laws, in Journal of the Illinois State Historical Society, vol. 102, N. 3/4 (Fall-Winter, 2009), University of Illinois Press, p. 324 (324-367].
Poi nel 1907, la rivista di Harman abbandona il nome Lucifer e viene intitolata “The American Journal of Eugenics” (cf. Per Faxneld, Satanic Feminism, op. cit., p. 156).
3.8. Il Luciferismo Teosofico di Madame Blavatsky e l’elogio a Eva ribelle
Faxneld che sopra, e anche più avanti, sostiene che Madame Blavatsky non è satanista “in senso stretto”, tuttavia nel 4° capitolo tratta del Luciferismo Teosofico ( «Theosophical Luciferianism and Feminist Celebrations of Eve»: pp. 161-204) e di fatto si contraddice.
Nel 1875 a New York viene fondata la Theosophical Society. Suo primo presidente è il colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907), avvocato e giornalista. Ma leader intellettuale della “Società Teosofica” è Madame Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) che asserisce di ricevere comunicazioni su faccende esoteriche da misteriosi Maestri (“Mahatma”). Ed è col loro “aiuto”, si dice, che la Blavatsky compone le opere fondamentali della Società Teosofica: “Isis unveiled” (1887) e “The Secret Doctrine” (1888). Le due opere diventano “bestsellers” e il movimento teosofico cresce di importanza nel panorama della religiosità alternativa (cf. p. 161). Faxneld osserva che nelle circa 1500 pagine di The Secret Doctrine ci sono brani imbarazzanti di esplicito «Satanism». Secondo Faxneld non si tratta di «Satanism sensu stricto» ma tuttavia definisce la Blavatsky «Satanist sensu lato» secondo la distinzione sopra illustrata. Poi, però, Faxneld sostiene che la simpatia di M.me Blavatsky per il Diavolonon è così periferica o marginale come solitamente supposto («Blavatsky’s sympathy for the Devil (which is not quite as peripheral as has been supposed)»), ma dev’essere intesa come parte di una visione esoterica del mondo(«worldview») e come idea da cui scaturiscono implicazioni politiche e primariamente femministe (cf. p. 161). La rivalutazione teosofica e blavatskyana di Satana può aver influenzato anche altri promotori del femminismo (cf. p. 162).
Faxneld sa bene che secondo Madame Blavatsky, Satana, o Lucifero o il Diavolo (che ella usa come nomi intercambiabili) ha portato all’umanità la sapienza, è lo spirito di Illuminazione Intellettuale e di Libertà di Pensiero… Blavatsky ritiene Satana, Serpente del Genesi, Portatore di Luce, Lucifero, quale reale creatore e benefattore, padre dell’umanità spirituale, che ha aperto gli occhi all’ “autòma” creato da Jehovah (cf. p. 171)… Faxneld riconosce che si tratta di una lettura «Gnostic-Satanic» del 3° capitolo del libro del Genesi (cf. p. 171).
La simpatia di M.me Blavatsky per il Diavolo si evince già prima di The Secret Doctrine (1888); infatti nel settembre 1887 viene pubblicato il primo numero della rivista della Società Teosofica: “Lucifer”, nome che in seguito viene cambiato in “The Theosophist”. Blavatsky insiste che “Lucifer” non è un nome satanico, tuttavia è evidente che sceglie quel nome anche per ostilità alle Chiese cristiane… Poi, in un editoriale del 1887, ella elogia il Satana di Milton presentandolo come campione di libertà (cf. p. 176). Secondo Blavatsky, l’Esoterismo ignora ambo i sessi e lo sviluppo spirituale, attraverso varie “incarnazioni”, conduce allo stato di androginia, al «Divine Hermaphrodite» (cf. p. 183).
La rivista teosofica Lucifer dell’ottobre 1887 pubblica il poema “The Lady of Light”, in cui Gerald Massey inneggia a “Lucifer, Lady of Light”. In una nota a pié pagina Massey spiega che ogni divinità dell’antico pantheon è androgina e che il “nostro” Lucifero è identico a Venere, Ishtar, Astoreth. In ambienti teosofici si dà importanza al «Divine Hermaphrodite transcending all earthly gender categories» (cf. p. 184).
In “The Secret Doctrine” i riferimenti satanici sono pochi (cf. p. 185), tuttavia – precisa Faxneld – Blavatsky può essere considerata “satanista” sensu lato. Ella, con le sue affermazioni pro-luciferiane può aver influenzato o ispirato esoteristi che nel loro sistema di idee hanno dato un peso maggiore, una centralità maggiore, alla figura di Satana o Lucifero. Al riguardo, Faxneld cita Ben Kadosh (Carl William Hansen, 1872-1936), Gregor A. Gregorius (Eugen Grosche, 1888-1964), Pekka Siitoin (1944-2003), Aleister Crowley (1875-1947), Stanislaw Przybyszewski (1868-1927) (cf. pp. 185-186).
Nel 1894, Henriette Greenebaum Frank (1854-1922) presenta una relazione al Jewish Women’s Congress, più tardi pubblicata. In essa l’autrice fa una revisione femminista di Genesi 3. Greenebaum Frank loda Eva che mangiando il frutto proibito acquista la conoscenza e così esce dal paradiso dell’ignoranza… La Greenebaum Frank afferma anche che il Serpente appare a Eva non come Satana ma come il compagno di Minerva, ossia il simbolo della sapienza e dell’eternità (cf. p. 190).
