Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
No, non si tratta dell’esclamazione di lode degli abitanti della cittadina irpina al loro attuale protettore terreno, l’onorevole De Mita. E’ il santo di oggi, che si chiamava proprio Amato e aveva visto la luce proprio in quel Nusco, oggi in provincia di Avellino, che dal tempo della grande mattanza dei democristiani sotto le mannaie di Mani Pulite non fa più notizia. Amato era di famiglia assai benestante e, molto giovane, si fece sacerdote. Nel 1048 divenne il primo vescovo della città, quando Nusco aveva il rango di sede episcopale. Sappiamo di lui che fu un gran benefattore di bisognosi, che soccorreva con i suoi beni familiari.
Con le stesse sostanze fece costruire anche diverse chiese in zona. La verità è che Amato non aveva più nulla di suo da quando era stato fatto vescovo: tutto quel che possedeva lo aveva infatti donato alla diocesi, andandosene a morire in assoluta povertà nel 1093. Questo santo è invocato dai nuschesi o nuscani (perdonate, non so come si chiamano gli abitanti di Nusco) soprattutto contro i terremoti.
Non ho il tempo per informarmi se il grande terremoto irpino di alcuni anni fa abbia interessato Nusco. Non mi stupirei se l’avesse risparmiata. A proposito di terremoti, molti si chiedono se quelli turco, greco e taiwanese di questi giorni abbiano qualcosa in comune. Non sono un esperto, ma un’ipotesi potrei avanzarla. Gli astronomi sanno bene che proprio a partire da agosto i pianeti del nostro sistema solare si sono allineati curiosamente in forma di croce, con la Terra al centro. Oh, niente di apocalittico. Ma le forze gravitazionali sommate, chissà…
il Giornale