[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
Quale modesto contributo a un dialogo che si presenta difficile, quello con gli ortodossi, riportiamo qui questo santo della chiesa orientale, nato nella Volinia nel 1872. Figlio di un pope, studiò all’Accademia teologica di Pietroburgo. Poi, dopo il matrimonio, partì come missionario laico per gli Stati Uniti.
Qui nel 1896 fu ordinato pope e incaricato, dal 1902, della cattedrale ortodossa di New York. Si occupò degli immigrati e di fondare nuove parrocchie. Nel 1914 tornò in Europa e fino al 1917 esercitò il suo ministero a Helsinki. Poi passò a Mosca, dove fu uno dei pope della cattedrale di Cristo Salvatore.
Allo scoppio della rivoluzione bolscevica fu arrestato una prima volta con l’accusa di avere insegnato il catechismo ai bambini (i bolscevichi organizzavano anche voli su aerei per mostrare al popolo che in cielo Dio non c’era). Nel 1922 fu riarrestato e processato con altre centocinque persone per aver chiesto di poter riscattare i sacri calici confiscati dal nuovo regime. Condannato a dieci anni di carcere, fu amnistiato ma ancora arrestato nel 1924.
Deportato per i tre anni successivi, al recupero della libertà fu nominato segretario del metropolita Sergij Stragorodskij e arciprete. Nel 1937 subì l’ultimo arresto, dal quale non tornò più. Da allora non si seppe più nulla di lui. Non si sa nemmeno dove sia sepolto. Scrive Il’ja Semenenko-Basin in Eternamente fiorisce (La Casa di Matriona) che padre Aleksandr Chotovickij è stato canonizzato nel 1994. La sua ricorrenza cade il 21 novembre del calendario ortodosso e il 4 dicembre in quello gregoriano.
Il Giornale 4 dicembre 2005