La femminista americana Eliza W. Farnham (1815-1864), nel libro “Woman and Her Era” (1864) descrive il Serpente della Genesi come un saggio e caro amico, e Dio, invece, come un nemico(«the Serpent of the Garden of Eden as ‘a wise and loving friend’ and God as ‘an enemy’»). Nella sua opera “The Woman’s Bible” (1895) la femminista americana Elizabeth Cady Stanton (1815-1902) paragona Satana a Socrate e a Platone, in quanto Satana ha acceso nella donna la sete della conoscenza («she likened Satan to Socrate and Plato, since he ‘roused in woman that intense thirst for knowledge’»). Un’altra contributrice alla “The Woman Bible” è Lillie Devereux (1833-1913) che loda Eva in quanto questa non ha temuto la morte pur di acquisire la sapienza(«Lillie Devereux (1833-1913), another contributor to The Woman’s Bible, who praised Eve for being ‘fearless of death if she can gain wisdom’»)(cf. p. 195).
È vero che, rispetto a “The Secret Doctrine” di Balavatsky, in “The Woman’s Bible” di Elizabeth Cady Stanton il commento a Genesi 3 si concentra più su Eva che sul Diavolo, ma in ogni caso Satana viene esplicitamente riabilitato nel ritratto che ne dà la Stanton («However, Satan is quite explicitly rehabilitated in Stanton’s portrayal»: cf. p. 202, corsivo del testo).
Nel paragrafo conclusivo del 4° capitolo, Faxneld scrive: «Lucifer as a symbol of liberation was an established trope in Romanticism and socialism, which Blavatsky simply transferred to the esoteric realm. Similar revisions, explicit or implicit, where the serpent in the Garden of Eden is seen as benevolent can also be found in several (more or less) feminists texts predating The Secret Doctrine by decades» (p. 203).
Faxneld afferma che molte teosofe («several female Theosophists») contribuirono alla Bibbia femminista di Stanton; esse non negavano che il Serpente edenico è Satana, anzi lo celebravano, per cui nel loro testo femminista c’è quello che Faxneld definisce«a strongly implicit Satanism at hand» (cf. p. 203).
3.9. Conclusioni di Faxneld
Nel materiale raccolto da Faxneld in questo studio sul satanismo femminista, ci sono almeno 4 elementi ricorrenti:
- a rivalutazione di Eva nella Caduta o Peccato Originale, che è visto come qualcosa di positivo;
- a figura della “strega” come proto-femminista;
- il Diavolo visto come amico, amante e liberatore della donna…
- Satana “femminilizzato”, in contrasto con il Dio “maschio” e “oppressivo”… (cf. p. 667)
Ancora su Shelley. Circa la rivalutazione letteraria di Satana e l’affermazione del femminismo, andando a ritroso nel tempo Faxneld ritiene che Shelley sia la fonte primaria del procedimento di inversione Dio-Satana: per Shelley, Satana è l’essere buono, Dio, invece, il cattivo… Ecco cosa scrive Faxneld:
«The ultimate source of mythical inversions was primarily the Romantic works that followed shortly after the rise of the Gothic genre. In The Revolt of Islam, Shelley had framed an epic story of revolution with feminist features in a mythological narrative where Satan is a noble rebel. This may be his most straightforward inversion, as he otherwise often inserted caveats regarding the notion of Satan as good and heroic» (p. 675).
Questi sono i dati che ho trovato interessanti nel lavoro di Faxneld. Eppure manca qualcosa. Il Satanismo femminista o femminismo satanico, non comincia nel XIX secolo, bensì un secolo prima, e non tra poeti e letterati, bensì nella Massoneria francese per uomini e donne.
3.10. Allo studio di Faxneld manca qualcosa: Massoneria-Eva-Serpente nel XVIII secolo!
Nel 2012, le Edizioni Dervy di Parigi pubblicano l’edizione francese del volume in lingua inglese di Jan Snoek sulla Massoneria del Rito di Adozione (“Initiating Women in Freemasonry. The Adoption Rite”, Brill, December 2011, pp. 545). Snoek, nato ad Amsterdam nel 1946, è massone dal 1971 e fa parte anche della Massoneria regolare belga e tedesca (qui: https://freimaurerforschung.de/teilnehmer/jan-snoek/). Verso la metà del XVIII secolo compaiono le prime “Logge di Adozione”, chiamate così perché in esse vengono iniziate donne in Massoneria. Tali Logge vengono rilanciate nel XX secolo (cf. Jan Snoek, Le Rite d’Adoption et l’initiation des femmes en Franc-Maçonnerie des Lumières à nos jours, Traduit par Georges Lamoine [GODF], Préface de Cécile Révauger [dal 1982: massona della Grande Loge Féminine de France, poi dal 2013: Grand Orient de France], Postface de Denise Oberlin «Grande Maîtresse de la Grande Loge Féminine de France», Editions Dervy, Paris 2012, pp. 26-29). Fino al 1945, il Rito di Adozione è inserito nel Grande Oriente di Francia, poi se ne distacca. Dal 1977 il Rito di Adozione è praticato dalla Gran Loggia Femminile di Francia (qui: https://shs.cairn.info/revue-la-chaine-d-union-2008-3-page-64?lang=fr).ì
Snoek rivela che al 2° Grado di Compagna, del Rito di Adozione, la massona è identificata all’Eva biblica che mangia il frutto proibito dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male… Quell’atto non è considerato un Peccato, bensì un atto necessario e vitale, che dà la Conoscenza… Per diventare Compagna, e poi Maestra, la Massona deve mangiare quel frutto, dunque deve accogliere l’invito del Serpente della Genesi… Il Serpente non è esplicitamente elogiato nel rituale, ma ovviamente la sua “presenza” è implicita, e di fatto, in modo implicito, è elogiato assieme al Peccato Originale e a Eva ribelle… Il Gran Maestro (maschio) della Loggia di Adozione (rituale del XVIII secolo) offre alla nuova Compagna il frutto proibito… La nuova Compagna siede alla destra del Gran Maestro… Siccome nella Dottrina Cristiana, il Figlio siede alla destra del Padre, allora Snoek vede in questo rituale massonico una sorta di proto-femminismo («aspect proto-féministe»): Eva (impersonata dalla Massona) siede alla destra di Dio (impersonato dal Gran Maestro), dunque è più importante di Gesù Cristo… Ma Snoek non evidenza il ruolo del Serpente e non dice che di fatto il Gran Maestro lo rappresenta, dato che è lui a offrire alla Compagna il frutto proibito (cf. Jan Snoek, Le Rite d’Adoption, op. cit.,pp. 78-89). Anche questo è Satanismo o Luciferismo femminista, ma in un contesto massonico, dunque rituale, iniziatico ed esoterico (= interiore)
