L’antinatalismo mascherato da libertà è l’ultimo, devastante attacco alla famiglia e alla vita
di Giuliano Ferrara
Si direbbe che la soluzione è facile: il collegamento sta nell’antinatalismo, nella grande corrente di pensiero e azione che si oppone alla moltiplicazione, senza criterio, della popolazione del pianeta, considerata antiecologica ormai da quasi mezzo secolo nei salotti vincenti dell’Onu e di altre potenti agenzie occidentali.
Ma è interessante, come sempre, andare alla radice delle cose. E la radice dell’antinatalismo è il transumanesimo, l’ideologia esposta da Julian Huxley, geniale biologo molto depresso e molto bislacco, in un saggio del 1957. Sulla scorta di quel guru eccentrico, fratello di Aldous, quello del Mondo nuovo, e con un anticipo di 11 anni sul 1968, fu affermato l’inizio di una nuova storia. Basta con la selezione naturale darwiniana, era la teoria di Julian Huxley, la selezione la facciamo noi, perché il progresso scientifico e tecnico ci consente di agire come facitori della vita e programmatori flessibili della vita umana.
Il concetto di base della nuova ideologia è la programmazione, care femministe radicali e abortisti di tutte le specie, non la libertà E la pianificazione (Planned parenthood, Genitorialità pianificata, è d’altra parte il nome della più forte associazione abortista e antinatalista del mondo) curva i diritti, li storce e alla fine li elimina, come sappiamo dall’esperienza, in cui erano immersi i pensieri oxfordiani di Huxley, degli Huxley, del totalitarismo di segno opposto del Novecento: l’eutanasia eugenetica contro i diversi dei nazionalsocialisti, la forgiatura di un’umanità nuova, costi quel che costi, da Stalin ai khmer rossi.
D’altra parte un Veronesi è anche sostenitore della bontà della clonazione umana, e questa ideologia si sposa anche con certe derive cattoliche alla don Verzè, che puntano con ospedali, laboratori, università e ricerche orientate a sostituire le categorie di «cura», fondate sulla carità e il rispetto assoluto della persona, nata e non nata, con la formula, affascinante ma prodigiosa, magica, della «guarigione», non già dalla malattia ma dalla contingenza della vita. La salute al posto della salvezza, il solito discorso.
L’attacco è ai diritti, e siccome l’ideologia postilluminista e transumanista non può farsi scoprire nemica dei diritti, ecco che è una teoria dei diritti, il diritto a sposarsi tra persone dello stesso sesso o a controllare la procreazione sulla pelle dei non ancora nati che maschera gioiosamente, festosamente, questa noncuranza dei nuovi pianificatori verso lo schema di vita familiare ereditato dalla tradizione biblica e dal diritto romano e dalla prassi occidentale cristiana. Io non ho niente contro i diritti individuali e di gruppo, ma esigo sia chiaro che qui la libertà non c’entra.
L’attacco devastante alla famiglia e alla vita, contro il quale perfino la Chiesa talvolta sembra avere rinunciato a battersi seriamente, è una nuova religione totalitaria dell’umanità, non una teoria politica della libertà.