Il Borghese quindicinale n. 8-15 settembre 2023
di Giuseppe Brienza
Un nuovo partito sovranista-conservatore europeo è destinato a far parlare di sè. Parliamo dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), il cui fondatore – assieme ad altri – nel 2019 e presidente unico dal marzo 2022 è George Simion.
Da quando l’AUR ha ottenuto l’incoraggiante investitura di consenso alle elezioni parlamentari del 2020 cos’è cambiato nel suo partito e nel Paese in generale?
Il partito è riuscito, in meno di un anno dalla sua comparsa sulla scena politica, a ottenere il 9,5% alle elezioni legislative da lei citate conquistando un decimo del numero di parlamentari romeni. Una performance rara, che ci ha dato un’enorme spinta per le battaglie sempre più difficili che sono seguite. L’AUR è diventato un partito parlamentare in un contesto interno ed esterno estremamente complicato, dominato dalla crisi sanitaria, da quella pandemia che sempre più persone affermano essere stata un terribile esperimento di cui tutti noi siamo stati cavie e le cui conseguenze sono ben lungi dall’essere state superate.
Dopo le elezioni politiche del dicembre 2020, la Romania è stata governata da una coalizione composta dal Partito Nazionale Liberale (PNL), di centro-destra ma di fatto di sinistra, dall’Unione Salva Romania (USR), espressione della sinistra radicale e dall’organizzazione della minoranza ungherese, che ha fatto parte di numerose alleanze di governo negli ultimi trent’anni. Dopo la rottura di questa coalizione, avvenuta la scorsa primavera, il Presidente Iohannis ha promosso un’alleanza tra il PNL, il partito che lo ha portato al potere, e il Partito Socialdemocratico, che gode ancora di una maggioranza in Parlamento, con l’appoggio diretto o indiretto sia dell’organizzazione ungherese che dell’USR, che finge di opporsi.
L’unica forza di opposizione al regime di Iohannis è stato e rimane il partito AUR, motivo per cui siamo costantemente attaccati, calunniati e screditati, attribuendoci colpe immaginarie. Nonostante abbiamo presentato più di duecento proposte legislative dal 2021, la maggioranza parlamentare le respinge sistematicamente per il semplice motivo che appartengono al nostro partito. Ma la vera battaglia è appena iniziata e nel 2024, quando in Romania si terranno tutti e quattro i tipi di elezioni – parlamentari europee, locali, legislative e presidenziali – sarà cruciale per il nostro futuro come Stato e per il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli.
L’AUR è accusata, fra l’altro, di essere un partito anti-occidentale, cosa c’è di vero?
Non solo l’AUR non è e non può essere anti-occidentale, ma attraverso tutto ciò che ha detto e fatto fin dalla sua nascita il nostro ha dimostrato di essere un partito chiaramente filo-occidentale. L’affermazione che “l’AUR è anti-occidentale” è quindi un’accusa falsa e palesemente denigratoria, costantemente contraddetta dai fatti e dalle nostre azioni. Un esempio concreto: come AUR crediamo che l’adesione della Romania alla NATO sia l’unica soluzione strategico-militare e geopolitica per difendere la nostra indipendenza, sovranità e integrità. Semplicemente, oggi non esiste un’altra strada per perseguire questo primario interesse nazionale.
Come vi ponete invece rispetto all’UE?
Per quanto riguarda l’Unione Europea l’AUR è – per usare un termine entrato nel linguaggio comune – euro-realista. Siamo a favore di un’Europa di nazioni sovrane e siamo categoricamente contrari alla federalizzazione imposta dalle élite al servizio dell’agenda neomarxista. La Romania è e rimarrà un membro dell’UE, ma non di quell’Unione che alcune menti ideologicamente oscure stanno cercando di imporre contro la volontà dei cittadini europei. Ma di quell’Unione – economica e sociale – che i padri fondatori hanno immaginato, che sarebbe tornata alle sue radici naturali e che avrebbe messo il nostro benessere, il benessere di tutti, al primo posto. D’altra parte, vediamo come in molti Paesi occidentali l’ideologia woke e la cancel culture si stanno diffondendo come un virus che miete sempre più vittime. Non accetteremo mai simili orrori e lotteremo fino alla fine affinché questa piaga non contamini la casa comune in cui viviamo.
Il vostro partito si appella ai cittadini “stanchi di vedere i rumeni costretti a cercare lavoro in altri Paesi”, perché?
L’AUR è nato per i romeni di tutto il mondo, ovunque si trovino. La realtà è che metà della Romania si trova al di fuori dei nostri confini. Più di otto milioni di romeni vivono fuori dalla Romania. Sono molti, non è vero? Abbiamo comunità molto numerose nel Regno Unito, in Italia, in Spagna, in Germania. Quasi cinque milioni di nostri fratelli e sorelle vivono attualmente nei Paesi che ho appena citato. Nessuno ha lasciato volentieri la propria patria e la famiglia in cui è nato. Tutti coloro che sono andati all’estero lo hanno fatto in cerca di una vita migliore. I governi precedenti, di destra o di sinistra, si sono presi gioco dei nostri concittadini. Noi, AUR, siamo la voce dei molti nostri fratelli e sorelle che vorrebbero tornare a casa, ma hanno bisogno di ritrovare la fiducia in uno Stato disposto a sostenerli sinceramente e concretamente. Questo è ciò che farà l’AUR, a partire dal 2024, quando si troverà a governare la Romania. Il tempo di coloro che hanno promesso e non hanno fatto nulla è finito. Il tempo dei patrioti si sta avvicinando.