4. Ruben van Luijk: il Luciferismo massonico non esiste…ma siamo tutti «figli di Lucifero»!
Nel 2016, Oxford University Press (UK), per la collana “Oxford Studies in Western Esotericism” diretta da Henrik Bogdan (massone svedese), pubblica il libro di Ruben van Luijk, “Children of Lucifer. The origins of modern religious satanism” (Printed in USA, New York, 2016). Anche questo è, nel complesso, un testo depistante. Lo studioso olandese Ruben van Luijk (di cui un breve curriculum qui: https://www.hoepli.it/libro/children-of-lucifer/9780190275105.html) ridimensiona fortemente la realtà del Satanismo “religioso” ossia cultuale, ritenendolo solamente un fenomeno moderno, mentre per quanto riguarda il passato (ad es., nel Medioevo) si tratterebbe di invenzioni della Chiesa che ha etichettato di “Satanismo” culti che erano semplicemente dissidenti rispetto alla Religione Cristiana dominante… Pertanto non sorprende che anche van Lujik, come già Per Faxneld (vedi qui: https://www.corrispondenzaromana.it/alcuni-studi-sul-satanismo-2a-parte/), neghi anche la realtà del Luciferismo massonico. È bene ribadire che entrambi i testi di van Luijk e di Faxneld fanno parte della Collana “Oxford Studies in Western Esotericism” del massone Bogdan. Non penso di esagerare se ritengo che ormai un tale ambiente accademico abbia come scopo “a priori”, ideologico, anche quello di negare l’esistenza del Luciferismo massonico.
Entriamo nel libro di van Luijk.
4.1. Una lista di satanisti, alcuni veri, altri no, altri presunti…
Nell’introduzione van Luijk afferma che lungo la storia, sono stati accusati di praticare Satanismo («to practice Satanism»): gli Esseni, gli Gnostici, gli Ebrei, i Catari, i Templari, Papi dell’epoca medievale e moderna, inclusi Pio IX e Leone XIII, il Card. Ratzinger, gli Illuminati, i Rosacroce, Hitler,le SS, i Presidenti USA da Bush Senior… e altri (cf. p. 1, grassetto mio). Anzitutto faccio notare che in questa lista van Luijk non menziona affatto i Massoni, nemmeno quelli di Alti Gradi o di cosiddette Massonerie “di frangia”… Davvero strano. Inoltre, includere in una lista di presunti satanisti addirittura dei Papi rende assurdo e non-credibile tutto il discorso sul Satanismo, ma è proprio a questo dove vuole arrivare van Luijk. Nel complesso è un libro depistante.
4.2. Cosa intende van Luijk per Satanismo?
Van Luijk intende per Satanismo il culto esplicito e intenzionale a Satana (cf. p. 2), in qualunque modo Satana sia inteso o interpretato (cf. p. 3). C’è Satanismo solo se, in quel culto, la venerazione per Satana è dominante; pertanto se in un culto, la venerazione per gli angeli ribelli è solo un aspetto, allora in quel caso si parla della presenza di elementi di Satanismo («elements of Satanism»: p. 6, corsivo del testo), ma non di Satanismo in quanto tale… Ebbene, quello che van Luijk non sa o non dice, è che anche nella Massoneria (da quella “regolare” a quella “di frangia”) ci sono almeno elementi di Luciferismo, come ho già scritto anche qui su Corrispondenza Romana. Come non pensare alla versione chiaramente gnostica della Leggenda di Hiram del Terzo Grado di Maestro Massone, nota e apprezzata da Massoni, in cui Hiram (eroe e modello del Maestro Massone) è di discendenza cainitica e Caino sarebbe stato generato dall’unione di Eva con Eblis, l’angelo della luce, ossia Lucifero? Questa leggenda massonica e gnostica non è un’invenzione del famigerato Leo Taxil…
4.3. Cosa dice van Luijk sul libro “Satanskult und Schwarze Messe” di Gerhard Zacharias
Van Luijk passa in rassegna vari libri sul Satanismo. Comincia con quello di Gerhard Zacharias, “Satanskult und Schwarze Messe” (1964; con quattro ristampe). Zacharias, ex prete cattolico, poi pastore greco-ortodosso e psicanalista junghiano, vede il Satanismo come l’aspetto oscuro e non-dualistico del Cristianesimo, represso dalla Religione Cristiana… Secondo van Luijk, così Zacharias include nel Satanismo ciò che non lo è (cf. p. 8). Invece trovo importante l’opera di Zacharias perché sottolinea la teoria esoterica dell’unione degli opposti che costituisce una sorta di accesso, o giustificazione del Satanismo, in particolare quello (neo)gnostico; infatti tale teoria suppone, o conduce a, l’unità di: Luce e Tenebre, Bene e Male, Dio e Diavolo, ecc. Ho già scritto anche su questo.
