[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
Ci siamo già occupati di questa grande mistica umbra nata nel 1249 e morta nel 1309. Oggi ci limitiamo ad aggiungere qualche particolare che lo spazio non ci aveva a suo tempo consentito. Spesso, nelle interviste, i miei interlocutori fanno le meraviglie nell’apprendere che sono moltissimi i santi coniugati. Ebbene, Angela da Foligno era anche madre di figli, e tale rimase fino ai quarant’anni, età che, a quei tempi, poteva considerarsi già avanzata. Rimasta vedova e morti anche i figli, fu accolta in una comunità di terziari francescani, dove rimase fino alla morte.
Aveva un contatto frequentissimo con la Madonna, che le appariva spesso. Le sue esperienze mistiche furono da lei dettate nel 1297 al suo confessore, fra Arnaldo, e pubblicate col patrocinio del cardinal Colonna col titolo di Memoriale.
Sebbene non avesse fatto altro che la casalinga, le sue illuminazioni infuse furono oro colato per fior di teologi, che vi trovarono una sapienza straordinaria. In tanti andavano a consultarla e addirittura si parlava di lei in quegli anni come Magistra Theologorum maestra dei teologi. A lei si deve l’affermazione che ogni peccato rafforza il regno delle tenebre, laddove ogni buona azione accresce quello del bene.
Bene, come si vede, per fare i santi e/o i mistici non c’è bisogno di ritirarsi in qualche spelonca o chiudersi in un chiostro; né di essere chierici o religiosi, né di privarsi di tutto e campare d’aria. E, visto che ci siamo, ricordiamo pure che la presunta misoginia della Chiesa medievale è una bufala alla Codice Da Vinci, buona per i gonzi e gli ignoranti.
Il Giornale 4 gennaio 2006