Sulla base dei fattori culturali caratteristici della Romania, dall’identità neolatina alla confessione cristiano ortodossa, quale contributo vede del suo Paese (se l’AUR sarà rappresentata nel Parlamento di Bruxelles) per l’Europa del dopo-2024?
Parafrasando una famosa citazione, l’UE dopo il 9 giugno 2024 sarà un’Unione di nazioni sovrane o non sarà affatto un’Unione. È uno dei nostri principali obiettivi di politica estera come parte della futura legislatura europea. Secondo i sondaggi di oggi l’AUR è destinata a divenire il primo partito della Romania dopo le elezioni europee inviando almeno 10-12 eurodeputati al Parlamento di Strasburgo. Sarà una vera forza che si unirà e discuterà da posizioni paritarie con le altre delegazioni dei partiti sovranisti con i quali siamo permanente in contatto in vista della futura stretta collaborazione. In un altro senso, per troppo tempo i romeni sono stati trattati a Bruxelles e in altre capitali come cittadini di seconda classe.
Gli interessi della Romania e del nostro popolo sono stati ignorati o addirittura derisi, mentre l’Unione Europea ha continuato la sua marcia “trionfale” verso la federalizzazione e l’eccessiva burocratizzazione. Sia noi dell’AUR che i nostri partner nazional-conservatori a Roma, Varsavia, Parigi, Madrid, Lisbona o Sofia vogliamo un’Unione autentica, che metta al primo posto l’innalzamento del tenore di vita e il rispetto sincero dei cittadini, non un’ideologia malata e pericolosa. L’AUR fa parte del movimento sovranista che dominerà il prossimo Parlamento europeo.
Avendo conseguito nel 2010 un master in storia sul tema dei crimini del comunismo conosce bene le dinamiche dei totalitarismi. Vede nelle dinamiche dell’attuale tecnocrazia UE un pericolo analogo di ideologizzazione e restrizione delle libertà individuali e familiari?
È vero, ho conseguito un master presso una delle più prestigiose facoltà rumene e il tema di ricerca che ho scelto è stato quello dei crimini dell’odioso regime comunista. Ciò che sta accadendo oggi a Bruxelles e alla Commissione europea è chiaro a qualsiasi persona lucida: l’agenda sul clima, le fantasie sul Green Deal, la “creazione a tavolino” di pandemie e la conseguente coercizione a vaccinarsi in massa, l’imposizione dell’identità di genere per sostituire la realtà biologica, tutto fa parte di una strategia molto ben studiata per controllare le nostre vite fin nei minimi dettagli e per limitare i diritti e le libertà personali e familiari fino all’eliminazione, che gli euro-burocrati stanno attuando in modo concertato e metodico. Non ci vuole un genio per capire che chi gestisce l’UE oggi non sia interessato ai diritti e alle libertà, bensì al monitoraggio continuo e di massa e all’influenza sul modo di pensare e di agire dei cittadini europei.
Parliamo di alcuni punti che interessano particolarmente del programma dell’AUR, anzitutto dell’attenzione all’agricoltura ed alle popolazioni rurali. Ce ne potrebbe parlare in sintesi?
Come lei ha giustamente ricordato, l’agricoltura e il benessere della popolazione rurale sono una delle nostre principali priorità politiche. Pur essendo uno dei Paesi più ricchi d’Europa, infatti, la Romania è diventata dipendente dalle importazioni di prodotti alimentari. Pur avendo la capacità di sfamare l’intero continente – non esagero – non siamo più in grado di garantire nemmeno i prodotti alimentari di base per il consumo con la nostra produzione nazionale. Perché sta accadendo questo? A causa delle politiche sbagliate dei governi precedenti e di quelli attuali. Il prossimo esecutivo guidato dall’AUR dovrà quindi adottare politiche per stimolare la produzione contadina e la micro-agricoltura biologica.
Tra le prime misure che abbiamo già annunciato ci sono il raddoppio dei sussidi per le aziende agricole con meno di 500 ettari, il sostegno alla produzione e all’acquisto di trattori e altri macchinari agricoli e massicci investimenti nell’industria alimentare. Ricostruiremo le infrastrutture critiche nelle aree rurali, creeremo nuovi schemi di finanziamento per gli agricoltori rumeni, lavoreremo per garantire che il latte venga raccolto dagli agricoltori in condizioni ottimali e distribuito a livello regionale, implementeremo una strategia nazionale per l’agriturismo e svilupperemo le industrie tradizionali rumene. Promuoveremo intensamente l’agricoltura locale e biologica e ripopoleremo i villaggi rumeni.
Non le sembra un programma eccessivamente ambizioso?