4.4. Cosa dice van Luijk sul libro “Indagine sul satanismo” di Massimo Introvigne
Più avanti, van Luijk recensisce anche il libro di Massimo Introvigne, “Inchiesta sul satanismo” secondo cui ogni volta che il Satanismo viene allo scoperto, si genera una reazione anti-satanista che poi cade nell’esagerazione e questo permette una nuova ondata di Satanismo (cf. p. 10). Introvigne dà una definizione ristretta di Satanismo: l’adorazione cultuale o liturgica da parte di gruppi organizzati a quel personaggio che la Bibbia chiama Diavolo o Satana (cf. p. 3). Perciò, Introvigne comincia la sua “inchiesta” dal XVII secolo e non considera affatto il periodo precedente, e nemmeno il cosiddetto Satanismo romantico del XIX secolo («Romantic Satanists») su cui invece si sofferma van Luijk. Anch’io, come van Luijk, trovo debole («a weak point») il “pendolo” satanismo-antisatanismo proposto da Introvigne: tale teoria sembra quasi indurre a credere che l’anti-satanismo esagerato generi il satanismo invogliando le persone a diventare sataniste (cf. p. 11)…
4.5. Satanismo? Invenzione della Cristianità…
Secondo van Luijk, il concetto di Satanismo è un’invenzione della Cristianità («The concept of Satanism is an invention of Christianity»: p. 16)… I cristiani hanno demonizzato gli antichi dèi ritenendoli malvagi (cf. p. 24)… L’accusa di “Satanismo”, cioè di dare culto al Diavolo, è stata strumentale per demonizzare l’ “altro”, il non-cristiano (cf. p. 29)… Come non ritenere ideologiche queste teorie di van Luijk?
4.6. Satanismo letterario o romantico («Romantic Satanism») tra XVII e XIX secolo
Nell’Inghilterra del XVIII e XIX secolo, scrittori come Shelley e Byron, e artisti come Fuseli e Blake, hanno riabilitato Satana presentandolo come un essere benevolo, un eroe (cf. p. 69). Van Luijk osserva che dal punto di vista letterario si tratta di Satanismo romantico («“Romantic Satanism”»: p. 73). Il Satana o Lucifero di autori e artisti del Romanticismo è angelo o forza o simbolo di libertà, di ribellione alla tirannia (cf. p. 87). Ma dal punto di vista religioso, ovvero dello studio delle religioni e della religiosità, tali autori – secondo van Luijk – non possono essere definiti satanisti, ossia adoratori di Satana (cf. pp. 108-109)… In ogni caso van Luijk ammette che questo Satanismo letterario romantico ha contributo al sorgere del Satanismo “religioso”, o cultuale, moderno: «I believe, Romantic Satanism contributed to the later rise of modern religious Satanism» (p. 113).
In effetti in “Marriage of Heaven and Hell” (“Matrimonio del Cielo e dell’Inferno”) di William Blake (1757-1827), l’angelo buono si dissolve nella fiamma infernale del Diavolo, Blake elogia il punto di vista del Diavolo e dell’Inferno (cf. p. 71). Il titolo dell’opera contiene il concetto di «coniunctio oppositorum» (cf. p. 94), che indubbiamente – van Luijk ne è consapevole – è un tema importante nell’Esoterismo occidentale ed è uno degli elementi del Satanismo moderno («modern religious Satanism»), per cui il Diavolo si trasforma in Dio e Dio nel Diavolo («the devil could transform into god, and god into devil» cf. p. 95). Ma van Luijk non sa o non dice che il concetto di “coniunctio oppositorum” si trova anche nella Massoneria, negli scritti di Maestri Massoni più esperti di Esoterismo…
4.7. Lucifero-Satana per Elifas Lévi e Madame Blavatsky
Un famoso occultista francese del XIX secolo, Eliphas Levi (nome d’arte di: Alphonse Louis Constant, 1810-1875) presenta Lucifero come angelo della libertà, della luce, della scienza. Constant/Levi ritiene che la ribellione di Lucifero sia un atto di libertà e di amore… Constant/Levi distingue Satana e Lucifero: Satana è il tentatore, ma Lucifero è il redentore… (cf. pp. 129-130). Anche Madame Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), fondatrice della Società Teosofica, afferma che Satana non è il male, ma è il lato oscuro della Natura, l’Ombra della Luce, ed elogia Lucifero quale Portatore di Luce. Per Blavatsky, il malvagio non è Satana, ma il Dio-Persona del monoteismo (cf. pp. 144-145).
È davvero strano che van Luijk non sa o non dice che a) Elifas Lévi era massone regolare del Grand Orient de France, e i suoi scritti occultisti piacevano a massoni inglesi (UGLE) membri della Societas Rosicruciana in Anglia (SRIA);
b) Madame Blavatsky era massona del Rito di Adozione di John Yarker [a sua volta massone regolare inglese UGLE; membro SRIA, ecc.] e forse anche del Rito di Memphis di Giuseppe Garibaldi (vedi qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Helena_Blavatsky).
4.8. Luciferismo massonico: invenzione della Chiesa Cattolica e di Leo Taxil?
Secondo van Luijk, il Luciferismo massonico non esiste, è una creazione di Leo Taxil («inventor of Palladism»: cf. p. 216), ed è ancora Taxil che avrebbe inventato la distinzione tra Satanismo e Luciferismo (cf. p. 222)… Tuttavia van Luijk ammette che già negli scritti di Elifas Levi e di Madame Blavatsky, Lucifero e Satana sono due entità distinte (cf. pp. 222-223). Secondo van Luijk, Taxil crea opposizione tra Luciferiani e Satanisti per distinguere gli adoratori del Diavolo in buoni e cattivi (cf. p. 223). Secondo van Luijk è stato Taxil ad aver introdotto il Satanismo in Massoneria («the introduction of Satanism in Freemasonry»: p. 239). Fino ad allora il concetto di “Satanismo”, riferito alla Massoneria, non indicava un culto intenzionale e religioso dei Massoni al Diavolo, bensì solo l’essenza diabolica delle Logge senza però che i Massoni ne fossero consapevoli (cf. p. 240)…
Eppure van Luijk conosce il libro di mons. de Ségur, “Les Francs-Maçons”, scritto circa 20 anni prima della comparsa di Leo Taxil, in cui si afferma che circoli massonici, di uomini e donne, danno culto al Diavolo, fanno orge e profanazioni eucaristiche… Ma secondo van Luijk, mons. de Ségur fa confusione, perché forse si tratterebbe di Carbonari, non di Massoni (cf. p. 241)… Anche qui vedo da parte di van Luijk una lettura ideologica, una negazione assoluta e a priori di qualsiasi legame tra Massoni e Lucifero.
Dunque, secondo van Luijk, Taxil avrebbe sfruttato tutta la letteratura antimassonica innestandovi la sua “novità”: il Satanismo massonico delle retro-Logge (cf. p. 244). Il Satanismo “religioso” nella Massoneria, come descritto da cattolici antimassoni e da Taxil, non è mai esistito, è stato un frutto di fantasia: «Except as a product of human fantasy, the religious Satanism within Freemasonry that its Catholics opponents and Taxil described never existed» (p. 263).
4.8.1. Secondo van Luijk, non c’è Luciferismo nemmeno in Albert Pike 33°. E invece c’è!
Van Luijk sa bene che nel libro “Morals and Dogma” (1871) del massone Albert Pike 33°, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, Giurisdizione USA Sud (con sede prima a Charleston, poi a Washington, D.C.), ci sono brani da cui traspare la rivalutazione positiva del Diavolo o Lucifero… Ma van Luijk, ancora depistante, sottovaluta quei brani e fa capire che sono stati ispirati dagli scritti di Elifas Levi (cf. p. 264)… Van Luijk non riesce a comprendere: il fatto che Pike attinga, fino a copiare, da Elifas Levi quei brani luciferiani, non sminuisce affatto la loro importanza ma conferma che Pike assume il Luciferismo gnostico e magico di Constant/Levi.
A pag. 210 di “Morals and Dogma”, Pike scrive di «LUCIFER, the Light-bearer», «Lucifer, the Son of the Morning!». Nella nota 115 a pag. 515 del suo libro (che sto qui recensendo) van Luijk sminuisce anche l’importanza di quel brano di Pike. Secondo van Luijk, Pike vorrebbe dire che “Lucifero” è solo la luce del mondo materiale che acceca anime deboli, sensuali e orgogliose. In realtà Pike riconosce comunque in Lucifero – Spirito delle Tenebre – il Portatore di Luce, e per Pike gli uomini deboli, sensuali e orgogliosi sono i non-Iniziati… Inoltre, van Luijk non sa o non dice che in un libro del 1896, Arthur Edward Waite (all’epoca occultista e teosofo; poi massone dal 1901), mentre da un lato dice che il Luciferismo massonico o Palladismo è un’invenzione di Taxil, però dall’altro – proprio Waite – giustifica il culto a Lucifero Stella del Mattino (cioè afferma che non è Satanismo perché non intende venerare il Male…) e poi ammette che Albert Pike ha professato un certo trascendentalismo luciferiano («Albert Pike’s Luciferian transcendentalism»)… Secondo Waite, il Lucifero elogiato da Pike è l’angelo della stella del mattino… (qui: https://www.corrispondenzaromana.it/arthur-edward-waite-lucifero-e-il-caso-taxil/).
4.8.2. Satanismo nella Massoneria italiana XIX secolo? Solo “romantico”, letterario…
Tutt’al più van Luijk ammette che nella Massoneria italiana di quel periodo, fine XIX secolo, ci sono stati elogi al Diavolo, ma secondo van Luijk, non sarebbe vero Satanismo cultuale, bensì Satanismo metaforico che ha radice nel Satanismo romantico ottocentesco e letterario: «[…] These utterances do not prove the existence of a hidden cult of Satan within Italian Freemasonry. But they do suggest the existence of a metaphoric “Satanism” treading in the footsteps of the Romantic Satanists» (p. 266).
Van Luijk ribadisce: «It seems safe to assume that true “veneration of Satan” never occurred within Freemasonry» (p. 268), e che i brani satanici di riviste massoniche italiane di quel periodo non fanno altro che riferirsi in modo metaforico all’Angelo caduto come già fatto dai «Romantic Satanists» (cf. p. 268). Secondo van Luijk non c’è nulla che provi o che suggerisca che tali elogi “romantici” al Diavolo siano poi sfociati in un Satanismo religioso («a properly religious Satanism»). Ancora secondo l’autore, è vero che alcuni “Palladisti” ovvero Luciferiani operassero a Parigi tra le due guerre mondiali, ma il Palladismo o Luciferismo massonico è un’invenzione («an invention»: cf. p. 268).
In realtà, lo studioso attento, con autentico atteggiamento critico e scientifico, dovrebbe quantomeno non escludere che il Satanismo “letterario” o “simbolico” di membri di una società iniziatica rituale ed esoterica come la Massoneria, possa supporre, o condurre a, una sorta di Satanismo “religioso”, in tal caso di tipo iniziatico, esoterico… E invece c’è, a priori, una strenua apologia filo-massonica proprio come quella fatta da Massoni.