Può sembrare un piano ambizioso, ma vi assicuro che è assolutamente necessario per far rivivere quella parte della società rumena che è stata dimenticata o abbandonata per troppo tempo.
Il punto 6 del programma politico dell’AUR dice di voler “arrestare il declino demografico” e “incoraggiare la natalità e la vita familiare”. Può riassumere alcune delle proposte concrete pensate per questi due cruciali obiettivi?
Come probabilmente sapete, la famiglia è uno dei quattro pilastri su cui si basa il progetto AUR e tutto il nostro movimento fin dalla sua nascita. Non è un caso che tra i nostri obiettivi generali ci sia quello di arrestare il declino demografico e rilanciare il tasso di natalità. Nel programma di governo abbiamo previsto alcune delle misure concrete a breve e medio termine che il futuro governo guidato dall’AUR adotterà. Abbiamo proposto un Piano nazionale per la protezione della famiglia, con durata pluridecennale, grazie al quale lanceremo prestiti agevolati alle famiglie con almeno tre figli per l’acquisto di case o automobili, sosterremo la spesa per l’istruzione scolastica, aumenteremo l’assegno per i figli a un quarto del salario minimo, riconosceremo detrazioni fiscali alle aziende che installano asili nido. Ho elencato solo alcune delle cose che dovremo fare per le famiglie rumene in tempi ragionevoli.
Ma di quale famiglia stiamo parlando, quella naturale costituita da un uomo e una donna o altro?
L’AUR è l’unico partito in Romania che si batte per la famiglia naturale, come creata da Dio, non per i surrogati inventati dall’estrema sinistra e dai progressisti.
Qual è la posizione dell’AUR riguardo ai temi etici su cui oggi è particolarmente mobilitata l’ideologia liberal, dal gender all’eutanasia per passare all’utero in affitto? Lei ha menzionato dei temi sui quali la nostra posizione è inequivocabile. Sull’ideologia di genere, sia io che i miei colleghi ci siamo espressi con fermezza in ogni occasione. Il “gender”, come viene definito oggi dagli aderenti a questa corrente radicale e scientificamente infondata, è una finzione. E l’identità di genere è un concetto il cui scopo è quello di confondere, disorientare e manipolare. Una tale distorsione della realtà oggettiva non può che suscitare repulsione e opposizione. Non esiteremo ad affermare e a ripetere ogni volta che sarà necessario che esistono solo due sessi, maschile e femminile, e una sola famiglia, quella naturale, costituita dall’unione liberamente consenziente di un uomo e di una donna. Questa è l’unica realtà scientificamente ed eticamente fondata.
Per quanto riguarda l’eutanasia, si tratta di una questione con implicazioni sia morali che legali. Da un lato, l’eutanasia è vietata dal Codice penale rumeno e punita con la reclusione. Dall’altro, essendo seguaci della tradizione giudaico-cristiana secondo cui l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio intendiamo rispettare in ogni sua fase il sacrosanto diritto alla vita. Porre fine alla vita su richiesta, anche per compassione verso la sofferenza di una persona che può essere molto vicina a noi, è un peccato enorme in termini di fede del nostro popolo.
Cosa apprezza e cosa vedrebbe meglio nell’azione di Governo di Giorgia Meloni?
Prima di tutto Giorgia Meloni, in qualità di presidente di Fratelli d’Italia, è riuscita a far crescere questo partito, in soli 4 anni, da poco più del 4% nel 2018 al 26% nel 2022, facendolo diventare la forza politica più importante del vostro Paese. Si tratta di un risultato straordinario, che dimostra la sua capacità di leadership, un vero modello per tutti i partiti patriottici in Europa e non solo. Per quanto riguarda le decisioni prese come capo del governo a Roma, ho apprezzato quando, poco dopo il suo insediamento, ha bloccato una serie di misure aberranti attuate dal precedente esecutivo Draghi in merito alla vaccinazione forzata dei dipendenti del settore pubblico, ordinando il reintegro dei dipendenti sospesi per essersi rifiutati di vaccinarsi. Due provvedimenti estremamente importanti, che hanno fatto scalpore non solo in Italia ma in tutta Europa.
In Romania vi siete opposti alla campagna di vaccinazione obbligatoria anti-Covid?
Certo, alla fine del 2021, insieme ai miei colleghi dell’AUR, siamo stati gli unici ad opporci apertamente, sia in Parlamento che in piazza, alla vaccinazione obbligatoria dei dipendenti delle istituzioni pubbliche. Se non avessimo protestato come abbiamo fatto, i rumeni sarebbero stati costretti a vaccinarsi per poter lavorare.
Altri punti in comune con la visione politica del governo Meloni?
Sì, un’altra misura che apprezziamo e che è molto simile alle politiche presenti nel programma di governo dell’AUR è quella tendente a ridurre le tasse sugli stipendi dei lavoratori il cui reddito annuale non supera una certa soglia. Come detto, in Italia vivono molti cittadini di etnia romena, circa 1,1 milioni. Non solo i romeni contribuiscono in modo significativo all’economia italiana, ma esistono legami culturali e sociali molto stretti tra noi e voi, relazioni davvero fraterne che si sono rafforzate nel tempo.