4.8.3. Ancora Taxil tra “conservatori”, o forse no…
Van Luijk asserisce che le invenzioni taxilliane perdurano in ambienti ultra-conservatori di cattolici sedevacantisti (cf. p. 279), mentre la maggior parte dei cattolici antimassoni, dopo Taxil, ha abbandonato la tesi dell’esistenza del Satanismo massonico (cf. p. 280). Aggiungo che questo è avvenuto anche in certi ambienti cattolici “conservatori”, che di fatto hanno contribuito a sdoganare, a livello sociologico e accademico, tesi di comodo per la Massoneria: inesistenza del Luciferismo massonico, delimitazione di Magia ed Esoterismo a soli ambienti di Massonerie marginali o “di frangia”…
4.9. Satanisti o luciferiani: Ben Kadosh, Fraternitas Saturni, Maria de Naglowska
Van Luijk conosce il caso di Carl William Hansen (1872-1936), occultista, martinista e massone danese, che nel 1906 pubblica un libro (in lingua danese) sotto lo pseudonimo “Ben Kadosh”. Indico il titolo in inglese: “The Dawn of a New Morning”. In quel libro Ben Kadosh promuove un culto massonico a Lucifero, lui stesso si dichiara luciferiano. Egli afferma che il Grande Architetto dell’Universo è Lucifero (cf. p. 286). Van Luijk è abile a sminuire anche questo dato: secondo lui, Ben Kadosh non fa altro che attingere la riabilitazione di Lucifero dagli scritti di Elifas Levi (cf. pp. 286-287). Addirittura, con lo studioso Per Faxneld, van Luijk sostiene che Hansen attinge la sua passione luciferina dagli scritti di Taxil. Van Luijk osserva che secondo Taxil il 30° grado RSAA, Cavaliere Kadosh, introduce il massone nel vero segreto della Massoneria, ossia il culto a Lucifero. Pertanto, ecco che Hansen ha attinto da Taxil lo pseudonimo letterario Ben Kadosh e il Luciferismo, creando un neo-Palladismo («a genuine example of neo-Palladism of some sort»: cf. p. 287)! Quello di Ben Kadosh è un caso isolato, secondo van Luijk (cf. p. 287).
Anche questa teoria di van Luijk è ideologica. Ipotizzare che Hansen/Ben Kadosh si sia inventato il Luciferismo massonico dopo aver letto Taxil, è una teoria stupida che tratta da stupidi sia i lettori che i Massoni. Ma i Massoni non sono stupidi. E se Hansen si è immerso apertamente nel Luciferismo è perché nella Massoneria c’è quantomeno qualcosa che dispone o inclina il massone anche a riconsiderare Lucifero… Ora, dato il carattere iniziatico (una volta si diceva “settario”) della Massoneria (la quale, appunto, non è una religione pubblica con un Credo totalmente esplicito come quello della Chiesa Cattolica), pertanto non è scientificamente corretto asserire che quello di Ben Kadosh sia stato un caso isolato…
Più avanti, van Luijk menziona il caso della “Fraternitas Saturni” (FS), Fraternità di Saturno, organizzazione magica fondata nel 1926 dal libraio Eugen Grosche (1888-1964). Essa è incentrata su Lucifero-Saturno… Lucifero volto oscuro di Dio… Lucifero+Cristo… Necessità della dualità e degli opposti in Dio, che ha volto luminoso e volto oscuro… In ogni caso, per la Fraternitas Saturni, Lucifero è il grande Portatore di Luce all’Umanità… Luce e Tenebre sono necessarie alla vita… Il Male è necessario al Bene (cf. pp. 301-302).
Van Luijk osserva che, come nel caso di Maria de Naglowska (satanista russa, di cui ho già parlato nella scorsa puntata, qui: https://www.corrispondenzaromana.it/alcuni-studi-sul-satanismo-2a-parte/), queste dottrine della FS hanno la loro radice nel «Romantic Satanism» e nel «Lévian occultism» (occultismo di Elifas Levi). Secondo van Luijk, nell’ambito della FS, Lucifero avrebbe un ruolo centrale più nella mitologia che nella letteratura e ritualità (cf. p. 302)… Secondo Van Luijk sembra che dopo la morte di Grosche, nella FS sia diminuita l’importanza degli elementi luciferiani («Luciferian elements seem to have further diminished in importance»), tuttavia, subito dopo, egli riconosce che al presente la FS persevera nella venerazione per Lucifero-Saturno: «Nevertheless the Fraternitas persists to this day and continues its veneration for the Luciferian Saturn» (p. 302).
4.10. Ancora: Satanismo invenzione cristiana, come pure il Luciferismo massonico…
Passo alle conclusioni («Conclusion»: pp. 386-410), dove van Luijk lascia intendere che (riassumo in corsivo le sue teorie): il Satanismo è una reazione al Cristianesimo; il Cristianesimo ha introdotto il concetto di Satanismo demonizzando le divinità dell’antica religione pagana; per più di un millennio, autorità cristiane, ecclesiastiche e secolari, hanno tacciato di “culto a Satana” gruppi religiosi e sociali dissidenti fino ad arrivare alla campagna cattolica antimassonica di Leo Taxil (cf. pp. 387-388).
Secondo van Luijk: «During most of its history, Satanism thus functioned as a mythical religion, a ghost sect with no actual adherents that was used to demonize rival religious or ideological groups» (p. 388).
4.10.1. Le solite “invenzioni” medievali…
Secondo van Luijk, nel XIII secolo, quando Papa Gregorio IX denuncia l’esistenza di una setta di Luciferiani (che adorano il Diavolo e compiono atti trasgressivi, immorali, malvagi, orge, sacrifici umani), allora in quel momento viene all’esistenza lo stereotipo del Satanismo come venerazione intenzionale di Satana (cf. p. 388)… Nella Cristianità c’è sempre la tendenza a demonizzare («this tendency for demonization is always present in Christianity at large: p. 389). Dunque, secondo van Luijk, il Satanismo non esiste… viene attribuito o creato dalla Cristianità… ma i Satanisti sono pochi… : «Up to the twentieth century, to sum up, the history of Satanism can adequately be resumed as a continuum of attribution: practically no real, and an abundance of alleged Satanists. Yet it would be too rush to conclude that there had been no actual Satanism at all during this period. Particularly during the early modern era, scattered archival records testify of genuine cases of people opting for Satan» (p. 390).
4.10.2. In realtà, è solo una tesi ideologica, non scientifica
In realtà non è affatto logica né scientifica questa tesi “accademica” secondo cui il vero Satanismo comincerebbe in Francia nel XVII secolo, con le Messe nere celebrate da preti e donne aristocratiche, mentre nel Medioevo non ci sarebbe stato alcun vero Satanismo, ma solo fraintendimenti, interpretazioni superficiali o invenzioni da parte della Chiesa (ad esempio, di Gregorio IX)… Addirittura, secondo van Luijk anche il patto con il Diavolo («The idea of the diabolical pact had been a construction of Christian theology and hagiography […]»: p. 391) e la magia diabolica sarebbero costruzioni della Teologia cristiana (cf. p. 391).
4.10.3. Differenza tra Satanismo francese del ‘600 e Satanismo contemporaneo
Secondo van Luijk, nel “primo” Satanismo, quello seicentesco francese, summenzionato, si riconoscono ancora elementi della Fede cristiana, cioè si fa sincretismo tra Cristianesimo e Satanismo: ad esempio le Ostie consacrate venivano usate in quei riti “francesi” perché, credendo nella Presenza Reale di Gesù che è superiore a Satana, i partecipanti volevano costringere Satana al patto con loro; invece nel Satanismo contemporaneo c’è il totale rigetto del Cristianesimo (cf. p. 391). In realtà il rigetto del Cristianesimo è in ambedue i tipi di Satanismo, e la credenza nella Presenza Reale di Gesù nell’Ostia consacrata c’è anche tra satanisti contemporanei…
4.10.4. Satanismo Romantico alla base del Satanismo religioso contemporaneo
Nella letteratura tra Sei- e Ottocento, c’è la riabilitazione di Satana da parte di quelli che van Luijk chiama «Romantic Satanists». John Milton, nel suo “Paradise Lost”, fa di Satana un tragico eroe che si erge contro una divinità tirannica (cf. p. 392)…
Van Luijk ritiene che i «Romantic Satanists» hanno in tre modi gettato le fondamenta del futuro Satanismo religioso («a later religious Satanism»):
- hanno rivalutato come eroe la figura di Satana, angelo caduto («fallen angel»), rendendolo attraente come oggetto di identificazione e venerazione;
- hanno dato al loro Satana tre attributi che poi hanno esercitato una durevole influenza: sesso, scienza e libertà (libero pensiero, conoscenza, emancipazione);
- hanno rifiutato i racconti biblici come veicoli di verità letterali («literal truths»), perché ritengono che è l’immaginazione o creatività umana a creare nozioni di verità divine o cosmiche; non sono gli dèi a ispirare i poeti, ma i poeti a creare gli dèi… (cf. pp. 392-393).
Questo Satana di poeti e letterati romantici trova consenso nella cultura occidentale della secolarizzazione tra Sette- e Ottocento (cf. pp. 394-395). L’Occultismo di Eliphas Lévi, la Teosofia di Madame Blavatsky e l’Antroposofia di Rudolf Steiner mantengono l’influenza del Satanismo romantico («all retain influences of Romantic Satanism»), che cerca per primo la riabilitazione di Satana, e quindi l’identificazione con lui. Ad esempio Shelley presenta gli gnostici Ofiti come un modello di comunità umana (cf. p. 395)… Forse van Luijk non sa che Shelley piace anche alla Massoneria italiana contemporanea (qui: https://www.grandeoriente.it/la-massoneria-celebra-shelley-a-duecento-anni-dalla-morte-levento-organizzato-dalle-logge-del-goi-il-tirreno/; qui: https://www.masonic-lodge.info/ks1/02.html).
Van Luijk ritiene che le prime istanze di Satanismo religioso, o cultuale, compaiono tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento (cita i casi di: Ben Kadosh, Przybysweski, de Naglowska, Fraternitas Saturni). Ma è solo negli Anni ’60 del XX secolo, che nell’Occidente, il Satanismo religioso («religious Satanism») diviene visibile: la Chiesa di Satana (“Church of Satan”) di Anton Szandor LaVey negli USA e “The Process Church of the Final Judgement” in Inghilterra (cf. p. 395).
Un mio commento. In effetti, il Satanismo “religioso”, cioè cultuale e organizzato, che esce, in tutto o in parte, allo scoperto, è un fenomeno moderno, contemporaneo, nel senso che è legato alla Modernità: finché c’erano lo Stato Pontificio, l’Alleanza Trono-Altare, Regni e Imperi Cristiani, Stati confessionali di Religione Cattolica, il Satanismo cioè il culto al Diavolo (a prescindere se più o meno mescolato con elementi magici o stregonici, se compiuto da pochi o molti individui) era costretto a restare nascosto per non essere perseguito e punito… Invece oggi, con la Modernità, Rivoluzione e Secolarizzazione, purtroppo è possibile avere anche chiese di Satana con tanto di riconoscimento statale…
4.10.5. Satanismo tra Sinistra rivoluzionaria e Destra nazi-fascista
Van Luijk nota il diverso orientamento politico del Satanismo Romantico e del Satanismo religioso contemporaneo: il primo è generalmente orientato a Sinistra («a “Left-wing” affair»), il secondo è più orientato verso destra, a volte anche in senso neo-nazista («toward neofascism or neo-Nazism»), ma in ogni caso, anche il secondo è rivoluzionario («a religious vehicle for the values of the Western Revolution») (cf. p. 400).
Secondo van Luijk, il Satanismo di LaVey non è democratico o egualitarista, bensì molto elitario e in questo esso condivide l’atteggiamento nazista. Forme di Satanismo post-LaVeyiano, come ad esempio l’Ordine dei Nove Angoli («the Order of the Nine Angles») includono neo-nazismo e antisemitismo («neo-Nazism or antisemitism as integral parts of their religion») (cf. p. 401). Van Luijk osserva che il Satana venerato da tali gruppi destrorsi o neo-nazisti (dunque un Satana dominatore, tiranno, violento, oppressore dei deboli), corrisponde all’immagine del Dio giudeo-cristiano che si son fatti i Satanisti romantici più libertari, socialisti, anarchici (cf. p. 402).
4.10.6. Tutti «figli di Lucifero»! Ma perché non includere apertamente anche i Massoni?
È davvero curioso il finale di van Luijk: i valori attribuiti a Satana dai Satanisti Romantici hanno forgiato l’attuale società occidentale, in cui c’è una libertà senza precedenti, per cui, in certo modo, siamo tutti figli di Lucifero! Ecco il brano testuale: «From a historical perspective, one could argue, Satan played a much more important role in the nineteenth century, when he was given a tiny but fascinating part in the unique adventure of a civilization that spontaneously decided to renounce its old gods and enter into a permanent state of religious indecision. During this period, he was mobilized by a small but influential segment of cultural elite in its struggle against repression and exploitation and celebrated as a symbolic champions for values such as the freedom to worship whom we like and how we like, the freedom to love whom we like and how we like, and the freedom to express ourselves how we like and to live how we like. These values have made Western society as it is: that is, for better or worse, a place of unprecedented liberty. In that respect we are all, in a way, children of Lucifer» (p. 410, grassetto mio).
Così finisce il libro di van Luijk. Ora, malgrado le intenzioni dell’Autore, anche questa sua affermazione finale (da me evidenziata in grassetto), ci aiuta a capire che proprio i Massoni, i quali, appunto, hanno promosso la Modernità e la sua Rivoluzione culturale anticristiana, anticlericale e antidogmatica, proprio loro sono ben degni di essere definiti figli di Lucifero per antonomasia. A questo proposito ho fatto una scoperta molto interessante. Eccola.
4.11. Br.·. Gustav Steffler: i Massoni sono davvero Figli di Lucifero e Luciferi! (1914)
Nel 1914 viene pubblicato il libro del cinquantesimo anniversario di fondazione della Loggia „Immanuel” di Königsberg, aderente alla Gran Loggia di Prussia detta Royal York dell’Amicizia («Großloge von Preußen genannt Royal York zur Freundschaft»). L’autore è Gustav Steffler, Maestro Venerabile di quella Loggia prussiana. Steffler fa l’elogio del giornalista e massone defunto Br. Ferdinand Michels (1842-1896), il quale è stato Maestro Venerabile della “Immanuel” dal 1890 al 1896. Steffler riferisce che i Massoni sono chiamati dalle Bolle pontificie con il titolo di “figli di Lucifero” e Steffler afferma che ciò è vero: i Massoni sono davvero “figli di Lucifero” e Bruder Michels era uno dei più grandi tra loro (“figli di Lucifero”). Br. Steffler afferma che i Massoni sono figli di Lucifero ma non nel senso in cui lo intende la Chiesa, bensì Portatori di Luce, di Verità, di Bene… : «[…] in den Bannbullen, die von dem römischen Stuhl gegen uns geschleudert werden, wird uns Freimaurern der Titel „Söhne des Lucifer“ beigelegt. Und in der Tat m. BBr.; wir sind Söhne des Lucifer, und Michels war einer der größten unter ihnen. Aber in einem andren Sinne als dem, in welchem unsere Gegner uns diese Bezeichnung beilegen. Lucifer heißt Lichtbringer. Und Lichtbringer wollen wir Freimaurer sein; wir wollen die Menschheit schon hier auf Erden zum Glücke erziehen, und wenn wir glauben, dies dadurch zu erreichen, daß wir den Verstand erleuchten für die ewige Wahrheit, die uns Natur und Geschichte lehren, und daß wir das Gemüt erwärmen für die ewige Schönheit, die uns umgibt und die in den geistigen Schätzen der Menschheit in so reichlicher Fülle aufgespeichert liegt; wenn wir die Seele durch ihre Arbeit stark zu machen versuchen, daß sie, die im täglichen Leben oft genug abgestumpft wird gegen die idealen Bestrebungen, empfänglich werde für das Licht der Wahrheit und für die erwärmende Wohltat des Schönen, dann sind wir in der Tat Kinder des Lucifer, und dann war Michels einer der größten unter ihnen» (Gustav Steffler, Geschichte der Johannisloge Immanuel Or.·. Königsberg i. Pr. 1864-1914. Zur fünfzigjährigen Gedenkfeier, Druck von Br. W. Telemann, Königsberg i. Pr. 1914, p. 48, grassetto mio).
Br. Steffler fa ben capire che ai Massoni non piace alcun «Dogma», bensì libertà di pensiero e di azione («Freiheit des Denkens und Freiheit des Handelns»: cf. p. 49).
E così Br. Steffler, suo malgrado, conferma quanto asserito dalle Bolle pontificie antimassoniche e ci aiuta a smentire il negazionismo sostenuto da studi come quello di Ruben van Luijk.
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